Nelle prigioni di Albion, capitolo 2

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view post Posted on 20/4/2011, 22:14


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Feliciano Vargas

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Il movimento sotto le lenzuola riscosse finalmente il suo sguardo che si era fissato senza rendersene conto sulla figura immobile. La notte era ancora lunga e, sebbene i suoi marinai avrebbero fatto festa fino all'alba, Arthur iniziava a risentire della fatica della giornata, degli ultimi sforzi appena compiuti e anche della perdita di sangue dalla ferita che si era inevitabilmente riaperta. Forse avrebbe fatto bene chiamare Nor e a far ricondurre il prigioniero sottocoperta, in modo da riappropriarsi del suo letto.
Avrebbe anche dovuto sbarazzarsi di quel lenzuolo ormai irrimediabilmente rovinato.
- Se sei sveglio faresti meglio a ricomporti se non vuoi che i miei sottoposti ti vedano in quello stato e decidano di prendersi la loro parte. - disse riportando lo sguardo sulle onde.
Il ricordo delle ore appena trascorse, del dolore e del piacere che si mescolavano era arduo da escludere dalla sua mente e il solo pensiero che altri potessero usufruirne gli faceva ribollire il sangue nelle vene. Tuttavia la sua dignità gli imponeva di mostrarsi indifferente. I graffi sulle sue spalle bruciavano, anche e non tanto quanto la ferita al fianco e solo il contatto con il vetro freddo sembrava dare un po' di sollievo.
 
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ikana
view post Posted on 20/4/2011, 22:27




:fran:

Il francese si riscosse velocemente quando la voce dell'inglese arrivò alle sue orecchie e si sporse appena fuori dal lenzuolo per poterlo osservare: le condizioni del capitano non erano certo migliori delle sue, anzi decisamente sembrava che la ferita infertagli poche ore fa sanguinasse così copiosamente tra quei muscoli di velluto.
Scese dal letto afferrando velocemente la camicia di lino a terra e i suoi calzoni di velluto irrimediabilmente rovinati, indossando quella sopra questi in una maniera così scomposta da ricordare nella sua figura uno di quei garzoni di bottega pittorica con i lunghi camici da disegno.
Francis iniziò appena a guardarsi attorno nella stanza, fino ad individuare il suo obiettivo: si avvicinò alla scrivania del capitano e afferrata una scatola rettangolare di alabastro e giada la strinse al petto avvicinandosi lentamente al capitano inglese; si inginocchiò per terra al suo fianco ed apertola ne estrasse una boccetta di cristallo e un panno di lino pulito, il quale venne imbevuto del contenuto della piccola bottiglia.
In quel muto silenzio, Francis voleva solo prendersi cura di quella ferita che aveva scatenato ogni reazione di quella notte, un ringraziamento nascosto e perfettamente sottointeso nei suoi gesti per averlo liberato, anche solo momentaneamente, da quelle pesanti catene.
Quindi allungò il panno verso la ferita, posandolo delicatamente sopra di essa.
 
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view post Posted on 20/4/2011, 22:44


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Quando vide il giovane francese alzarsi e mettersi a frugare nella sua scrivania, il primo impulso fu quello di balzare in piedi e afferrare la spada, ancora abbandonata sul pavimento. Quando però lo vide avvicinarsi con garze e disinfettante, non potè fare a meno di spalancare gli occhi stupito. Stupore che durò ben poco, sostituito subito dopo dal dolore che il disinfettante provocava sulla ferita viva e sanguinante nonostante la delicatezza del tocco.
A ben pensarci non era nulla in confronto ad altre ferite inferte e ricevute, a quello che aveva combinato quel giorno e quella stessa notte, ma la situazione appariva ai suoi occhi talmente paradossale che non trovò parole per esprimere commenti. Si limitò a corrugare la fronte, la mascella irrigidita come unica dimostrazione del dolore che provava.
Non capiva cosa spingesse un prigioniero a prendersi cura del suo seviziatore, quando era stato proprio il rifiuto di farlo a scatenare la tortura, per questo non riusciva a staccare gli occhi da quelle mani al lavoro che, a poco a poco, si stavano di nuovo macchiando di sangue.
 
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ikana
view post Posted on 21/4/2011, 12:05




:fran:

Il francese con calma e dedizione lasciava che le sue mani pulissero perfettamente quella ferita che non sembrava così profonda all'aspetto, ma nascondeva un dolore forse più profondo e terribile, anche per quell'uomo dallo sguardo torvo e duro: rialzò per un secondo i grandi occhi blu su di lui, lasciando che essi corressero su i lineamenti del volto dell'inglese, ora rigidi e tesi a trattenere ogni minimo singulto di sofferenza, ma Francis si ritrovò a pensare che fossero belli.
Posò delicatamente il panno ormai inutilizzabile, pulendosi le mani nella casacca che si sporcò irrimediabilmente, ma ora come ora non gli interessava, voleva solo finire prima che i due sottoposti del capitano arrivassero e lo vedessero in quella situazione: estrasse dalla scatola un lungo e sottile ago, nel quale passò un filo sottile e nero; mostrandolo al capitano Kirkland, tenendo sempre lo sguardo basso iniziò:
- Posso, monsieur? Farà male e non dovrà toccarli per almenò dieshi giorni... -
 
