Imprevisti di sbarco, capitolo 6

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view post Posted on 16/5/2011, 18:44


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Feliciano Vargas

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:art:
Il giorno precedente Arthur non era uscito dalla sua cabina, delegando ogni decisione e gestione del veliero al fido Den. Il suo fisico aveva richiesto più tempo del previsto per riprendersi dalla ferita e tutt'ora non si sentiva particolarmente in forma. Non poteva permettersi di mostrarsi alla ciurma debilitato ma non poteva nemmeno ignorare la necessità di un riposo maggiore. Era proprio per quel motivo che, quella stessa mattina, aveva inapettatamente ordinato lo sbarco. Sarebbero attraccati in una piccola calle lontano dai porti principali dell'Inghilterra e del Galles e celata agli occhi degli odiati francesi, una piccola oasi personale dove era il dominatore incontrastato e da lui ribattezzata Camelot, con tutti i sottintesi del caso. Era un luogo fuori dai giri di ronda di qualunque flotta reale e se per caso qualcuno capitava nelle vicinanze, sapeva bene di dover girare al largo al più presto. Là regnava quello che i pochi abitanti chiamavano King e l'unica legge era la sua. Là i suoi pirati potevano riposarsi dalle fatiche degli arrembaggi e ritemprare le energie, consapevoli che sarebbero state accolti a braccia aperte dalle più belle e disponibili fanciulle inglesi. Là Arthur intendeva trascorrere la sua convalescenza prima di intraprendere un viaggio assai più lungo verso una meta assai più ambita: il suo vero paradiso, la sua oasi di pace, la sua Avalon.
Solo un pensiero molesto minò il suo crescente buonumore: i prigionieri. Avrebbe dovuto farli bendare e rinchiudere nelle carceri del villagio per evitare che scoprissero dov'era situato. La prudenza non era mai troppa.
Afferrò una corda che penzolava accanto alla sua poltrona, collegata con una campana posta sul ponte di prua, e diede un deciso strattone. Avrebbe incaricato Den di quell'incombenza.

Edited by Yuki Delleran - 16/5/2011, 22:16
 
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ikana
view post Posted on 25/5/2011, 18:18




:den:

Brontolando rumorosamente, Mathias scendeva le scale che dal ponte maggiore lo conducevano, con un forte e continuo scricchiolio, alle carceri: il capitano l'aveva "chiamato" proprio per affidargli l'incombenza di andare a ritirare i due pacchi-prigionieri, farli su alla ben e meglio e condurli sulle sciuluppe assieme alle mercanzie di maggior valore che erano riusciti a sequestrare ai galeoni affondati in quei mesi di permanenza in mare.
Il mazzo di pesanti chiavi arrugginite cessò di frastornare ulteriormente la sua mente ancora immersa nelle coltri miste del profumo di Lukas:
- Ohi! Sveglia! Stiamo per sbarcare! -
Decise di entrare per primo dal francese che sembrava il meno aggressivo, purtroppo dallo spagnolo poteva invece aspettarsi ogni cosa: si avvicinò al biondo seduto al suolo e bendato con un rozzo straccio nero e afferrate le manette lo tirò su in piedi, conducendolo fuori e verso la cella dell'ispanico.
 
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view post Posted on 25/5/2011, 21:04


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:tonio:
Antonio venne svegliato dal passo pesante che scendeva le scale e bastò il clangore delle chiavi per chiarirgli chi le stava usando. Era lui, quell'orribile nostromo che non sapeva far altro che brindare con il sangue altrui alla salute del maledetto capitano.
Ringhinado tra sè e seguendo i movimenti del nordico, Antonio fece mente locale sulle sue parole: si stavano preparando a sbarcare, questo significava che era l'occasione perfetta per tentare di mettere in atto il suo piano. Non averbbe aspettato i lunghi tempi della seduzione francese, oltretutto era sempre meno certo che il compagno fosse d'accordo con quell'azzardo. Aveva l'impressione che, per qualche motivo, fosse restio a tradire Kirkland. In ogni caso non sarebbe stato necessario, avrebbe guadagnato la libertà per sè stesso e per Lovino prima del previsto e senza aiuto.
- Ehi, stupido nordico! - lo richiamò per fare almeno un po' di scena. - Fai uscire anche me, sto ammuffendo qua sotto! La vostra ospitalità lascia parecchio a desiderare! -
 
