Il terrore dei mari, capitolo 1

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view post Posted on 8/4/2011, 14:36


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Feliciano Vargas

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Il sangue gocciolava ancora dalla lama affilata della spada, ticchettando ritmicamente sulla tavole lucide del ponte. Oltre il parapetto le onde si rincorrevano ritmicamente, spinte da un vento piuttosto sostenuto che permetteva alla nave di viaggiare ad una discreta velocità.
La mano guantata posata sulla balaustra, Arthur Kirkland, capitano di vascello della più famosa nave pirata che ormai da tempo terrorizzava i mari delle isole britanniche, scrutava l'orizzonte con occhio critico. L'altra mano era stretta con decisione attorno all'elsa della spada.
Una battaglia si era da poco conclusa e il sangue che ancora stillava dalla lama era testimone della sua schiacciante vittoria su quella che ancora insisteva per farsi chiamare "Invicibile Armada". Molti stolti spagnoli avevano trovato la loro fine su quella lama e senza nemmeno che le piume del suo cappello venissero sgualcite. Arthur Kirkland non faceva prigionieri, era sempre stato così, solo questa volta si era permesso un'eccezione: il capitano dell'ammiraglia avversaria, tale Antonio Fernandez Carriedo, era una preda troppo ambita ed un rivale che gli aveva dato troppo filo da torcere per concedergli il lusso di una fine rapida. Sarebbe rimasto nelle sue celle per un po', a godere della rinomata ospitalità inglese. Un ghigno si dipinse sulle sue labbra al ricordo delle catene che stringevano i polsi e il collo di quel giovane orgoglioso. Piegare quel testardo al suo volere era sembrato impossibile, almeno fino a quando non aveva scoperto il suo punto debole: un ragazzetto insignificante di nome Romano che aveva deciso di tenere come ostaggio come semplice dispetto nei confronti dell'odiato spagnolo. La sua espressione quando aveva minacciato di buttarlo fuoribordo o passarlo a fil di spada era stata impagabile, finchè quel ragazzino era nelle sue mani, Carriedo era totalmente in suo potere. Per questo motivo aveva deciso di risparmiarlo e affidarlo alle "cure" del cuoco di bordo, rinomato per i suoi modi non esattamente "fini".
Arthur estrasse in fazzoletto dalla tasca e ripulì con esso la lama della spada. Non si sarebbe mai sognato di asciugarla sui vestiti, la vita di mare non aveva intaccato il suo orgoglio di gentleman britannico.
Finalmente apparve all'orizzonte il segno che stava aspettando: un vascello si stava avvicinando e batteva bandiera francese. La sua nuova preda era infine giunta.
 
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ikana
view post Posted on 9/4/2011, 20:59




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Lui decisamente odiava il mare.
Francis Bonnefoy era nato, svezzato, cresciuto e maturato in una delle più belle ville della campagna parigina, tra locali del centro, salotti da caffè ricchi di studiosi che lo aiutavano a crescere, ma ovviamente non mancavano le visite nei quartieri più brugè di Parigi, con donne e anche tanti amanti.
Sul ponte di poppa, al fianco del fratellino che si divertiva a correre su e giù per tutto il vascello e ad importunare i vari marinai (i quali, per altro, conquistati dalla sua allegria e dolcezza, non facevano altro che viziarlo), il francese si asciugava per l'ennesima volta la fronte, dopo aver tolto il pesante cappello a faldone nero, usato ora come grezzo ventaglio: certo, forse non amava il mare, ma poichè era il figlio maggiore del suo casato, aveva dovuto imparare tutto ciò che era indispensabile per le lunghe traversate di commercio, però...
" Capitano! Un grande veliero a tribordo!!! "
- A quante leghe!? -
" Almeno trenta signore! "
Il francese prese il cannocchiale ed iniziò a scrutare l'orizzonte, ma la voce della vedetta arrivò prima del suo occhio:
" Jolly roger!!!! Jolly roger!!! "
- Malèdition...! Preparare il vascello all'abbordaggio! Aumentare la velocità di crociera!! Allèz!! Portate Felishiano in sotto coperta! -
Gli occhi azzurro oceano del ragazzo brillarono leggermente, mentre si vedeva sempre più facilmente braccato: spagnoli? Olandesi? O peggio inglesi?
Morse con vigore il labbro inferiore, mentre la mano andò sull'elsa pregiata della sua spada: sì, doveva essere pronto anche a quello, un Bonnefoy non si arrende mai.
 