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view post Posted on 21/4/2011, 17:37


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La vista dell'ago scatenò in Arthur una serie di pensieri che con la gratitudine avevano ben poco a che fare: con un ago si poteva uccidere e lui stesso conosceva più di un metodo. Lo sguardo corse alla spada, troppo lontana sul pavimento, e al pugnale, ancora ai piedi del letto. La pistola poi, era addirittura sulla scrivania. Ogni oggetto che poteva usare in sua difesa non era alla portata immediata delle sue mani e nonostante avesse sempre considerato il suo stesso corpo come un'arma micidiale nelle occasioni di lotta, non c'era molto che potesse fare ora, seduto sul davanzale con nient'altro addosso che lo sguardo del suo prigioniero. Sarebbe stato totalmente alla sua mercè.
Poco male, concluse, può uccidere solo chi è pronto ad essere ucciso a sua volta. Era una legge inderogabile della sua esistenza e della pirateria intera. La sua sorte era nelle mani dei Signore dei Mari.
- Qualunque giochetto tentiate, sappiate che la mia è una ciurma fedele che non da scampo agli assassini. - lo avvertì con sguardo torvo, dopodichè ordinò seccamente: - Procedete. -
Non era certo la prima volta che si ricuciva una ferita, anzi spesso era stato costretto a farlo anche da solo nonostante il dolore gli annebbiasse la coscienza al punto di rischiare di fargli perdere i sensi.
 
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ikana
view post Posted on 21/4/2011, 18:18




:fran:

Il francese gli tese una bottiglietta dal contenuto marrone e dall'odore forte, anche così rinchiuso nel vetro smerigliato di quella boccetta, la poggiò vicino alla sua mano e poi delicatamente iniziò a ricucire la ferita, prima che essa potesse riempirsi nuovamente di sangue e andasse così a nascondere i lembi della pelle, ora trattenuti dalle lunghe e calde dita di Francis.
- Lo sais, ma non sono encore così codardo da uccidere qualcuno completamente indifeso. -
Lo sguardo del biondo francese era sempre basso, rivolto unicamente a quella ferita che pulsava tra le sue mani: lui, un nobile uomo ridotto a ricucire le carni del proprio carnefice: un leggero sorriso si dipinse sulle sue labbra rosee, nascosto, così come gran parte del volto, dalle ciocche di capelli color dell'oro, riflessi ramati danzavano su di essi a causa della luce delle candele.
Arrivato all'ultimo punto, Francis fece un piccolo nodo e poi avvicinò le labbra a quel petto addentando il filo:
- Finito. -
 
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view post Posted on 21/4/2011, 20:53


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Afferrò la bottiglietta non appena gli venne porta e mandò giù d'un fiato un paio di sorsate del rhum che teneva da parte appositamente per quelle occasioni. Era una miscela piuttosto forte, in grado di stordire chiunque. Poi chiuse gli occhi, strinse tra i denti le labbra già ferite e si sforzò di rimanere immobile per tutta la durata dell'operazione. La carne pulsava e il dolore bruciante non lo abbandonò nemmeno al termine del lavoro, quando le labbra che solo poco prima aveva quasi divorato, sfiorarono la sua pelle con delicatezza.
Riaprì gli occhi, resi lucidi dalla sofferenza, e sollevò la mano che fino ad un attimo prima aveva artigliato con forza il bordo delle tavole di legno, per indicare una cassapanca ai piedi del letto.
- Mettetevi una camicia pulita. - ordinò. - Con quello straccio addosso potrebbero pensare che mi abbiate sgozzato e agire di conseguenza. -
Non avrebbe pronunciato parole di ringraziamento, non per un prigioniero nemico.
 
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ikana
view post Posted on 21/4/2011, 21:07




:fran:

Il francese si ritrasse leggermente e rialzandosi, tenne saldamente tra le mani la piccola scatola di alabastro, ora resa decisamente più leggera dato che il capitano aveva trangugiato il forte liquore in un solo sorso: si mosse verso la cassapanca indicatagli e, poggiata la preziosa scatola sulla scrivania, la raggiunse e incominciò a scrutare al suo interno con fare critico.
Francis aveva sempre amato essere alla moda ed in ordine, ma ora non gli sembrava il caso di fare lo schizzinoso, anche perchè quel gesto ricevuto dal sanguinario capitano, sembrava voler essere una sorta di muto ringraziamento: così dopo poco scelse una semplicissima camicia di lino bianca, con ampie maniche aventi i polsini a sbuffo ed un leggero nastro a chiuderne il colletto.
Il biondo si sfilò lentamente la propria camicia ormai rovinata, piegandola ed adagiandola: si carezzò appena le spalle ed i fianchi torniti, andando poi a ricoprirli con quella camicia che sembrava fatta essere apposta per stringersi ed avvolgere la sua pelle.
- E' molto bella. Immagino stiate bene in abiti come questo, monsieur... -
Completò a bassa voce il francese sorridendo appena e tornando a voltarsi verso di lui completamente illuminato dalle candele dietro la sua schiena.
 
