- L'hai visto? - non riuscì a trattenersi dal chiedere la ragazza.
Avrebbe potuto accusarlo di non averla portata con sè, ma quando lo vide così disperato, così prostrato dalla situazione di impotenza davanti al crudele fraintendimento di cui era vittima, non potè fare a meno di abbracciarlo e lasciare che piangesse sulla sua spalla, lì in ginocchio sul ponte.
Lo strinse forte, lasciando che si sfogasse e ripetendo a voce bassa: - Non è colpa tua... non è colpa tua... -
Al termine del racconto, gli prese il volto tra le mani e lo fissò negli occhi, sforzandosi a sua volta di non cedere alle lacrime: non era quello il momento di mostrarsi debole.
- E' vivo. Dice di odiarti, ma è vivo. Pensa a questo, a tutto il resto c'è rimedio. Lo tireremo fuori da lì, insieme. Con il tuo amore, con il mio amore, ce la faremo. Ne sono certa. -
Una fede incrollabile, ecco cosa una donna doveva mostrare quando l'uomo davanti a lei rischiava di perderla.