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view post Posted on 10/4/2011, 11:36


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Ordinare l'arrembaggio fu quasi una mossa annoiata. Vento a favore, tutto a babordo, lanciate le funi... Le solite frasi, i soliti ordini. Non era quella la parte che più entusiasmava Arthur. Quello che il capitano bramava era il brivido della battaglia, l'adrenalina che gli bruciava nelle vene nel momento in cui impugnava la spada, la dolce, sadica soddisfazione di vedere il nemico piegato implorare la sua grazia. Una grazia che non sarebbe mai giunta. Perchè Arthur Kirkland prendeva semplicemente quello che voleva e si sbarazzava di ciò che riteneva inutile, fossero uomini o navi.
- Non si fanno prigionieri! - gridò, mentre dalla passerella gettata tra le due navi scendeva sul ponte del veliero francese. - Prendete tutto ciò che può avere un valore e bruciate il resto! -
La lama levata al cielo scintillò nel sole mentre si abbatteva implacabile su uno stolto che aveva osato sbarrargli la strada. Sarebbe stata una facile conquista che avrebbe rinsaldato la sua fama di dominatore di quel tratto di mare. La Manica gli apparteneva, territorio rivendicato con la forza delle armi e a prezzo di innumerevole sangue versato. Nessun bastardo spagnolo e nessun damerino francese sarebbe più stato sulla sua strada.

Edited by Yuki Delleran - 10/4/2011, 14:26
 
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ikana
view post Posted on 10/4/2011, 12:48




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- Prêt à la battaile! -
La voce di Francis si perdeva tra i primi colpi di cannone per dare una speranza con cui affondare il veliero nemico, ma sapeva perfettamente che quella fila di venti cannoni da leggeri non sarebbero serviti a nulla contro quelli poderosi d'attacco del nemico.
Vide la spada di quello che sembrava il capitano dei bucanieri della Manica levarsi alta sui primi marinai che lo circondavano, ma ben presto fu impegnato anche lui a difendersi da affondi rozzi e volgari:
- Signori! Difendete la stiva!! Engard! -
Il suo fioretto trapassava gole e carni con la stessa facilità con cui un ago passava il tessuto e ben presto il suo bel volto e le sue candide vesti si ritrovarono sozzi di sangue:
< Non posso morire per mano di... Feliciano, nasconditi >
Socchiusi gli occhi blu, affondò nel fianco di un pirata completamente sdentato la sua spada fino all'elsa, e poi di nuovo nella massa di corpi tesi a duellare.

Edited by ikana - 11/7/2011, 21:13
 
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view post Posted on 10/4/2011, 14:34


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Dopo la caduta di almeno cinque o sei marinai sotto i colpi precisi della sua spada, alzando gli occhi, Arthur individuò un giovane vestito elegantemente. Se non era il capitano era certo uno di quei nobili commercianti che sfruttavano le navi della flotta nell'illusoria speranza di poter attarversare la Manica impunemente. Lo sguardo fiero dei suoi occhi, la lama grondante sangue e le vesti chiazzate di sangue attirarono inesorabilmente la sua attenzione. Sarebbe stato impagabile vederlo implorare pietà ai suoi piedi e, in risposta a quelle inutili preghiere, dare alle fiamme il vascello sotto i suoi occhi.
- Capitano! -
La voce roca di uno dei suoi marinai lo distrasse da quell'esaltante fantasia.
L'uomo avanzava verso di lui trascinando in mezzo alla calca di corpi in lotta, un ragazzino in lacrime. Dagli abiti e dall'aspetto, Arthur dedusse che si trattasse di un altro nobile a bordo e la sua mente si mise all'istante ad elaborare strategie. Poteva farne un ostaggio ed esigere un riscatto, oppure poteva lasciarlo in balia dei suoi uomini, anche loro avevano diritto di divertirsi a volte. Scosse la testa e un ghigno si aprì sul suo volto: no, non avrebbe contravvenuto di nuovo alla sua regola.
Niente prigionieri.
Mentre una luce crudele si accendeva nei suoi occhi di smeraldo, puntò la lama lucida di sangue alla gola del ragazzo piangente.
 