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view post Posted on 21/4/2011, 21:30


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Arthur rimase a fissare il francese che si muoveva per la sua cabina per tutto il tempo: non era mai successo che permettesse un comportamento del genere. Solitamente appena ottenuto quello che voleva lasciava le sue vittime nelle mani dei marinai e, nel giro di poco tempo, finivano per essere cibo per pesci. Perchè avesse permesso a Francis un tale privilegio restava un mistero, e non poteva nemmeno imputare la responsabilità al rhum bevuto.
Con gesto stizzito, si passò le mani tra i capelli, sciolti e scomposti sulle spalle dipo le attività impegnative di poco prima.
- E' semplice procurarsi simili capi d'abbigliamento, è molto probabile che anche i vostri presto entreranno a far parte del mio guardaroba. - commentò mentre il consueto ghigno tornava a disegnarsi sulle sue labbra.
Avrebbe davvero voluto riposarsi ora, ma per farlo avrebbe dovuto chiamare qualcuno che riportasse Francis nelle prigioni, probabilmente Nor perchè il resto della ciurma sarebbe stato troppo ubriaco anche solo per muovere un passo.
Comunicare con la postazione della vedetta... scocciante.
 
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ikana
view post Posted on 21/4/2011, 21:44




:fran:

Il francese sorrise amaramente nel sentire pronunciare dal capitano inglese quelle parole rivolte ai suoi tanto amati abiti:
- Temo vi saranno alcuni un petit-peux lunghi, monsieur... -
Tornando a fissare però quell'uomo (o forse ancora... Ragazzo? Quanti anni avrà avuto Monsieur Kirkland?), Francis notò chiarissimi segni di una malattia che lui conosceva molto bene, dati i suoi lunghi anni di esperienza in quel campo: la stanchezza.
Gli occhi che pian piano diventavano sempre più lucidi, pensanti e gonfi, chiedevano solo di potersi chiudere fino alle prime luci del sole; le membra si facevano deboli e volevano solo essere distese sul materiale più morbido e confortevole per trovare il riposo tanto agognato, tanto desiderato, quanto ora da quel piccolo uomo temuto.
- Siete stanco... Ma per quanto mi riguarda potete riposare. -
Disse avvicinandosi a lui, se non prima di aver afferrato da terra la pesante catena che ormai sentiva sua, proprio come un pezzo di anima, simbolo che considerava vero il suo stato:
- Se preferite legarmi, poichè non mi credetè, prego.
Ma vi ripeto che non ushiderei mai un uomo indifeso et non uno comment vous, monsieur. -
< Forse... >
Le mani di Francis si tesero chiuse a pugno verso il capitano ed anche il capo si piegò appena in una sorta di inchino formale: non voleva certo sembrare un ribelle, non gli avrebbe giovato, invece forse un giorno sarebbe riuscito a scendere da quella bagnarola con la testa alta e sarebbe tornato alla sua amata casa, vincitore.
 
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view post Posted on 21/4/2011, 22:14


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Che la sua debolezza fosse tanto evidente era inammissibile. Balzando in piedi, e stringendo i denti per le fitte di dolore alla ferita appena ricucita, afferrò i propri pantaloni e li indossò.
- Sarò io a decidere quando e come riposare. - disse, nonostante fosse perfettamente conscio che Francis avesse ragione.
La perdita di sangue era stata consistente, probabilmente l'indomani non si sarebbe alzato dal letto, ma questo non doveva riguardarlo.
Non si fece il minimo scrupolo a rimettere i ceppi ai polsi del francese, fissando poi le catene ad un gancio accanto alla vetrata. Dopotutto, se era sopravvissuto fino a quel momento era stato anche perchè non si era mai completamente fidato di nessuno.
Terminata quell'operazione, permise alle sue membra esauste e doloranti, di abbandonarsi finalmente sul morbido materasso.
Non era sua intenzione farlo, ma finì presto per cadere nella nebbia del sonno e nello stordimento dovuto al dolore e all'alchool.
 
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ikana
view post Posted on 22/4/2011, 12:55




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Il francese sospirò sonoramente: si sarebbe immaginato una reazione del genere da parte di un inglese qualsiasi, dato il forte orgoglio che sembrava crescere loro nel sangue ed invecchiare con la loro età, ma certo la reazione di un inglese e per di più pirata non poteva che essere quella!
Si sedette nella stessa posizione in cui stava poco prima il capitano, appoggiandosi alla vetrata e portando un ginocchio verso il petto vi appoggiò i polsi, ora nuovamente stretti in quelle rozze ed arrugginite catene: il suo sguardo rimase fisso sul biondo per diverse ore, osservandone in silenzio il sonno regolare, i leggeri movimenti del corpo e si godette alcuni brevi sproloqui dettati dal sonno, insieme a quel lento respiro che gli alzava e abbassava il petto.
Poi rilansciando il capo indietro e chiudendo finalmente gli occhi, si rilasciò ad un vero sonno ristoratore, sperando che l'indomani giungesse il più tardi possibile
 
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41 replies since 13/4/2011, 23:19   426 views
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