Un bagno di rose, capitolo 7

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view post Posted on 9/6/2011, 22:22


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Feliciano Vargas

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Sentendo le carezze di Francis così lievi sulla schiena iniziò a rilassarsi e, involontariamente, anche le sue mani si fecero più gentili mentre scivolavano sulla pelle bagnata.
Passarono dalle spalle al collo, insinuandosi tra i capelli e scendendo poi verso le cosce. In un altro momento non avrebbe esitato un attimo a prendersi quello che voleva, eppure ora sentiva, forse per via di quella bizzarra affinità, di dover chiedere una sorta di permesso. Esisteva solo una persona sulla faccia della terra che gli aveva fatto provare una sensazione simile prima, l'unica che aveva il coraggio di sgridarlo come un bambino e l'unica a cui aveva affidato il bene più caro che avesse mai avuto.
- Avete promesso di soddisfare ogni mia richiesta, ricordate? - sussurrò con un tono di voce allusivo. - Onorerete la vostra parola anche senza catene o pugnali di mezzo? -
 
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ikana
view post Posted on 10/6/2011, 16:28




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Il francese assecondò i gesti dolci e stranamente chieti del capitano inglese, così diversi da quelli frenetici e spasmodici che ricordava legati alla sua immagine in quella stanza sul veliero: assaporò ogni bacio, ogni carezza seguita da brividi forti come scosse violente e si ritrovò a sgranare gli occhi quando rialzò il volto estatico verso quello del biondo sopra di lui.
- Lo ricordo... -
Sollevò delicatamente la mano andando a ravvivare i capelli e lasciandola poi ricadere mollemente fuori dal bordo della vasca:
- Non ci sarà bisogno di nullà.
Mantengo sempre le mie promessè, mon capitàin...! Je le jurè. -
Sorrise sornionamente Francis, lasciandosi ormai in balia del calore che c'era in quella stanza e dell'acqua che forse di lì a poco avrebbe straripato... Forse.
 
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view post Posted on 10/6/2011, 22:01


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Il sorriso predatore di Arthur si ampiò notevolmente vedendo il francese così arrendevole nelle sue mani. Sì, prendere qualcosa contro la volontà del proprietario ed entrarne in possesso con la forza poteva essere soddisfacente, ma a volte anche il quieto assenso era piacevole. Non dover lottare continuamente contro qualcuno che per lui provava solo odio divenatava una sorta di rara oasi di pace.
Ben presto non ci fu più bisogno delle parole e Arthur si abbandonò completamente alle sensazioni che il corpo di Francis gli regalava: calore, passione, desiderio e possesso, tutto mescolato in un vortice di emozioni che gli dava alla testa come la più forte miscela di rhum.
Quando si accasciò esausto su di lui, ignorando l'acqua che aveva a poco a poco ricoperto il pavimento della stanza, appoggiò la fronte nell'incavo del suo collo e tentò di regolarizzare il respiro.
Per una frazione di secondo si rese conto che stava per chiedere al suo partner se andasse tutto bene, come se la cosa dovesse importargli. Non si trattava forse di un prigioniero?
Facendosi forza con questa convinzione, si alzò a sedere, ma mantenne gli occhi verdi ancora lucidi fissi sulla figura spossata di fronte a lui.
 
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ikana
view post Posted on 10/6/2011, 22:21




:fran:

Non ci fu tempo per i respiri.
Solo ansimi, carezze ruvide ma dolci: un ossimoro continuo l'atteggiamento di quel maledetto corsaro; prima gli infammiava l'anima e poi il corpo con morsi, baci e strette da fargli perdere il fiato.
Una petit-mort che non avrebbe mai scordato.
Quando lo vide accasciarsi su di lui, anche Francis potè riprendere fiato, ma risultò ben più difficile del previsto, dato che notò come fosse riuscito l'inglese a riprendersi prima di lui: sollevò appena lo sguardo azzuro intravisto appena tra le ciocche scomposte sul volto e sorrise appena allungando le braccia sulle pareti della vasca e sollevandosi delicatamente a sedere mordendo appena le labbra:
< Merd... Un respiro Francis...! >
 
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view post Posted on 10/6/2011, 22:36


