Era stanco, completamente spossato.
No, forse dire così voleva dire prenderla alla leggera: era decisamente distrutto.
Lukas aveva ragione, era stato dannatamente gentile e premuroso nei suoi confronti, ma non sapeva spiegarsi come, ormai sentiva di avere tutto il tempo per poterlo avere e fare suo, senza limiti, senza scrupoli e senza "spioni" di ogni genere e sorta: erano solo loro due.
E fu con questo pensiero che si addormentò, con ancora stretto tra le braccia il norvegese, al quale stava tornando quel respiro lento e calmo che tanto amava, e che lui nemmeno nel sonno possedeva: si coprì e lo coprì con quel lenzuolo leggero, mentre la mano gli carezzava appena il petto.
Ma fu tutto quello che ricordò, prima di cadere in un pesante sonno ristoratore.