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ikana
view post Posted on 26/5/2011, 20:02




:den:

Il danese dopo aver aperto la cella dello spagnolo, tirandosi dietro il francese, assesstò una sonora pedata all'ispanico così strafottente, per poi tirarlo su direttamente dal collare, provocandogli quello che sperava, un sonoro strozzo:
- Ma sentilo il cagnaccio ispanico! Scommetto che apprezzerai maggiormente le carceri della residenza estiva del nostro capitano! Grassi topi di fogna pronti a morderti le budella, muffa di isola e splendidi kurts* grandi come la tua boccaccia! Ora alzati, dum! -
Lo tirò violentemente, legando la sua catena a quella del biondo francese, stranamente silenzioso e finì di bendare anche Antonio, quando sentì l'adunata sul ponte, e conducendoli a forza, si aggregò agli altri pirati pronti allo sbarco.

SPOILER (click to view)
*: scarafaggi
 
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view post Posted on 26/5/2011, 21:30


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:tonio:
Il danese reagì proprio come Antonio si aspettava, solo, forse, con più violenza del previsto. Lo strattone gli tolse il fiato e l'equilibrio, facendolo cadere a terra con un gemito strozzato.
Masticando imprecazioni in spagnolo, si sentì strattonare e successivamente bendare.
- Cos'è, avete paura che veda in che razza di topaia vivete tu e i tuoi degni compari? - sibilò.
Contando il numero dei gradini, capì quando furono in prossimità del ponte e la brezza salmastra sul viso gli suggerì che mancava poco al momento di agire.
Quando fossero scesi a terra, avrebbe trovato il modo di togliersi la benda e sottrarre un'arma.
Attraverò nel buio la folla di marinai che ricoprivano entrambi i prigionieri di insulti e camminò sulla passerella di sbarco con passo incerto, sicuro che ad un passo falso sarebbe stato scaraventato in mare. Quando finalmente misero piede a terra, tentò in qualche modo di allentare la benda, per poter vedere almeno uno spiraglio di luce e quando finalmente ci riuscì, con uno scatto felino si rivoltò verso il suo carceriere, afferrando il pugnale che portava alla cintura. Sarebbe bastata una mossa ben assestata e sarebbe riuscito a liberarsi.
 
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ikana
view post Posted on 27/5/2011, 21:22




:den:

Il danese sentì uno strano sferragliare davanti a lui, mentre stava spingendo i due prigionieri verso le strade che dal porto salivano verso la cittadella di Camelot, ma certo non poteva immaginare di ritrovarsi tra le mani un rivoltoso armato e soprattutto così pronto ad essere "divorato".
Riuscì a parare la lama con il braccio, che venne però irrimediabilmente ferito, così esternando un grido da vero uomo nordico, in un insulto improponibile, estrasse il fidato coltello a serramanico e con un gesto rapido lo conficcò fino all'elsa nello stomaco dello spagnolo:
- Ribellione!!! Chiamate il capitano!! Ribellione!!! -

Edited by ikana - 27/5/2011, 22:40
 
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view post Posted on 27/5/2011, 22:44


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:tonio:
Era pazzesco come in certi momenti il tempo sembrasse scorrere al rallentatore e come le percezioni venissero amplificate a dismisura. Antonio percepì chiaramente la lama lacerare la stoffa e la pelle del braccio del suo avversario, così come lo vide afferrare il coltello a serramanico e scattare verso di lui. La lama penetrò nelle carni gelida come la morte e, un attimo dopo, si ritrovò a crollare a terra rantolando per il dolore. Le mani premute sul ventre ben presto s'intrisero di sangue che sgorgava copioso. Era una ferita profonda, fin troppo, questa volta non se la sarebbe cavata a buon mercato. Poco importavano gli strilli del nordico, poco importava se il capitano fosse accorso o meno, probabilmente non sarebbe stato necessario nemmeno ricevere da lui il colpo di grazia.
Mentre sentiva le forze venir meno, defluire insieme al sangue tra le sue dita sempre più deboli, Antonio alzò gli occhi verso il ponte della tanto odiata nave pirata. Avrebbe voluto incrociare lo sguardo di Lovino almeno un'ultima volta, mostrargli che aveva tentato il tutto per tutto per lui. Avrebbe voluto, con le sue ultime forze, sussurrargli all'orecchio quello che provava davvero.
 