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Vedendo quelle labbra arrossate dai baci strette tra i denti che rischiavano di ferirle, Arthur si spinse istintivamente in avanti, per ricatturarle con le sue, in una danza più lenta della precedente e decisamente più languida.
- Non morderle. - soffiò, dando all'ordine una sfumatura di dolcezza che lo attutiva e abbandonando definitivamente il "voi". - Non tollero di veder danneggiato qualcosa di mio. -
Si ritrasse e tornò a stendersi nell'acqua ormai tiepida.
- Molto presto faremo vela verso il mio vero rifigio segreto, non appena le riparazioni dell'Albion saranno ultimate. -
Il veliero, infatti, necessitava di una certa manutenzione dopo i due arrembaggi, soprattutto considerando che la flotta spagnola aveva dato fondo alle propria scorta di palle di cannone quando se l'era trovato di fronte.
- Là si trovano le uniche due persone a cui tengo veramente e di cui nessuno, ripeto nessuno, dovrà mai venire a conoscenza. Ucciderei senza la minima esitazione chiunque osasse alzare anche solo un dito su di loro. -
Eppure stava raccontando della loro esistenza ad un prigioniero, un nemico. Forse il troppo caldo di quel bagno gli aveva dato alla testa.
 
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ikana
view post Posted on 11/6/2011, 11:55




:fran:

Francis rimase nuovamente stupito da quel bacio così dolce e malinconico, anche nelle parole che gli furono rivolte trovò quella vena languida che ogni uomo normalmente teneva in sè, ma che utilizzava solo in casi eccezionali:
- Pardonnèz-moi... -
Si ritrovò a sussurrare appena prima di rivederlo allontanarsi da lui e stendersi nell'acqua: le parole erano mellifue e l'ambiente caldo, pieno di vapore acqueo, risaltava la bellezza barocca di quell'essere tutto emozioni e sentimenti nascosto dalla corazza di sangue, forse ora lavata via.
Lo ascoltò annuendo appena e carezzando la caviglia dell'inglese che gli sfiorava la coscia, simulando un gesto quasi trascurato di quotidiana conoscenza:
- Sono d'accordo que, ho una scherta âge per capire ciò, mais... -
Arrivò a carezzare lentamente il piede tornando a rilassarsi sulla sponda della vasca:
- Pourquoi qualcuno dovrebbe sfiorare coloro che amate, se la pena è questà?
Non ne trovo vantaji se sono così importanti... Capirei se uno dei vostri prendesse un prijioniero come moi, mais... -
Alzò appena le spalle in un gesto non curante e chiuse gli occhi lasciandosi andare.
 
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view post Posted on 11/6/2011, 18:04


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I leggeri tocchi sulla caviglia e sul piede lo aiutarono a rilassarsi ancora di più. Avrebbe anche potuto credere che quell'uomo fosse inoffensivo e non un mortale nemico in attesa di un suo solo momento di distrazione.
- Si vede che non conosci a fondo il mondo della pirateria. Tu dici di non volermi morto ma non hai idea di quante persone lo desiderino. Se qualcuno prendesse loro come ostaggi, mi avrebbe completamente in suo potere. -
Abbassò gli occhi e sospirò pesantemente.
- Anche se dubito che lei si lascerebbe rapire senza opporre resistenza. Chi dovesse provarci probabilmente si troverebbe un pugnale nella schiena ancora prima di accorgersene. -
Un leggero risolino gli sfuggì: era così che si erano conosciuti, lui che aveva tentato di rapirla e lei che per poco non lo faceva secco. Che donna di carattere, come non ne aveva più trovate.
- Del resto la moglie di un pirata non può essere una principessina indifesa. -
 
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ikana
view post Posted on 11/6/2011, 20:42




:fran:

