Arthur si rilassò, sdraiandosi sul prato e appoggiandosi su un gomito.
- Tu diventerai fortissimo quando sarai grande. Io lo so bene, sei il mio fratellino. Però fino ad allora devi avere pazienza, fare il bravo e ascoltare Sesel. Un vero pirata inglese è sempre lindo e in ordine. -
Sorrise tra sè evitando di menzionare le battaglie che imbrattavano costantemente di sangue i suoi vestiti e il lavoro a bordo dell'Albion, dove di lindo c'era ben poco, forse giusto la cabina di Nor.
- Quel cappello, - disse indicandolo come se si trattasse di un cimelio di enorme importanza. - apparteneva al capitano della flotta spagnola. Invencible Armada, la chiamavano loro. -
Il suo tono assunse una sfumatura ironica mentre le parole straniere scivolavano sulla sua lingua con una certa difficoltà.
- Ovviamente erano invincibili prima di incontrare capitan Kirkland!E' stata una battaglia epica! Io e il capitano Carriedo che ci confrontavamo con la spade sguainate sul ponte della loro ammiraglia! -
Mimò con la mano il gesto di affondare un colpo di sciabola.
- Un fendente, poi un altro, una parata, un affondo e poco dopo era in ginocchio davanti a me! L'ho trascinato nelle celle dell'Albion in catene e ho dato fuoco alla sua nave. Nessuno spagnolo deve osare sfidare la supremazia inglese sui mari! -
Infervorato dal suo stesso racconto, rivide l'ammiraglia che bruciava, con lo stendardo spagnolo lambito dalle fiamme che ancora sventolava in cima all'albero maestro e Carriedo, in ginocchio, che lo fissava quasi con le lacrime agli occhi.
- E poi, dopo gli spagnoli, abbiamo assaltato un galeone francese! -
