Yuki Delleran |
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| Quando vide il giovane francese alzarsi e mettersi a frugare nella sua scrivania, il primo impulso fu quello di balzare in piedi e afferrare la spada, ancora abbandonata sul pavimento. Quando però lo vide avvicinarsi con garze e disinfettante, non potè fare a meno di spalancare gli occhi stupito. Stupore che durò ben poco, sostituito subito dopo dal dolore che il disinfettante provocava sulla ferita viva e sanguinante nonostante la delicatezza del tocco. A ben pensarci non era nulla in confronto ad altre ferite inferte e ricevute, a quello che aveva combinato quel giorno e quella stessa notte, ma la situazione appariva ai suoi occhi talmente paradossale che non trovò parole per esprimere commenti. Si limitò a corrugare la fronte, la mascella irrigidita come unica dimostrazione del dolore che provava. Non capiva cosa spingesse un prigioniero a prendersi cura del suo seviziatore, quando era stato proprio il rifiuto di farlo a scatenare la tortura, per questo non riusciva a staccare gli occhi da quelle mani al lavoro che, a poco a poco, si stavano di nuovo macchiando di sangue.
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