Un party di fuoco, capitolo 24

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view post Posted on 19/3/2012, 22:45


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Feliciano Vargas

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:sesel:
La ragazza si sentì sollevare tra le braccia di Francis e ebbe l'impressione di galleggiare per qualche minuto. Il tempo che le fu sufficiente a riprendersi quasi del tutto. Quando giunsero nel salottino, l'idea che aveva in mente si era già delineata e aveva recuperato abbastanza forze per metterla in pratica.
Sesel non era il tipo di ragazza che si abbandonava alla disperazione senza reagire. Poteva restare sconvolta sul momento, ma non si sarebbe mai rassegnata finchè avesse avuto anche la più pallida speranza di fare qualcosa.
Dal divanetto su cui era sdraiata, aspettò che l'ammiraglio le voltasse le spalle prima di aprire gli occhi. L'oggetto che faceva al caso suo si trovava su un basso tavolino a portata di mano e le sarebbe bastato davvero poco per afferrarlo. Certo, era un azzardo, ma tutto in quella messinscena lo era. Se fosse andata male sarebbe stata la fine di entrambi, ma in ogni caso Sesel aveva già messo in conto che senza Arthur non avrebbe potuto sopravvivere.
Con un gesto fluido, afferrò un pesante orologio che ornava il tavolino accanto al divano e, dopo un solo passo, colpì il prussiano alla nuca, facendolo stramazzare a terra.
- Taci, bastardo! - sibilò, gli occhi ridotti a fessure e il cuore che martellava nel petto.
 
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ikana
view post Posted on 20/3/2012, 21:29




:fran:

- Colpo perfetto ma cherie! - iniziò Francis avvicinandosi alla fanciulla e sostenendola, o meglio trattenendola da ulteriori impulsi nei riguardi dell'ammiraglio prussiano, il quale doveva ringraziare Iddio se ora non si trovava con la giugulare aperta, ma con solo un sano bernoccolo - Ora, la cosa più importante è che tu esca da qui senza dare troppo nell'occhio e scenda dalle scale della servitù che vi sono appena uscita da qui, alla tua destra. - concluse lui avvicinandosi all'uomo e recuperando un anello di chiavi pesanti e scure. - Arriverai alle cucine e dovrai ordinare che il conte ha dato alla servitù di festeggiare per il matrimonio della contessina e che li aspettano barili di cervesia fuori, mandati da un mio conoscente, accanto a della buona cacciagione. -
Si tirò su aggiustando la spada al fianco e legandi stretti i lunghi capelli biondi: - Poi andrai alle stalle e preparerai due stalloni nerboruti e forti: il bianco e fulgido della stalla è il mio Valant, l'altro prendilo dai bai spagnoli, sono i più resistenti. Poi aspettaci. - concluse schioccandole un bacio sulla fronte - Tornerò presto e saremo molto di fretta, quindi assicurati che tutto sia pronto al momento giusto. -
Infine, precedendola con passo lento e guardingo uscì dalla stanza dirigendosi lentamente lungo le scale buie che portavano alle carceri dei sassoni, stranamente deserte, eccetto una fioca luce proveniente dalla più sudicia cella di tutte quelle: e lui, era lì.
 
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view post Posted on 21/3/2012, 13:59


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:sesel:
La ragazza ascoltò con più attenzione possibile le parole di Francis, annuendo ogni tanto per sottolineare che stava assimilando ogni indicazione e che avrebbe agito nel miglior modo possibile.
Quando il francese la baciò sulla fronte, gli strinse le mani mormorando: - Stai attento. E riportami Arthur. -
Dopodichè si voltò nella direzione indicatale e si allontanò velocemente.

