Precedette entrambi gli uomini nella camera e quando Francis la raggiunse, lo fece stendere e lo spogliò della camicia con gesti spicci e per nulla imbarazzati. Del resto non si poteva mostrare debole davanti ad Arthur e men che meno attratta da un altro uomo. Non che lei fosse attratta da Arthur, beninteso!Semplicemente non voleva che ci rimanesse male o facesse scenate come quella di poco prima.
Inoltre un sottile presentimento si stava insinuando in lei, anche se preferiva non darvi peso per il momento.
Ripulì nuovamente le ferite e finalmente riuscì a bendarle con la fasce di lino che si era procurata.
- Ora dovete riposare, tassativamente. - ordinò. - Se vi strapazzate ancora potrebbe venirvi la febbre, anzi di certo vi è già venuta, quindi fate il bravo. Io vado a prepararvi una tisana. -
Detto questo, uscì dalla stanza lasciando soli i due e augurandosi che il capitano non ne combinasse una delle sue.
Aveva osservato il lavoro di Sesel in silenzio, trattenendosi dallo sfiorare i marchi rossi sulla pelle candida, attirato in modo quasi magnetico dal colore el sangue. Quando questi vennero coperti da fasciature pulite e la ragazza uscì, indugiò per alcuni minuti sulla poltrona accanto al letto, prima di alzarsi e appoggiare la mano sulla fronte di Francis in modo piuttosto brusco.
- Sesel ha ragione, la tua temperatura è troppo alta. -
Incrociò le braccia e lo fissò con aria ostentatamente annoiata.
- Che scocciatura, ora mi tocca anche curare i prigionieri. Ma per chi mi ha preso, quella ragazza, per un buon samaritano? Forza, mettiti a letto come si deve, non sono la tua balia! -
Scostante come sempre, per mascherare la strana apprensione che strisciava infida dentro di lui.