Nelle prigioni di Albion, capitolo 2

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Yuki Delleran
view post Posted on 16/4/2011, 10:46 by: Yuki Delleran


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:tonio:
- Tempeste e scossoni, eh? - mormorò Antonio di rimando. - La mia vita è stata una tempesta perenne da quando quel volgare bucaniere ha iniziato a farla da padrone, un continuo susseguirsi di scontri e battaglie terminati spesso nel peggiore dei modi. Para mí, ovviamente. -
L'immagine del suo vascello in fiamme e degli uomini che si gettavano in mare alla ricerca di un'inesistene salvezza gli tornò prepotentemente alla memoria. La vista del drappo annerito, che una volta era stata la gloriosa bandiera del regno di Spagna, che galleggiava sulle acque ancora rosse di sangue gli aveva provocato un moto di rabbia talmente forte da essere doloroso. Aveva tentato di scagliarsi contro l'odiato capitano rivale, ma era stato colpito alla testa e da allora non aveva visto più nulla.
A distrarlo da quei pensieri giunse la porta delle celle che si aprì lentamente mostrando l'ingresso di due persone dai visi noti: quelli che l'avevano trascinato in cella.
- Malditos! Donde se llevó Romano? Déjame verlo!* - gridò loro contro incurante di usare la proria lingua. Loro lo capivano, lo sapeva bene.
SPOILER (click to view)
*Maledetti! Dove avete portato Romano? Fatemelo vedere!


:nor:
Due assalti in così poco tempo erano decisamente stancanti e persino l'infaticabile Mathias che lo accompagnava sembrava risentirne. Inoltre entrambi portavano ancora addosso i segni della fiera resistenza del capitano spagnolo, segni che non sarebbero scomparsi, lasciandosi dietro gloriose cicatrici.
Fortunatamente ora il capitano sembrava essersi calmato, dopo che Lukas gli aveva riferito l'ultimo segno che dimostrava quanto il Signore dello Stretto fosse soddisfatto del sangue versato in suo nome. Avrebbe quindi concesso un po' di riposo a sè stesso e ai marinai e, perchè no, un po' di divertimento.
Proprio a questo proposito, aveva inviato il suo fedele cartografo, scortato dall'immancabile nostromo con cui faceva coppia, nelle celle a prelevare il francese appena catturato.
Lukas sospirò: non aveva idea delle reali intenzioni del capitano, ma sospettava che il Signore dello Stretto avrebbe presto ricevuto un altro cospicuo tributo. In realtà a lui importava assai poco di quello che succedeva oltre la sua cabina ricolma di carte nautiche e non vedeva l'ora di potervisi di nuovo rifugiare, magari in compagnia dell'ottimo rum sottratto dalle navi assaltate e senza il danese che gli stava costantemente appiccicato.
Non appena aprì la porta, venne investito dagli improperi del primo prigioniero. Certo che quello non imparava proprio mai.
- Falla finita, spagnolo. - lo liquidò prima di fermarsi di fronta alla cella accanto ed estrarre le chiavi. - Sei ancora vivo, francese? Il capitano vuole vederti. - gli comunicò in tono freddo.
 
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