:art:
Tutto attorno a lui era buio e silenzio. Il trambusto proveniente da fuori non giungeva minimamente alle orecchie dell'uomo che giaceva in un angolo della cella, addossato alla parete come unico punto di sostegno. Non avrebbe saputo dire da quanto si trovasse in quel luogo o da quanto non vedesse la luce del giorno. Il tempo era diventato una dimensione dilatata che viveva solo nella sua mente, relativa e del tutto soggettiva. Per quel che ne sapeva e che dipendeva dalle sue percezioni, avrebbe potuto essere rinchiuso in quel luogo umido da sempre. Vagamente, in una parte remota dei suoi ricordi, galleggiavano ancora immagini di giorni lontani, vissuti tra il riverbero del sole e lo sciacquio delle onde, con il vento salmastro che gli scompigliava i capelli e la certezza assoluta del potere nelle sue mani. Fantasie. A volte pensava che fossero state solo fantasie, altre, quando la lucidità lo sopraffaceva e le immagini si facevano più nitide spazzando via il torpore di quei giorni tutti uguali, un solo sentimento gli dava la forza di non abbandonarsi ad un interminabile quanto inutile languore. Rabbia. Rossa come il fuoco e altrettanto devastante.
L'indomani avrebbe dato il suo addio al mondo ma avrebbe fatto in modo che il vile traditore lo seguisse all'inferno. Sebbene il desiderio di porre fine alla sua vita con le sue stesse mani fosse l'unica cosa che gli aveva permesso di resistere finora, era consapevole che non avrebbe avuto nè la possibilità nè le armi per colpirlo, ma tutto questo per lui non era necessario. Sarebbe bastata una sola parola per invocare la maledizione più terribile che un uomo di mare potesse immaginare e che, come tale, avrebbe colpito quell'uomo infame. Ne avrebbe pagato il prezzo, lo sapeva, ma sua vita era comunque giunta al termine, quindi non aveva importanza.
L'unica consolazione che aveva era che lontanto, sulle coste dorate dell'isola del suo cuore, il suo tesoro più prezioso era comunque sfuggito alle minacce e avrebbe potuto vivere in pace. Sesel e Alfred erano vivi e stavano bene, erano forti e sarebbero sopravvissuti. Quanto a lui, ora che la luce che guidava la sua esistenza si era estinta, non aveva più motivo di restare in questo mondo.
Un leggero scalpiccio proveniente dal corridoio delle celle gli giunse in modo ovattato e indistinto. Probabilmente il momento era giunto.
Che il Signore dei Mari lo perdonasse se non era riuscito a servirlo onorevolmente fino alla fine, ma presto gli avrebbe offerto il suo ultimo tributo di sangue.
 
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ikana
view post Posted on 21/3/2012, 19:40




:fran:

Francis si avvicinò guardingo alla cella ed estrasse velocemente una delle chiavi, maledicendo quale fosse quella corretta: al terzo tentativo la individuò, entrando così nella pallida luce che illuminava la stanza, incedendo con passo lento e calmo verso di lui, ancora stretto da pesanti catene.
- Alzatevi: è ora di andare. - disse a bassa voce e senza distaccare lo sguardo dalla sua figura fortemente martoriata dagli stenti e dagli odi che in quelle settimane doveva aver patito sulla propria pelle, non dimentico che anch'egli era notevolmente dimagrito, ma i riflessi dorati che le torce creavano tra i propri boccoli lo rendevano inconfondibile, anche in quella scura e rigida uniforme di gala. - E' l'ultima notte che passate in questa cella... - concluse avvicinandosi ancora e stringendo le catene che lo legavano al muro, in un modo alquanto fraintendibile, per aiutarlo ad alzarsi.
Purtroppo, o meglio per sua fortuna, lui lo odiava ancora e si capiva perfettamente da quanto fosse recalcitrante ad ascoltare la sua voce, da come lo fissava con dardi di fuoco negli occhi: ma lui non si sarebbe arreso, continuò a dirsi tirandolo verso di sè per tentare di raggiungere il lucchetto di pesante piombo.
 
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view post Posted on 21/3/2012, 23:09


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La voce che sentì accanto al suo orecchio non era quella del solito carceriere, che non mancava mai di insultarlo e rifilargli qualche calcio a cui era ormai diventato insensibile. No, era una voce che fece risvegliare d'improvviso i sensi sopiti di Arthur, illuminando d'ra l'iride smeraldina dell'unico occhio rimasto sano.
Francis, o meglio, il conte Bonnefoy, era chino accanto a lui ad armeggiare con le catene.
- Guarda un po' che anomalo becchino mi hanno mandato. - commentò con voce sprezzante e carica di astio. - E' proprio vero che ai traditori alla fine vengono riservati i peggiori mestieri, scommetto che non immaginavi di essere degradato a questi livelli quando mi hai tradito per... cosa? Un pugno di spiccioli sulla mia testa? Patetico. -
 
