Che la guerra abbia inizio, capitolo 17

Gilbert schivò con destrezza il potente colpo di alabarda che, se l'avesse raggiunta, avrebbe potuto spezzare con facilità la lama della sua spada. Dunque quel filibustiere stava lasciando il suo compagno nelle mani di altri per poterlo affrontare più liberamente, interessante.
Recuperato l'equilibrio, la sua espressione si distorse in un ghigno sadico: sarebbe stato un combattimento all'ultimo sangue e, se si fosse accorto che la spada non era sufficiente, aveva sempre le pistole. Dopotutto nessuno aveva stabilito che dovesse essere uno scontro leale.
La sua posizione di guardia si trasformò ben presto in una di attacco e nuovamente si lanciò contro il suo avversario, pronto sia ad una prova di forza che di abilità, tanto eccelleva in entrambe.
- Vediamo di fare un po' di pulizia dai rifiuti del mare! - esclamò.

Gilbert dovette impiegare tutta la sua forza per sostenere l'attacco di quella pericolosa alabarda. Era certo che quel pirata ci sapeva fare, era forte ma non aveva stile e spesso, in situazioni del genere, l'abilità e la destrezza potevano essere molto più utili della forza bruta.
Si disimpegnò facendo un passo indietro e ruotando su sè stesso, alzò la lama e si preparò a colpire nuovamente.
- Sono Gilbert Weillschmidt, ammiraglio di Sua Maestà di Prussia. - si presentò accennando un ironico inchino. - Ricordalo bene perchè sarò colui che metterà la parola fine a questo covo di cani randagi! A me invece non interessa il tuo nome, sarai solo uno dei tanti che ho sepolto nell'oceano, magari insieme al tuo amichetto stregone! -

Probabilmente aveva toccato un tasto dolente: quel piccoletto sembrava stare molto a cuore al pirata nordico, magari era suo fratello oppure era vera la diceria che a bordo delle navi, in mancanza di donne, i marinai si consolavano come potevano. Il solo pensiero lo fece rabbrividire di disgusto. Del resto lui non si era mai posto il problema, visto che aveva una donna o più in ogni porto in cui la sua nave attraccava e se si trattava di una nuova destinazione non tardava a trovare compagnia femminile.
Tuttavia quegli oziosi pensieri vennero interrotti dal grido selvaggio di quel barbaro del nord che gli piombò addosso con tutto il peso della sua letale alabarda. Se Gilbert non fosse stato più che rapido a scansarsi, si sarebbe ritrovato tagliato in due da capo a piedi. La lama lo raggiunse al braccio destro, ferendolo e macchiando do sangue la manica della sua uniforme: se fosse stato lucido si sarebbe reso conto che un colpo del genere al braccio che reggeva la spada, aveva già chiuso la partita, ma Gilbert non era affatto lucido. Quel bestione aveva osato ferirlo, non ne sarebbe uscito vivo!
Stava per lanciare l'ennesimo grido di guerra, quando il suo sguardo cadde su una scena alle spalle del suo avversario: i difensori dell'isola stavano capitolando e due dei suoi marinai tenevano saldamente per le braccia il corpo esanime dello stregone biondo. Le sorti della battaglia volgevano inaspettatamente a suo favore.
Con un gesto fulmineo, gettò a terra la spada, ormai inservibile, e scattò di lato, spiazzando l'avversario e raggiungendo i suoi uomini. Estrasse una delle pistole e la puntò alla testa del ragazzo.
- Getta le armi! - intimò con un ringhio furioso. - Gettale se non vuoi che apra un buco in questa bella testolina bionda! -

Ormai l'aveva in pugno, li aveva in pugno tutti quanti!
Gilbert ghignò di soddisfazione nell'assistere alla rabbia frustrata del suo avversario: ora si sarebbe vendicato di colui che aveva osato ferirlo e, nello stesso tempo, avrebbe fatto piazza pulita della feccia che infestava l'isola, guadagnandosi in questo modo l'ennesima onorificenza. Magari sarebbe anche salito di grado. Fantastico.
- Tutti in riga, avanti! - sbottò. - Muovetevi, cialtroni! E dite le vostre ultime preghiere, ammesso che sappiate cosa sono. -
Chiamò a raccolta alcuni dei suoi uomini scelti, i pochi che aveva armato con i fucili di bordo, e li fece schierare alle sue spalle. Un'esecuzione in piena regola, ecco cosa ci voleva per gentaglia del genere.
- Non preoccuparti, - continuò in tono di scherno rivolto al comandante nemico. - rivedrai presto il tuo biondino, perchè ti seguirà a ruota! Caricate! -
Stava per dare l'ordine di fuoco, quando si rese conto che qualcuno stava correndo affannato verso di lui: era uno dei marinai che avevano seguito quella peste della contessina.
- Ammiraglio! Ammiraglio! La contessina... - ansimò l'uomo quando lo raggiunse. - Milady richiede assistenza immediata alla villa. Sembra che il capitano pirata si sia arreso, ma temiamo rivalse. -
Gilbert digrignò i denti: quella maledetta donna era riuscita a far capitolare anche un terrore dei mari come Kirkland, chissà che dannata stregoneria aveva usato?
- Sbattete questi cani nelle celle del paese e lasciateli lì a marcire! - ordinò quindi ai suoi.
Non aveva potuto gustarsi un'esecuzione, ma avrebbe comunque gioito nel saperli rinchiusi a languire fino all'inevitabile fine.
- Voialtri con me! Andiamo a vedere cosa combina la venerabile strega. -