Incontro notturno, capitolo 3

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ikana
view post Posted on 22/4/2011, 13:15




:lovi:

Un passo veloce che veniva maledetto per la sua stessa velocità e faceva scricchiolare le assi di quella maledetta nave.
Quei dannati pirati avevano iniziato a bere appena tornati sulla Albion dopo aver assaltato quella che sembrava una Sealing francese e non si erano più fermati (beh a parte alcuni giusto in tempo per vomitare e poi ricominciare): insieme avevano poi cantato, bestemmiato, inveito contro la corona e insomma, tante altre cose di questo genere.
Così, dato che anche il suo superiore, un cuoco buzzurro e tanto grasso da non riuscirsi a vedere nemmeno i piedi quando camminava, ci aveva dato dentro tra una bottiglia di rhum ed un'altra, Romano era riuscito a trafugare una delle chiavi della prigione, alcuni viveri e un po' di medicamenti, per poi ritrovarsi a sgattaiolare tra i corridoi della stiva, scendendo sempre più nelle viscere del veliero.
Quando si ritrovò ad un piano decisamente molto basso e pieno di salsedine e muffa fin al soffitto, capiì che era arrivato, così si avvicinò ad una cella, facendo girare la chiave nella sua serratura:
- Ehi, bastardo... Dannazione, resci a dormire anche in questo putridume? - esclamò vedendo il moro abbandonato in un angolo vicino al muro.
 
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view post Posted on 22/4/2011, 22:34


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:tonio:
Dopo tutte quelle ore di caos e urla, Antonio ci aveva fatto l'abitudine, finendo per assopirsi in un angolo della cella, appoggiato alla parete umida.
Da quando i due loschi figuri erano venuti a prelevare Francis, sulle prime era rimasto in trepidante attesa di notizie del compagno di sventura aspettandosi di vederlo riportare da un momento all'altro più morto che vivo. A lungo andare però aveva cominciato a disperare: forse non avrebbe più rivisto nemmeno il suo cadavere...
Per questo quando una voce a lui fin troppo nota lo raggiunse attraverso la nebbia del sonno pensò che si trattasse di un sogno. Socchiuse appena gli occhi di smeraldo e solo quando realizzò di avere di fronte un Lovino vivo e reale, li spalancò per lo stupore, balzando in piedi.
- Lovinito! - esclamò muovendosi verso di lui in uno sferragliare di catene.
Quella che fissava il collare alla parete non era abbastanza lunga per raggiungere l'ingresso della cella, quindi Antonio si ritrovò a tendere le braccia verso la piccola figura in penombra.
- Come hai fatto ad arrivare qui? Te l'hanno permesso? No, scommetto che li hai fregati tutti! Il mio piccolo filibustiere! Ti hanno fatto del male? Avvicinati, ti prego. -
Una raffica di domande con una mano costantemente tesa davanti a sè: anelava toccarlo e accertarsi che stesse bene.
 
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ikana
view post Posted on 23/4/2011, 09:46




:lovi:

Il ragazzino continuò a stringere il fagotto al petto e invece di avvicinarsi retrocesse appena di un passo:
- Così mi stai facendo paura, bastardo... -
Poi tornando ad assumere la sua classica posa strafottente allungò il dito verso di lui:
- Stai a cuccia! E forse, forse mi avvicino! -
Lentamente Romano compì quei pochi passi che lo separavano dal suo... Già cos'era per lui? Un tutore? Un fratello?
< Bah, solo una sottospecie di stupido spagnolo che si è fatto imprigionare ecco cos'è! >
Si accucciò a terra, così da poter vedere il proprio sguardo riflesso in quello smeraldino di Antonio e sorrise malignamente:
- Non mi hanno fatto niente, idiota. Credi che ci riuscirebbero? Vedi dove volano le loro budella se solo osano toccarmi! E poi quel grassone non è così male, almeno è simpatico, ha detto che anche lui ha un figlio e così ha iniziato a raccontarmi di tutto e di più in questi giorni... Anche cose che avrei preferito non sentire. -
Concluse abbassando lo sguardo e tornando a stringere quel pezzo di stoffa:
- Comunque ti ho portato qualcosa: scommetto che ti danno da mangiare con il colino, stronzi di pirati... Ah e se non erro ora c'è anche un altro giusto? Mi sembra di averlo visto passare insieme al Rhum-dipendente e all'Asociale-armato -
 
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view post Posted on 23/4/2011, 20:41


