Alla risposta furibonda di Lovino, lo spagnolo spalancò gli occhi, shockato.
- Cos... No! - esclamò d'impulso.
Stipido lui e la sua linguaccia che parlava prima di collegare il cervello e finiva per dire cose facilmente fraintendibili.
- No, no, Lovi, non è così... - continuò, ma vedendo che l'italiano aveva evidentemente bisogno di sfogarsi, lo lasciò finire, allontanandosi da lui e prendendo posto su una delle poltrone della stanza.
Quando finalmente scese il silenzio, lo fissò con lo sguardo più serio che si fosse mai visto nei suoi occhi verdi, nonostante tutto l'amore disperato che stava provando in quel momento.
- Vieni qui. - disse in tono imperioso, lo stesso che usava per comandare la ciurma sulla sua ammiraglia. - E guardami. Non ho mai pensato, nemmeno per un istante, a te in questi termini. La sola idea mi disgusta, te lo posso giurare su quanto ho di più caro, ma sarebbe un giuramento ingiusto visto che si tratta di te. -
Il suo sguardo si addolcì mentre aggiungeva: - Non ti chiedo di scendere a patti e nemmeno io voglio farlo. Troverò un modo... -
Si passò una mano tra i capelli, frustrato dalla propria impotenza.
- Non so quale, non ho idea di cosa fare, ma lo troverò, te lo prometto. -