Il francese rimase ad ascoltare nuovamente le parole dell'inglese senza aggiungerne altre, lasciandosi scappare solo alcuni mugoliì di assenso e cenni leggeri del capo, o almeno fino alla sconvolgente notizia su quella fantomatica donna:
- Mo-moglie? -
Rialzò il capo andando a fissare il biondo capitano leggermente infastidito: strinse il bordo della vasca forse con troppa violenza, reagendo ad una sensazione fastidiosa nascosta nel cuore da troppo tempo; ora sentiva decisamente troppo caldo, Francis, e quel segreto diventava troppo pesante per quel suo ruolo di mero "schiavo".
Era... Gelosia quel sentimento?
Tuttavia si ritrovò a inghiottire quella specie di rospo gigante e respirò lentamente:
- Immaginò. Ma devo ammettere che sono proprio le mogli ad essere le più pericolose, rispetto alle princessè... -
Raccolse i capelli tirando indietro le ciocche ravvivandoli lentamente:
- Le princessè le comandi come preferisci, le mogli sono passionali irrefrenabili e avèc strane voglie... -
Si ritrovò a ridere vivacemente come non faceva da diversi giorni: aveva solo ventisette anni, Francis, eppure in quel breve tempo aveva conosciuto alcune delle contesse e marchese più strane della sua vita.
Ma forse nessuna poteva competere con IL Marchese...
- Ah, Sade... -
Sospirò infine mentre tornava a rilassarsi pensando al moro e alla sua villa di periferia.
 
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view post Posted on 11/6/2011, 21:54


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Arthur si accorse immediatamente della reazione infastidita di Francis e sulle prime ne sogghignò, prima di annuire alle sue parole.
- Hai pienamente ragione, una come lei non si lascia mettere i piedi in testa da nessuno. Ha uno spirito che pochi possidedono, nemmeno il sottoscritto può affermare di essere riuscito a domarla. Lei appartiene solo a sè stessa e se mi concede determinati favori è solo perchè le sono... non saprei... forse simpatico... -
Era totalmente assurdo come discorso, se ne rendeva conto, così come era assurdo far passare Sesel per sua moglie o qualcosa del genere. In ogni caso non avrebbe saputo come spiegare altrimenti il loro rapporto: lei custodiva il suo tesoro e come tale era altrettanto importante, ma questo, agli occhi di Francis, sarebbe apparso incomprensibile.
L'ultima parola sussurrata dal francese, lo riportò alla reatà in modo piuttosto irritante. Era un uomo di mondo, Arthur, era ovvio che avesse sentito parlare del marchese, ma sentirlo nominare lì, nella sua vasca, nel suo bagno, dopo quello che era appena successo, lo urtò.
Si alzò quindi di scatto e allungò una mano per prendere un telo poco lontano.
- Usciamo! - ordinò stizzito.
 
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ikana
view post Posted on 11/6/2011, 22:08




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Il francese rimase piacevolmente stupito della reazione così agitata ed improvvisa dell'inglese e uscì anche lui dalla vasca, facendo attenzione all'acqua al suolo che sarebbe potuta diventare un'attentatrice al suo bellissimo fondoschiena: recuperò anche lui un telo avvolgendolo alla vita e stiracchiandosi appena.
- Bien bien j'arrivè... Mais come mai tutta questa frettà, capitàin? -
Si avvicinò lentamente alle spalle dell'inglese sfiorandogli la spalla e colse piacevolmente che fosse appena affaticato: la ferita infertagli da lui stesso ormai diversi giorni prima era ancora un ricordo ben vivido sulla sua carne.
- Tutto bene, capitàin...? -
 
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view post Posted on 11/6/2011, 22:23


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Il tocco di Francis sulla spalla gli provocò un brivido che respinse con irritazione quando si accorse di non trovarlo per nulla fastidioso. In quel momento, infastidito com'era, non voleva essere toccato dall'oggetto del suo malumore.
Si voltò quindi di scatto, seccato.
- Sto benissimo! Cosa ti fa pensare che io... -
In quel momento una fitta alla ferita gli mozzò il fiato, costringendolo a piegarsi in avanti, movimento che ne destabilizzò l'equilibrio.
Un piede in fallo su un pavimento bagnato era fin troppo facile da mettere e Arthur si vide già dolorante a terra, piegato su sè stesso a causa del dolore della ferita.
Scena patetica, riuscì ad elaborare il suo cervello in una frazione di secondo, non esattamente l'ideale come coronamento di una serata del genere.
 