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Notando che la sua reazione "leggermente" apprensiva aveva intimorito Lovino (e doveva averlo intimorito davvero se era arrivato a dirglielo), Antonio tornò a raggomitolarsi nel suo cantuccio, aspettando che fosse il ragazzo ad andare da lui.
Ascoltando il resoconto, sospirò di sollievo e sorrise: c'erano stati momenti in cui aveva temuto il peggio, immaginando un Lovino legato, ferito, minacciato o, nella peggiore delle ipotesi, qualche animale appartenente a quella putrida ciurma che abusava di lui. Fortuna che era stato troppo pessimista, dopotutto avrebbe dovuto saperlo che il suo diavoletto non si sarebbe ammansito così facilmente.
- Immagino che ti avranno raccontato di incursioni e stragi... - commentò Antonio a bassa voce.
Era anche per quel motivo che fino all'ultimo si era opposto strenuamente al suo imbarco: la vita di mare era molto meno romantica di quanto la descrivessero i poeti (che probabilmente non avevano mai messo piede su una nave). Avrebbe voluto tenere Lovino al sicuro da quell'orrore.
Fu il suo stomaco a decidere di cambiare argomento, reagendo con tempismo alle parole del ragazzo.
- Sì, in effetti non è esattamente la cucina reale... - disse con un leggero sorriso, chiedendosi come fosse possibile in un momento come quello, quando era esausto, pesto, malconcio e con brutte ferite che si stavano rimarginando malamente, che il suo stomaco trovasse il coraggio di farsi sentire.
- Il nuovo arrivato era un nobile francese. - disse infine. - Dico era perchè dubito che lo rivedremo vivo... -
 
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ikana
view post Posted on 24/4/2011, 19:57




:lovi:

Il ragazzino piegò appena il capo e lo scosse delicatamente:
- In realtà sono stati più racconti a tema... Beh da bordello.
Brr... Non entrerò mai in nessuno di quei posti! Magari mi avessero raccontato un po' di sbudellamenti! Ma quelli là sembrano più arrapati di te! -
Concluse pizzicandogli la guancia e ridendo sempre in maniera sinistra:
- Il mio bastardo se la passa male eh?
Sai che ora come ora mi fai quasi pena... -
Addolcì quella presa che si trasformò in una timida carezza, fino a quando le sue guance non se ne accorsero ed iniziarono ad infiammarsi, così gli tese una mela ed un tozzo di pane con vicino quello che sembrava un pezzo di carne essiccata malamente:
- Non è molto, ma se prendevo di più credo se ne sarebbero accorti... -
Mestamente lo guardò il giovane Romano, poi lo invitò a sedersi e si avvicinò alla spalla e al collo dello spagnolo con quella che sembrava una boccetta di alcool e una benda:
- Qui ti sistemo io, dannazione, ma come osano trattarti così!? Solo io potrei metterti in catene a fare il cagnolino! -
Poi tornando a mugugnare:
- Già quel biondo che è passato sul ponte non sembrava messo benissimo, però... Non so. -
 
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view post Posted on 24/4/2011, 21:23


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Racconti da bordello, ancora peggio di quanto pensasse. L'importante però era che a nessuno fosse venuto in mente di rendere il suo piccolo il protagonista di uno di quei racconti dal vivo.
La carezza così insolita sulla sua guancia, gli fece perdere ogni idea di vendetta: era raro che Lovino fosse così socievole, probabilmente doveva imputarlo alla sua "non esattamente felice" condizione.
Un attimo.
Mio? Aveva detto "mio"?
Antonio sorrise tra sè, mentre accettava con gratitudine lo scarso cibo.
- Ti ringrazio. - mormorò mentre sentiva le dita del ragazzo scorrere sulla catena. - E' patetico che il comandante della flotta reale sia ridotto in questo stato, vero? Che pessimo esempio sono per te... -
Se solo ne avesse avuta la possibilità, li avrebbe sterminati tutti quei piratacci, pur di restituire la libertà a Lovino e la dignità a sè stesso.
 
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ikana
view post Posted on 24/4/2011, 21:31




:lovi:

- Bah, non stare qui a ringraziarmi.
Insomma, è il minimo che posso fare, credo. -
Le mani scorreva leggermente pesanti su quelle ferite, ma insomma lui non era mica un medico!
Era cresciuto servito e riverito da tutti, non era bravo in quelle cose: di solito erano gli altri a prendersi cura di lui, lo spagnolo il più delle volte, in fatto di educazione, attività e anche cure mediche... Però.
- E poi non sei un pessimo esempio, sei solo un esempio sfigato: e prima ti assaltano, poi ti conquistano, poi mi fanno prigioniero... Insomma, potevi anche ucciderlo quello stronzo ed invece per lasciarmi in vita, tu, beh hai fatto questo - disse alzando appena la catena - Forse, e ripeto forse, dovrei essere io a ringraziarti. -
 
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view post Posted on 24/4/2011, 21:50