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ikana
view post Posted on 22/3/2012, 14:41




:fran:

- In realtà speravo in ben altri favori... Da parte vostra... Damnè! - concluse con una sana imprecazione nella sua lingua madre, cercando di destreggiarsi tra le ire furenti ed argute dell'inglese e quelle vecchie, sudicie ed arrugginite catene - Inoltre ritengo che il mio compito, per quest oggi, sia decisamente più piacevole rispetto a quello di un banale becchino. - concluse lui addocchiando l'ulteriore lucchetto serrato al collo e avvicinandosi a lui con circospezione, fino a specchiarsi, dopo così lungo tempo, nelle sue iridi di foglia.
Avrebbe voluto rivelargli tutto: il piano tordido che aveva ingegnato, l'attesa lunga ma obbligatoria da lui, la salvezza... Ma non vi riuscì, carezzandogli esclusivamente, in punta di dita, il collo ormai nero per la stretta del ferro: la piccola chiave nella toppa del lucchetto e poi, si sarebbe solo sentito il clangore della libertà.
 
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view post Posted on 22/3/2012, 22:30


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Avrebbe voluto ribattere a gran voce con improperi del peggior tipo, ma sentiva le forze e la volontà di scontrarsi con quell'uomo venire meno gradualmente. Che significato avrebbe avuto cadere o meno nelle sue insulse provocazioni? Che motivo c'era nelle sue sottili allusioni ad un tempo che ormai non esisteva più?
Si produsse quindi un basso ringhio nel sentire le mani di quel verme che lo sfioravano, portatrici di ricordi che avrebbe voluto cancellare col fuoco se ne fosse stato capace.
- Ti hanno assegnato il ruolo del boia? Ne sarai orgoglioso, allora. - lo provocò con quello che restava di uno sguardo di sfida in grado di far tremare i più incalliti bucanieri.
Poi giunse il clangore del collare metallico che precipitava a terra e un'improvviso senso di leggerezza lo pervasero. Di colpo il respiro gli apparve più semplice e alzò lo sguardo leggermente confuso sul suo aguzzino. Non era abitudine liberare i prigionieri prima di condurli al patibolo, anzi di solito era buona norma tenerli ben stretti. Cosa passava per il cervello di quella serpe?
 
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ikana
view post Posted on 23/3/2012, 17:08




:fran:

- Credo di aver un ruolo decisamente meno... Sporco, di quello di un misero boia, capitain. - concluse lui facendogli dondolare di fronte al volto le chiavi sottratte poco prima all'ammiraglio. - Ora, perdonate la mia fretta, ma le conclusioni verranno dopo: si accorgeranno alla svelta della vostra dipartita, quindi è meglio scappare. - avviandosi alla porta della cella e voltandosi solo per sorridergli delicatamente, mentre un velo di lacrime gli copriva gli occhi - Forza: sento già lo scalpiccio delle guardie e fuori Sesel ci attende! - concluse guardando un'ultima porta verso l'uscita che dava al giardino.
 
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view post Posted on 25/3/2012, 22:03


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Lo sguardo diffidente del capitano saettò dal volto di Francis alle chiavi che dondolavano davanti ai suoi occhi. In tutta quella scena c'era qualcosa che stonava terribilmente, anche se non riusciva ad afferrare cosa. Non appena fu libero, balzò in piedi pronto ad affrontare il nemico e l'avrebbe fatto immediatamente se la pronuncia di un nome non l'avesse gelato sul posto. Sesel.
- Cos'hai detto?! - esclamò mentre l'altro stava già uscendo dalla cella. - Cosa significa quella faccia? Che vuol dire che Sesel ci sta aspettando? Lei è qui? L'hai portata qui? Come hai potuto? Lei non c'entrava niente! -
Si rese conto che nella foga di inseguirlo, erano arrivati a metà del corridoio delle celle e che Francis non l'aveva nè legato nè trattenuto in nessun modo.
Improvvisamente lo afferrò per un braccio, dando voce alla confusione e al timore che lo stavano sommergendo.
- Cosa significa? Parla! -
 
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ikana
view post Posted on 26/3/2012, 19:39




:fran:

- Significa che la mademoiselle non mi ha permesso di lasciarla da sola sull'isola a badare al petit Alfred mentre voi eravate qui in prigionia, ed insistendo, è giunta fin qui con me. - iniziò lui con tono pacato e trattenendo il proprio braccio dalla presa dell'inglese - Inoltre, credo non sarei riuscito così facilmente a liberarvi senza il suo aiuto: vi attende nel cortile. - disse con chiara intenzione nel suo cuore di quello che lo avrebbe atteso da lì a poco - Andiamo, forza: il n'ya pas plus de temps. - sussurrò infine precipitandosi a rotta di collo verso il piano interrato del palazzo accompagnati dal lieve tintinnio della spada al suo fianco, mentre iniziavano a propagarsi nell'aree i ruggiti tedeschi.
Eccola là: Sesel si stagliava nella notte con il suo abito azzurro, tra le mani le redini di due cavalli dalle forti zampe.
 
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view post Posted on 26/3/2012, 21:50


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Le rivelazioni che Francis gli stava facendo, lasciarono Arthur senza parole, così come i suoi gesti che chiaramente gli stavano comunicando la sua intenzione di liberarlo. L'idea strideva così tanto con l'mmagine che si era costruito del vile traditore che si ritovò a farmarsi per un attimo in mezzo al corridoio, prima di venire di nuovo bruscamente sollecitato a proseguire.
Sesel lo stava aspettando, Francis era venuto a prenderlo quando era convinto che l'avebbe portato al patibolo, tutto questo era talmente destibilizzante da renderlo ancora più confuso. L'andatura affrettata, sollecitata dal trambusto che proveniva dalle loro spalle, presto si fece troppo serrata per le sue condizioni debilitate, e Arthur si ritrovò a barcollare e ad appoggiarsi sempre più spesso alle pareti. Si rendeva conto che le ginocchia non lo reggevano a dovere, il corpo era senza forze e la situazione in cui si trovava più pericolosa che mai da affrontare senza risorse adeguate.
Giunto alla fine del corridoio, quando gli apparve come una luce all'orizzonte la ragazza vestita di bianco, le ginocchia cedettero definitivamente e si ritrovò a crollare a terra, esausto per quella breve corsa.
- Sesel... - mormorò.

:sesel:
Non appena li vide arrivare di corsa, Sesel si preparò a passare loro le redini dei cavalli, nonostante il cuore le fosse balzato nel petto alla sola vista di Arthur: era vivo, stava bene, stava correndo verso di lei, significava che...
Quando lo vide crollare al suolo, non potè trattenere un'esclamazione strozzata e si precipitò verso di lui.
- Arthur! Arthur, stai bene? Oh, mio Dio, come sei ridotto! Cani maledetti, come hanno osato?! -
Anche alla scarsa luce delle stelle poteva vedere le misere condizioni del suo amato capitano, le ferite che ne ricoprivano il corpo, gli abiti sudici e ancora sporchi di sangue, la benda che pendeva mezza disfatta dalla fronte a coprire solo in parte un'orribile sfregio.
Disperata, gli gettò le braccia al collo e lo abbracciò come non aveva mai fatto, mentre gli occhi le si riempivano di lacrime.
 
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ikana
view post Posted on 27/3/2012, 14:07




:fran:

Francis non potè che sentirsi sollevato nel vedere le luci del portico esterno della villa del conte, e dovette ammettere che il gesto compassionevole e di amore tra la fanciulla ed il capitano lo aveva commosso.
- Svelti... Penserete dopo alle lacrime mademoiselle: dovete condurre il capitano alla villa...! - concluse mentre scoppiavano lenti i primi improperi in quella lingua dura e selvaggia che era il prussiano - Alè! - concluse aiutandoli a rimettersi in piedi e a salire a cavallo del baio, mentre lasciava un ultimo bacio alle mani di entrambi, strette attorno alle redini - Sesel, ti prego, ricordati del mio desiderio et vous, mon capitain, savez que j'ai toujours vous aimé! Yahh! - concluse dando una generosa pacca al corpo del cavallo, il quale infastidito, prese la sua corsa verso la salvezza, mentre lui, sguainata la spada a cavallo del suo fiero palomino, si lanciava a fermare nel possibile, le guardie prussiane (in realtà un piccolo manipolo, ma più che sufficiente a metterlo in difficoltà).
<Vers la mort, vers l'oubli: sans aucune crainte. >
 
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26 replies since 8/3/2012, 21:41   284 views
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