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ikana
view post Posted on 10/4/2011, 20:16




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Era ormai una buona mezz'ora che continuava a mulinare fendenti tra il sangue, la polvere e le grida di uomini che riempivano l'aria ormai rarefatta di quell'odore che sapeva così tanto di paura e cupidigia: Francis disgustato sembrava ricercare con il proprio cuore un angolo sicuro di anima, mentre il suo sguardo fermo ed impassibile gestiva i movimenti del corpo fino a renderlo un'elegante macchina da guerra... Ma.
Tutto ciò scomparve quando un forte grido e un pianto a lui ben noto, ma che sembrava ancora più acuto e tetro del solito, gli giunse alle orecchie: si voltò dopo che uno degli ultimi avversari si era accasciato ai suoi piedi e, purtroppo, vide ciò che non avrebbe mai voluto vedere.
- FERMO!!! Felicianò! -
Scese di gran fretta verso il ponte maggiore della nave, ma purtroppo la sua corsa venne arrestata da diversi uomini che andavano a circondarlo e così, tra il dubbio e la memoria, ricordò le uniche parole pirate che il padre gli aveva trasmesso:
- PARLE'!!! Voglio il parlè con il vostro capitano!!
State indietro sudici esseri! -
 
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view post Posted on 10/4/2011, 21:22


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Aveva già levato l'arma per calarla con precisione millimetrica sul collo della sua vittima, quando un grido lo interruppe.
Arthur odiava essere interrotto mentre si dilettava in esecuzioni, a maggior ragione se veniva tirato in causa il parlè.
- Dannazione a chi ha inventato il parlè! - sbottò disgustato abbassando la spada.
Odiava quell'insulsa parola francese a suo parere coniata al solo scopo di salvare la pelle ai codardi. Tuttavia si trattava del codice d'onore della pirateria e venirne meno sarebbe stata un'onta ancora maggiore.
- E sia! Lasciatelo passare! - esclamò premendo la suola dello stivale sulla spalla del ragazzo in ginocchio.
Si voltò in direzione del francese, alla ricerca di quello sguardo fiero che ben presto avrebbe ceduto, esattamente come tutti gli altri.
- Sono io il capitano. Arthur Kirkland, per servirvi. - si presentò con glaciale ironia. - Quali sono le vostre proposte? -
Sperava che quell'inutile faccenda finisse in fretta, la sua spada aveva ancora sete.
 
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ikana
view post Posted on 10/4/2011, 21:37




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Il francese ascoltò la reazione del capitano di quella assurda ciurma di pirati fremendo tra la rabbia e il disgusto, ed anche se non voleva ammetterlo, il timore e la paura stavano facendo la loro parte nel suo animo, ma la vista di Feliciano a terra in lacrime nel suo bel vestito verde lo fece sentire più forte e soprattutto più testardo di quel biondo inglese.
- Francis Bonnefoy, capitano di questa nave. Io... -
Sentiva la gola già seccarsi, ma quella era l'unica possibilità che aveva: il parlè non si poteva chiamare due volte.
- Io, vi propongo un duello, monsieur Kirkland!
La mia spada contro la vostra! Senza imbrogli, trucchi o patteggiamenti. -
Quante volte aveva ricevuto un guanto di sfida da parte di mariti traditi? Di fratelli in difesa delle loro innocenti, ed ex-vergini, sorelle?
Ora per la prima volta capiva il rischio che un uomo metteva nel lanciarne uno, ma doveva tentare il tutto per tutto per salvare quel poco che restava della sua nave, della sua famiglia e del suo onore:
- Se vincerò voglio che ci lasciate andare con la nostra nave e ciò che i vostri uomini non hanno ancora fatto loro! Se-se vincerete voi... Voglio che lasciate andare solo mio fratello e il mio nostromo con questo veliero, e... -
Alzò appena gli occhi azzurro mare verso quelli del capitano pirata, occhi che fino ad allora aveva preferito chiudere silenziosamente:
- E avrete me come riscatto e tutti i tesori che porto su questo vascello: sono l'unico erede del casato principale, non guadagnereste nulla altro trattenendo qualcun altro presente su questa nave...
Allora? Acceptez-vous? -
 
