La ragazza si bloccò non appena percepì quello sguardo di ghiaccio su di sè. Arthur era lì e li fissava dalla porta con un'espressione terribile, l'espressione di chi sta per compiere qualunque tipo di nefandezze.
Francis si stava giustificando per un motivo, ma lei temeva la reazione del pirata per tutt'altro.
- Arthur... no... per favore... - iniziò a bassa voce.
Tutte quelle ferite, quegli squarci sanguinanti su una pelle di porcellana che nessuno,
nessuno avrebbe dovuto toccare. Un'espressione di sofferenza che
nessuno avrebbe dovuto vedere.
Arthur sentiva un furore gelidi strisciare dentro di sè fino a prendere completamente il controllo. Strinse i pugni, conficcando le unghie nel palmo, per mantenere una parvenza di dignità anche se gli tremavano le mani dalla rabbia.
Chi?
Chi aveva osato toccare qualcosa di sua proprietà senza un esplicito permesso?
Chi aveva osato deturpare e fare scempio di quella sua proprietà?
Era un affronto che non poteva tollerare, allo stesso modo in cui non poteva sopportare la vista di quel sangue se non era stato lui a farlo scorrere.
Scostando Sesel senza un minimo di grazia e senza badare alle inutili parole che venivano pronunciate, si avvicinò al letto e afferrò Francis per una spalla.
- Chi ha fatto questo? - sibilò gelido come la morte. - Il nome. Ora. -