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ikana
view post Posted on 30/5/2011, 20:32




:fran:

Alla fine stava per toccare di nuovo terra e sinceramente, dopo diversi giorni in una putrida cella di mare, anche una lurida cella ma sul suolo fermo e immobile, non gli sarebbe affatto dispiaciuto, anzi!
Fu solo per quello che subì gli strattoni del nostromo del capitano Kirkland, lasciandosi addirittura bendare (come se si intendesse così tanto di carte nautiche e direzioni da poter intercettare l'isola su cui erano sbarcati): quando i suoi piedi affondarono nella sabbia, Francis ebbe quasi voglia di sorridere se non per il successivo urlo di guerra e di dolore, poi, che si verificò alle sue spalle.
- Antoine!! -
Non si ricordò con che forze ancora in corpo, ma con un balzo, facendo passare le gambe, riuscì a portare le mani davanti al corpo e a sfilare la benda, per poi inginocchiarsi al fianco dello spagnolo, ferito mortalmente:
- Quesque... Stupido!! -
Il suo istinto da "medico" lo fece reagire andando a premere la ferita che sgorgava sangue sul petto bronzeo del ragazzo sperando di riuscire a farlo sopravvivere almeno fino all'arrivo del capitano, anche se la faccenda del "ribelle" non gli faceva presagire nulla di buono.
 
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view post Posted on 30/5/2011, 21:41


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:art:
Già dalla sua cabina, Arthur potè sentire il trambusto che stava animando il ponte di prua. Anzi, più che trambusto si poteva parlare di caos, sovrastato dagli strilli di Den.
Che diavolo significava ribellione? Possibile che non fossero in grado di far sbarcare due miseri prigionieri mezzi morti senza provocare disastri?
Trascinandosi fuori dalla cabina, Arthur impugnò la spada e fece di tutto per mostrarsi bellicoso e in forma.
- Chi osa ribellarsi alla legge dei mari? - tuonò presentandosi con la lama sguainata e le piume del cappello al vento. - Den, a rapporto! -
In realtà non ebbe bisogno di nessuna spiagazione nel momento in cui i suoi occhi verde mare si posarono sulla scena raccapricciante sotto di lui: lo spagnolo a terra in una pozza di sangue e il francese imbrattato a sua volta di rosso che gli rivolgeva uno sguardo indecifrabile.
Socchiuse gli occhi, mentre sentiva l'ira montare. Come osava quel cane spagnolo ribellarsi a lui? Come osava quell'inutile francese accorrere in suo soccorso e poi fissare lui in quel modo?
- Uccidetelo. - sentenziò gelidamente, dando le spalle alla scena mentre il movimento brusco faceva ondeggiare la giacca come un mantello.
 
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ikana
view post Posted on 30/5/2011, 22:20




:fran:

Le mani ormai erano zuppe di sangue ed anche la bella casacca bianca risentiva del caldo e corposo liquido tingendosi di una tonalità carminia troppo scura: sentiva il lieve respiro di Antonio da una parte, mentre dall'altra i pirati della ciurma osannavano quel mostro che ora aveva annunciato il suo verdetto.
La morte.
No, non l'avrebbe permesso, mai!
- Arretèz-vous, si vous plait Capitàin Kirkland!! -
La voce uscì chiara e altisonante, proprio come la prima volta che si era ritrovato sul ponte della sua nave a sfidare quel demone dagli occhi di foglia e dal sorriso beffardo scolpito sulle labbra:
- Datemi il permesso di salvarlo!
Il est solo uno stupido! Non avrebbe avuto la forsa necessaria nemmeno a fujire!
Vi prego... Accordatemi il permesso di salvarlò! -
I suoi profondi occhi blu passavano veloci dalla ferita ancora pulsante sotto le sue dita al profilo di spalle del capitano inglese: cosa avrebbe risposto?
O meglio, gli avrebbe risposto?
 