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view post Posted on 10/4/2011, 21:58


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Quindi le condizioni che il francese poneva erano quelle. Doveva ammettere che il fegato non gli mancava, non era da tutti sfidare apertamente il pirata più temuto di quel secolo. Oppure era semplicemente incosciente.
Qualcosa tuttavia gli suggeriva che non fosse così, qualcosa che si trovava in fondo al suo sguardo e che gli ricordava in modo irritante quello dello stupido spagnolo nel momento in cui aveva minacciato Romano. Lo sguardo di chi è disposto a tutto per salvare qualcuno che ama.
Disgustoso.
Allontanò con un calcio il ragazzino e si voltò verso di lui mentre l'euforia per la sfida appena lanciata cresceva.
- Le vostre richieste mi sembrano ragionevoli. - disse fingendo di meditarci. - In fondo che me ne farei di una nave vuota e di un ragazzetto tremante? Non che un damerino mi sia di maggiore utilità, sono noto per non fare prigionieri e non chiedere riscatti. Ma lasciamo che siano le lame a decidere il vostro destino. -
Spazzò con un fendente lo spazio attorno a loro, per sottolineare che avrebbe colpito chiunque fosse intervenuto, e si mise in posizione di guardia.
 
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ikana
view post Posted on 11/4/2011, 19:41




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Il francese accolse tra le braccia il piccolo fratello completamente in lacrime e con le belle vesti che gli aveva donato ricoperte di polvere e graffi:
- Alè alè Feli... Basta piangere. -
Gli sorrise dolcemente mentre gli asciugava le lacrime, lasciandolo poi tra le grandi braccia del suo nostromo:
- Tifa per il tuo fratellone, bien? -
Ma appena si voltò verso il suo avversario che lasciava crescere attorno a loro un buono spazio di ponte, lo sguardo di Francis mutò considerevolmente: da quello limpido e ceruleo che aveva accolto il piccolo fratellino, ora si era trasformato in una severa occhiata piena di rancore, odio e quella scintilla, la stessa scintilla che tutti i francesi hanno nel cuore.
- Pour la libertè! Engardè! -
La lama ancora sudicia di sangue venne estratta dal fodero con un gesto repentino e mentre portava la spada al fianco, Francis si slanciò in un affondo diretto verso il biondo capitano avversario: verso la salvezza, verso la morte, verso quegli occhi così verdi da farlo impazzire.

Edited by ikana - 11/7/2011, 21:18
 
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view post Posted on 11/4/2011, 22:27


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Il primo istinto era stato quello di schernire il giovane che gli si precipitava addosso con tanta foga. Libertà? Di quale libertà stava farneticando? I nobilotti come lui non avevano la più pallida idea di cosa significasse veramente. Solo chi, come lui, era nato davvero libero poteva permettersi di fare affermazioni del genere.
- I bambini non dovrebbero parlare di ciò che non conoscono! - esclamò parando l'affondo e sfruttandone lo slancio per attaccare.
La lama affilata saettò verso la gola dell'avversario riuscendo tuttavia, a causa di uno spostamento improvviso, a lacerare solo parte della giacca. La stoffa si tinse di rosso e Arthur sogghignò, preparandosi a colpire di nuovo, questa volta nel segno.
- Avete scommesso la vita vostra e dei vostri uomini, ma non sembrate destinato ad aver la meglio. A quanto pare il "Signore dello Stretto" è dalla mia parte! -
 
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ikana
view post Posted on 12/4/2011, 18:26




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Il francese indietreggiò di alcuni metri quando avvertì la lama che strisciava terribile contro la pelle sotto la scapola: la mano sinistra corse al bavero della giacca ormai squarciato, per poi invece inabissarsi verso il suo fianco.
Non voleva assolutamente sapere se si era ferito o meno:
- Tsè, i bambini dite? Ritenetevi fortunato, capitain! -
Incrociò nuovamente l'affondo dell'inglese contrastandolo volto a volto con lui e gli si rivolse con una voce talmente roca e pacata da sembrare quella di un amante con la propria innamorata:
- Non perchè il Signore dello stretto è con voi, ma solo la sua dannata sete di sangue!
Arhg! -
Rabbiosamente lo riallontanò con una spinta poderosa del braccio, lasciando che la spada del nemico corresse a graffiare il ponte della nave di quel padre che sicuramente ora lo aspettava al porto della Rochelle:
- Fortunato perchè voi conoscete la libertè! Potrei quasi, invidiarvi! -
Un ghigno leggero comparve sul suo volto, tetro messaggero della sua lama che correva ad affondare verso il fianco sinistro del capitano inglese.
 
