Testardo. Testardo e cocciuto, doveva sempre ribattere ad ogni cosa che gli veniva detta e contestare le sue parole. Arthur sospirò.
- Allora fa' come ti pare. - rispose ignorando, o almeno fingendo di farlo, la frecciata sulla "gente oltre oceano".
Nonostante questo realizzò con una certa soddisfazione che il francese stava seguendo il suo consiglio: forse non era la posizione più comoda e di certo nemmeno la migliore da tenere in sua presenza, ma almeno le ferite non avrebbero ulteriormente sofferto. Ecco, sì, avrebbe fatto meglio a concentrarsi su quello che non sul corpo steso inerme davanti a lui. Aveva assicurato che non avrebbe approfittato di quel ben di Dio in nessun modo, quindi meglio pensare ad altro, e l'accenno a Sesel era un ottimo diversivo.
- Non credo alle dicerie superstiziose, ma se lei si trova qui è grazie ad una profezia fattami dal Signore dello Stretto. - spiegò. - Mi fu detto che in un'isola del sud avrei trovato una ragazza più rara di una perla azzurra, che sarebbe diventata la custode del mio tesoro più prezioso. -
Come sempre, quando si riferiva ad Alfred, la sua espressione si addolcì.
- Quando l'ho vista la prima volta, vestiva d'azzurro e portava un filo di perle del medesimo colore, l'ho riconosciuta subito. So che è forte, ma è proprio quello che ci vuole per il suo compito e lo sa anche lei. -