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view post Posted on 30/5/2011, 22:37


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Feliciano Vargas

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:art:
La voce del francese, così chiara e senza timore nel richiamarlo, lo costrinse quasi a fermarsi e a tornare a voltarsi verso la scena.
- E' solo uno stupido, è vero. - disse. - Solo uno stupido può pensare di poter fuggire da me e per questo va punito. State tentando di negoziare? Cosa vi fa pensare che non potrei offrire entrambi al Signore dello Stretto? -
Ora era irritato. Perchè? Perchè quell'insulso nobile gli si opponeva continuamente? Non capiva che stava giocando col fuoco?
- Sapete bene che qui non si accorda niente per niente. Cosa siete disposto a cedermi in cambio della misera vita di quel mentecatto? -
Affilò lo sguardo e lo squadrò da capo a piedi: com'era possibile che anche vedendolo lì, coperto di sangue, la sua mente corresse a ben altro sangue versato in tutt'altra occasione?
 
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ikana
view post Posted on 31/5/2011, 19:27




:fran:

Il francese ascoltò la replica del capitano trattenendo quasi il fiato: sentiva il calore del sangue passargli per tutto il corpo, mentre tutt'altra sensazione gli davano le parole del biondo inglese.
- Oui! Sto cercando di negoziare! -
Rialzò il capo e lo sguardo incrociando quello di fuoco, ma vago del capitano Kirkland:
- Io... -

:lovi:

Il piccolo italiano era stato bruscamente svegliato quella mattina dal cuoco, ancora mezzo ubriaco, parlandogli di una specie di sbarco nella loro "casa" e città natia.
Di tutto il resto che l'altro sbraitò rivolto ad un sacco di patate invece che a lui (oltre alla pronuncia strascicata, l'alcool doveva aver lasciato ben altri effetti), non afferò un granchè anche perchè il suo cervello si era piacevolmente messo in atto per ideare un modo di andare a parlare con il suo... Beh con lo spagnolo.
Quando il suddetto cuoco lo condusse sul ponte dietro ad una considerevole massa informe di mozzi e pirati vari, Romano dovette trattenere il fiato per il considerevole olezzo che proveniva da loro, ma stava invano bestemmiando nella sua lingua madre contro questi quando sentì un urlo a lui ben noto:
- Bastardo!!! -
Si sporse dalla passerella di tribordo e i suoi occhi atterrirono alla scena che gli si presentava: un biondo chino su Antonio completamente sudicio di sangue, mentre il capitano della nave li fissava quasi "divertito". Quello che sembrava il francese arrivato per ultimo sulla nave, pareva stesse arrivando ad un accordo per salvare l'ispanico:
< E muoviti!!! Sta morendo, cazzo! >

:fran:

Il francese chinò per un momento il capo, ma poi sicuro tornò a fissare l'inglese:
- Mi offro a voi, encore.
Ma questa volta non farò resistenza. Rien. Potrete chiedermi qualunque cosa, ma vi prego fatemelo salvare. -
 
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view post Posted on 31/5/2011, 22:04


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:art:
Arthur era consapevole di avere gli occhi dell'intera ciurma puntati addosso e sapeva anche quella era un'ottima occasione per dare una dimostrazione di forza. Gli era giunto anche uno strillo facilmente identificabile come appartenente al ragazzetto dello spagnolo. Cos'avrebbe fatto quel piccolo se il suo protettore fosse morto? Sarebbe stato completamente alla sua mercè, l'ennesimo peso morto che gli sarebbe toccato smerciare da qualche parte. Una scocciatura, insomma.
Poi giunsero quello sguardo e quelle parole.
"Qualunque cosa" lasciava un'ampia gamma di prospettive e tutte decisamente interessanti. Si passò la lingua sulle labbra e rinfoderò la spada.
- Non sono abituato ad accettare pagamenti al di sotto del valore della merce, quindi vedi di essere all'altezza. - disse lanciandogli un'occhiata esplicitamente bramosa.
Tornò poi a voltare loro le spalle e agitò con noncuranza una mano nell'aria.
- Mostrategli le celle di Camelot e dategli quello che vi chiede. -
 