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view post Posted on 12/4/2011, 20:48


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La punta della spada incontrò le tavole solide del ponte provocando un contraccolpo che gli scosse l'intero braccio e la forte spinta del francese lo costrinse ad indietreggare di alcuni passi.
Con la coda dell'occhio vide il suo nostromo farsi avanti nel gesto di porgergli soccorso e lo fulminò con uno sguardo che significava chiaramente "Stai alla larga se non vuoi fare una fine peggiore del francese". Arthur non si sarebbe mai abbassato ad accettare l'aiuto di nessuno! Era il dominatore dei mari, che godeva della benevolenza del Signore dello Stretto, il cui grande potere solo uno stolto poteva irridere e di certo non impunemente. Esistevano forze che nessun uomo saggio avrebbe osato sfidare e questa vi rientrava a pieno titolo.
In risposta al nuovo attacco del francese, si lanciò in avanti a sua volta e di nuovo gli giunse all'orecchio il rumore della stoffa lacerata, seguito da una fitta al fianco sinistro. Sentì il sangue caldo inzuppargli la camicia di seta fino a macchiare la giacca e, portando una mano alla parte offesa, rivolse uno sguardo d'odio al suo avversario, il ghigno di poco prima prematuramente scomparso.
- Avete fegato, francese, questo devo riconoscervelo. Tuttavia i giochi sono finiti. -
Erano anni che nessuno osava ferirlo, l'autore di tale offesa l'avrebbe lavata col sangue. Un ultimo attacco e avrebbe chiuso la partita.
 
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ikana
view post Posted on 12/4/2011, 21:18




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Il francese sorrise soddisfatto e voltatosi appena su sè stesso, scrollò l'arma come a volerla ripulire della lordura di sangue inglese che ne aveva ricoperto la lama almeno per metà:
- I giochi saranno finiti quando vi vedrò cadere sul vostro sangue, capitain! -
Il francese senza dare il tempo di respiro all'inglese si slanciò nuovamente verso di lui, anche se il suo cuore sembrò cessare di battere: l'odore acre e ripugnante del sangue sparso sulle vesti, quello sparso in ampie chiazze sul bel ponte di quercia della sua nave, i gemiti dei feriti e il silenzioso respiro dei troppi morti.
< Ci sarà anche la mia voce tra quelli? >
Un leggero spasmo sul suo volto, gli occhi cristallini che sembravano persi nella sua anima: una lieve distrazione che forse l'avrebbe ricongiunto alla cara madre.
 
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view post Posted on 12/4/2011, 21:37


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L'orgoglio gridava vendetta, i suoi uomini invocavano il suo nome e il francese gli stava offrendo su un piatto d'argento l'occasione per la vittoria.
Approfittando della distrazione del suo avversario, Arthur schivò l'affondo con una finta, ruotò su sè stesso e lo colpì sul retro del ginocchio. Mossa non esattamente limpida, ma era pur sempre un pirata e le regole se le faceva da solo.
Vedendo ormai compromesso l'equilibrio del francese, atteste che si trovasse con la schiena a terra e non esitò a puntargli la spada alla gola.
- Dicevate? - lo schernì recuperando quel ghigno a metà tra il sadico e il malizioso. - I giochi sono fatti: a voi la vita del ragazzo, a me tutto il resto! -
Fece segno ai suoi uomini di terminare l'opera di brigantaggio e consegnò nelle mani del nostromo il nuovo prigioniero.
Quando uno dei marinai gli consegnò la bandiera che fino a poco prima aveva sventolato sull'albero maestro, Arthur lanciò uno sguardo disgustato a quel tricolore nemico poi fissò con ostentazione gli occhi dell'ex capitano, mentre gli dava fuoco con una torcia e lo gettava in mare.
- La nostra opera è conclusa! - esclamò. - Albion ci attende! -

Edited by Yuki Delleran - 13/4/2011, 23:59
 
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