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ikana
view post Posted on 12/6/2011, 15:21




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Il francese accorse subito a riparare ad un perfetto scivolone che avrebbe sicuramente portato ad un ulteriore cambiamento di carattere da parte dell'inglese: lo afferrò saldamente per le spalle e lo sollevò sotto le ginocchia, sorridendo amabilmente allo sguardo stupito ed imbarazzato del capitano.
- Pet-etre che lo sapiia poichè quella ferita ve l'ho procurata io, n'est-pas? -
I grandi occhi blu brillarono per un momento vedendo le gote arrossate dal calore della stanza e dal gesto così impacciato che aveva sicuramente leso la figura di capitano del male che l'inglese si era cucito addosso: ora, Francis, si risentiva finalmente l'amante della mezza Parigi di qua dalla Senna, nelle quali braccia tutte le donne speravano di cadere almeno una volta, ma che lui risparmiava solo per le donzelle in difficoltà o per i personaggi più illustri della città rivoluzionaria.
- Vi fashevo più pesante, capitàin... -
Pronunciò lentamente il francese lasciando che i loro sguardi si incrociassero finalmente.
 
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view post Posted on 12/6/2011, 21:15


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Un attimo prima che la caduta diventasse rovinosa e distruggesse definitvamente quel poco che restava della sua dignità dopo un discorso del genere, Arthur si sentì afferrare al volo e sostenere in un modo che mandò in briciole tutti i suoi sforzi di apparire rigido e altero.
- What the...? Non sono una dannata principessa, mettimi subito giù! - protestò con veemenza agitandosi ed ignorando quanto un comportamento del genere fosse deleterio per la sua ferita.
Dopotutto non se n'era preoccupato neanche prima, quando il troppo movimento aveva rischiato di essere dannoso, ora però doveva imporsi di non pensare al dolore.
Nonostante le guance in fiamme, lo sguardo che rivolse a Francis fu decisamente tagliente.
- Non accetto un comportamento del genere da una mia proprietà che ha avuto addirittura l'ardire di fare il nome di un altro uomo mentre si trovava con me. -
Era un affronto bello e buono, non l'avrebbe scampata facilmente.
 
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ikana
view post Posted on 13/6/2011, 08:25




:fran:

Il francese spalancò i grandi occhi blu e ascoltò i rimproveri dell'inglese mentre lentamente portava il suddetto verso l'anti-camera del bagno, adagiandolo sul divanetto dove l'aveva trovato appena arrivato nei suoi appartamenti: si inginocchiò lentamente, chinando il capo di fronte a lui e lasciando che quella costruzione di cavaliere-principessa continuasse a protarsi nel tempo.
- Alors, perdonate questa proprietà che ha osato nominare un caro amico di fronte a voi... -
Rialzò il capo, sorridendo appena di fronte a quello splendore avoreo e biondo, per poi lasciar scivolare lo sguardo sulla ferita evidentemente arrosata e alcuni dei punti sembravano cedere: il suo tic nervoso di mordersi le labbra tornò, affibiandosi anche parte della colpa di quel problema, per aver osato un atteggiamento ardito nei confronti di colui che poteva definirsi il suo "padrone".
- Perdonnèz-moi... - sussurrò appena prima lasciar ricadere lo sguardo al suolo.
 
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view post Posted on 13/6/2011, 11:32


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Un caro amico. Arthur non riusciva in nessun modo ad associare una parola semplice come "amico" alla figura del marchese la cui fama aveva superato da parecchio le mura dei salotti parigini. Eppure quell'atto di sottomissione soddisfò il suo ego smisurato e permise ad un sorrisetto compiaciuto di affiorare.
- Mh. - fu il suo solo commento a constatazione di quelle parole.
Solo quando vide Francis mordersi nuovamente le labbra come poco prima, si chinò in avanti e ne sollevò il volto.
- Ti ho detto di non morderle. - ribadì in tono decisamente più morbido prima di catturarle in un rapido bacio. - Ti bacerò ogni volta che lo farai, se non ti piace ti conviene abbandonare presto l'abitudine. -
Si lasciò di nuovo andare all'indietro, sprofondando tra i cuscini del divanetto senza preoccuparsi di bagnarli.
- Ma guarda tu, mi tocca trattarti come un bambino... - sospirò fingendo esaperazione.
La ferita faceva male, avrebbe voluto chiedergli di controllarla e sistemare la medicazione, ma il suo orgoglio gli impediva di chiedere un simile favore in quel momento.
 
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41 replies since 7/6/2011, 17:01   357 views
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