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ikana
view post Posted on 1/6/2011, 19:09




:fran:

Il francese deglutì appena nel sentire la risposta così "vivace" e perentoria del capitano Kirkland, si ripropose la calma e la sua notorea freddezza di spirito che spesso aveva usato in occasioni diplomatiche e che faceva così spesso a pugni con la sua indole passionale e sentimentale:
- Non ve ne pentirete. -
Vedendo avviarsi verso di lui un ancora stra lunato danese, Francis decise di prendere alla lettera le parole dell'inglese rivolgendosi a quello che sembrava il suo secondo in quelle occasioni:
- Mi servono due uomini per trasportarlo in orizzontale, posso anche tenere le manette ma dopo dovrete slegarmi. Inoltre necessito di un assistente che si intenda un poco di infermieristica, se non erro she un mozzo italiano che sa quelque chose, giusto? Inoltre avrei bisogno di una scatola medica completa. -

:den:

Il danese che era rimasto in disparte a "leccarsi le ferite" aggiuntesi in quella mattinata, e rattoppatosi a dovere, fu uno dei primi a lamentarsi della decisione del capitano sul fatto di non mandare alla forca tutti e due i prigionieri, ma a farlo ricredere fu lo sguardo che concedette al francese, così pieno di lussuria e bramosia.
Si avvicinò al biondo che così lurido di sangue faceva più spavento di una sirena degli abissi, ma ascoltando quello che aveva richiesto alzò appena il tono:
- Voi due! Prendete l'ispanico, con delicatezza zotici topi di fogna! Se ci muore prima che questa bambolina gli abbia messo addosso le mani, vi mando in passerella e poi in bocca ai pesci, chiaro? E cuoco! Portami il tuo assistente! Muoviti! -
Digrignò appena i denti mentre quel gruppo così eterogeneo si allontanava verso l'alto castello che troneggiava su quella cittadina isolana: prima avrebbe finito, prima se ne sarebbe andato in una taverna a sfogarsi di rhum e cazzotti probabilmente.
 
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view post Posted on 1/6/2011, 21:28


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:nor:
Lukas aveva osservato tutta la scena da lontano, guardandosi bene dall'intervenire: dopotutto non erano affari suoi e Mathias era perfettamente in grado di cavarsela da solo. Solamente la reazione del capitano lo lasciava perplesso. Il solito Kirkland non si sarebbe lasciato convincere una volta che aveva pronunciato una sentenza. Se morte aveva deciso, morte sarebbe stata, senza appello. Decisamente quel francese poteva diventare pericoloso se aveva un tale ascendente su di lui, forse agli altri non era ancora chiaro ma Lukas aveva già intravisto i possibili sviluppi di quella situazione e non gli piacevano per niente.
Accantonando per un attimo i pensieri pessimisti, si fece largo tra la folla di marinai, prese il piccolo mozzo italiano per un braccio e lo trascinò in avanti.
- Non fare casino, il mozzo è già qui. - disse spingendolo avanti.

:tonio:
Nonostante il dolore, Antonio si sforzò di aprire gli occhi mentre Francis prendeva così strenuamente le sue difese. No, che stava facendo? Stava di nuovo offrendosi in sacrificio al demone inglese solo per salvarlo? Avrebbe voluto protestare, ma il respiro affannoso che gli usciva dalle labbra non era nemmeno sufficiente ad articolare qualche parola.
Strinse i denti quando una fitta lancinate gli attraversò tutto il corpo nel momento in cui lo sollevarono rudemente da terra e solo la vista di Lovino, trascinato avanti dal cartografo, gli diede la forza di sollevare almeno una mano verso di lui.
- Mi Lovinito... - rantolò. - Non toccatelo, maledetti, non... -
 
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