Si staccò dalle sue labbra andando a ripiegarsi sull'erba, sentendo alcuni fili di questa carezzargli la nuca madida di sudore freddo:
- Aspettare... La-la fai facile tu...Ah... - sconcio, terribilmente sconcio e perverso se ora il suo corpo pregava per avere ben altro rispetto alle mani di Antonio, ed ogni qual volta Romano riusciva a trattenere la sua eccitazione, era quella stessa carne ad esplicarla con chiarezza.
Il rossore vivido delle guance, la pelle imperlata di sudore, le labbra turgide strette sotto i denti, le mani che andavano a stringere la stoffa sotto di sè, e quelle gambe spudoratamente aperte, tese anch'esse insieme a ben altri
muscoli al piacere:
- Vuoi... Darti una mossa e-e non pensare al male! - cercò di esprime all'ennesimo brivido che gli invadeva il corpo, dischiudendo gli occhi di ambra sul corpo dello spagnolo, splendido sopra di lui - So che non lo farai... Volontariamente, bastardo. - uscì, quando in realtà avrebbe solo voluto pronunciare il suo nome, solo chiamarlo
amore.