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Corrugò appena la fronte e strinse i denti mentre Lovino puliva le ferite reduci dello scontro e quelle causate dalle pesanti catene. Il solo fatto che il suo piccolo fosse lì era già un immenso sollievo, ma sapeva benissimo che avrebbe dovuto rimandarlo di sopra al più presto se non voleva che succedesse qualcosa di molto brutto per entrambi.
Tuttavia, dopo quelle parole che gli mostrarono quanto il suo gesto fosse stato apprezzato, non trovò la forza di allontanarlo.
Antonio prese tra le sue quelle mani che lo stavano medicando e le sfiorò con delicatezza.
- Mi sarei buttato dalla passerella se me l'avessero chiesto. Mai e poi mai avrei permesso che ti facessero del male. Ti prometto che la mia alabarda laverà con il sangue nero di questi esseri immondi ogni offesta inferta alla marina di Sua Maestà, all'onore del capitano... e a te. -
 
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ikana
view post Posted on 24/4/2011, 22:05




:lovi:

Il ragazzo si ritrovò le proprie mani sporche di caliggine e sangue racchiuse tra quelle insolitamente calde di Antonio: come faceva anche in quella lurida cella, in catene e dolorante in ogni parte di quel povero corpo martoriato, a pensare all'onore e al sangue da lavare...
Come faceva ad avere un solo pensiero anche per lui?
- 'stardo... Ora pensa a non essere buttato a mare, ti prego.
Sennò con chi potrò incazzarmi come voglio, eh? -
Romano chiuse le mani a pugno abbassando il capo e chiudendo gli occhi, mentre sapeva perfettamente che le proprie guance si imporporavano:
- Alla vendetta ci penseremo quando starai bene e... Ci penseremo insomma. -
 
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view post Posted on 24/4/2011, 22:19


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Parlare di vendetta e crudeltà davanti ad un'espressione simile sarebbe stato impossibile anche per il più spietato filibustiere. Antonio lo era, ma solo quando la situazione lo richiedeva e mai in presenza di Lovino.
Sollevò la braccia, facendo gemere le catene che gli serravano i polsi, e circondò le spalle del ragazzo in modo protettivo, com'era solito fare quando da piccolo era spaventato dai temporali.
- Non devi temere per me. Non è così facile farmi fuori e finchè avrò qualcuno da proteggere, mi batterò in tutti i modi. Usciremo di qui, vedrai. -
Avrebbe voluto tenerlo così, stretto a sè, per sempre, ma si affrettò a lasciarlo prima che il suo gesto diventasse fraintendibile. Lovino lo considerava come una sorta di fratello maggiore, se avesse scoperto i suoi sentimenti probabilmente sarebbe sparito dalla sua vista.
Tornò quindi a sedersi e a masticare la mela, la mente concentrata sul dolore delle ferite per evitare di indugiare su pensieri leziosi.
 
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ikana
view post Posted on 25/4/2011, 09:29




:lovi:

Il ragazzino italiano si rifugiò tra le braccia di Antonio, restando lì in quel calore e tenerezza per il momento in cui quelle dolci parole lo rincuorarono.
Romano non amava ammetterlo, anzi tutt'altro, anche in cuor suo lo negava e cercava di scavare a fondo questo sentimento che ogni tanto, più forte che mai, riemergeva dalle ferite più profonde del suo cuore: bisogno di affetto.
Di dolcezze, di carezze di cui saziarsi ogni giorno e di cui Antonio non aveva mai lasciato senza.
Quando lo spagnolo si riallontanò da lui, l'italiano scrollò il capo e si rialzò lentamente dalla posizione accucciata in cui si trovava, mentre i tremuli delle fiamme delle lanterne illuminavano tragicamente il corpo del suo capitano:
- Ci credo. E soprattutto so perfettamente che se non mi porterai fuori di qua, ti sputtanerò davanti a tutte le corti d'Europa, capitano dei miei stivali... -
Poi abbassando il capo e tornando rosso in volto, Romano decise di battere in ritirata uscendo da quella cella con un accennato "Ciao" nella sua lingua madre, chiuse di nuovo il lucchetto e fu nuovamente fuori.
 
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view post Posted on 25/4/2011, 12:48


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Antonio sorrise mentre il ragazzo si alzava e immaginò il suo piccolo Lovino al cospetto di Sua Maestà Filippo II, di Elisabetta I o di Luigi XIII. Era certo che le corti europee sarebbero impazzite per lui.
Ok, quei pensieri probabilmente erano sintomo di delirio dettato dalla febbre che certamente le ferite gli avevano causato.
- Fai attenzione. - si limitò quindi a raccomandargli. - Occhi e orecchie aperte ma niente colpi di testa. Adiós, mi pequeño. -
Il rumore dell'inferriata che si chiudeva di nuovo sembrò oscurare il debole raggio di sole che la visita di Lovino aveva portato in quella cella oscura e Antonio tornò ad appoggiarsi al muro nella sua infinita attesa.
 
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11 replies since 22/4/2011, 13:15   129 views
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