Un bagno di rose, capitolo 7

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ikana
icon4  view post Posted on 7/6/2011, 17:01




:fran:

Quando ebbe finito di curare Antonio e lo ebbe affidato ancora assopito nelle piccole mani di un piccolo italiano, Francis venne condotto fuori dalle carceri della "reggia" del capitano e condotto verso le stanze superiori di quella villa in stile Tudor.
Il francese osservava quasi con ammirazione i broccati che abbellivano le poltrone e i divani dei piccoli salotti, così come i ricchi cimeli che occupavano gallerie infinite di anni di conquiste.
Venne lasciato solo in una grande sala dai toni dorati e bordeaux, proprio come nei suoi occhi era ancora impressa l'immagine della stanza del capitano a bordo del suo vascello, solo ad attendere il suo arrivo probabilmente, dato che oltre a lui non c'era nessun'altro: sentiva chiaramente le risate di alcune servette della casa, ma di lui poteva sentirne la presenza solo al diffuso odore di sangue quell'uomo sembrava portarsi dietro costantemente.
O forse per una volta, era il suo corpo ad emanarlo?
 
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view post Posted on 7/6/2011, 20:33


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Arthur Kirkland in quel luogo si sentiva se non a casa, almeno come un re nella sua reggia, esattamente come la popolazione di Camelot lo chiamava: King Arthur. Proprio per questo ora se ne stava semisdraiato su uno dei divanetti di broccato della sua camera privata in attesa che una delle ragazze a servizio nella residenza gli preparasse il primo vero bagno degno di questo nome dopo settimane per mare. Si sentiva addosso l'odore della salsedine e per quanto quest'ultimo non gli dispiacesse quando era mescolato a quello ferroso del sangue alla lunga finiva per stancarlo, come una bevanda a gradazione alcolica troppo alta. Si rendeva conto che se ne avesse assunto in dosi eccessive gli avrebbe fatto del male.
- Rose... - mormorò ripetendo tra sè il nome della ragazza indaffarata nella cameretta accanto. - In onore del tuo nome, aggiungi dei petali all'acqua calda, così mentre vi sarò immerso penserò a te, my little. -
Immaginò la giovane sgranare gli occhi per la sorpresa ed affrettarsi ad eseguire.
- Yes, my lord! -
Già da qualche minuto la fatina Lily gli svolazzava attorno, in ansia per le condizioni della sua ferita e preoccupata anche per altro.
- Ho capito che non ti piace. - rispose Arthur all'ennesimo scampanellio infastidito. - Ho fatto qualcosa che possa farti credere che per me sia il contrario? L'ho fatto chiamare solo perchè tenga fede alla sua parola. Ha detto che avrebbe accettato di fare qualunque cosa e sono curioso di vedere fin dove saprà spingersi. -
Già, il suo nuovo prigioniero francese lo aveva stupito per l'ennesima volta, offrendosi totalmente a lui in un modo che sulle prime lo aveva lasciato spiazzato e gli aveva provocato fantasie tutt'altro che innocenti. Ad Arthur non piaceva quel tipo, era chiaro, eppure lo incuriosivano e lo attiravano i suoi slanci passionali, come la resistenza che aveva opposto poche notti prima o il coraggio con cui gli aveva chisto (ordinato quasi) di salvare lo spagnolo. Nessuno osava contrastarlo in quel modo.
- Ha detto che avrebbe fatto quello a cui si è opposto la volta scorsa. - continuò rivolto alla piccola fata. - Gli farò leccare i miei stivali, hanno giusto bisogno di una lucidata! -
Si lasciò andare ad una risata con venature sadiche che fece rabbrividire la ragazza nel bagno. Probabilmente, se mai ne aveva avute, ora ogni fantasia di usufruire lei stessa di quel lusso in sua compagnia era svanita.
 
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ikana
view post Posted on 7/6/2011, 21:05




:fran:

Il francese era ancora in piedi con le mani legate dietro alla schiena che fissava lontano verso il mare nero dietro alle tende di pesante velluto: chissà in quale remota regione si trovavano e soprattutto chissà quanto erano lontani dalla sua amata patria e dal suo Feliciano...
La risata sguaiata di un inglese a lui ormai noto, risuonò nuovamente nella sua testa come se il giorno in cui era stato preso sul vascello di quell'uomo non si fosse mai allontanato: dannato.
Piegò appena il capo rivolgendo a lui e alla sua nazione una preghiera che sperava fosse ricambiata almeno dal fratellino: dei passi risuonarono nella stanza ed una ragazza dagli accennati tratti caraibici gli rivolse un gesto del capo, invitandolo a seguirla per portarlo nella stanza del "lord": ed era un vero Lord quello che gli si presentava sdraiato su un divanetto barocco e con mollevole ambiente fatto di oli e profumi forti.
- Vedo che vi divertite anche sensa di me, mon capitàin... -
 
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view post Posted on 7/6/2011, 21:31


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L'ingresso del prigioniero, la cui figura legata e trasandata stonava così tanto con l'ambiente elegante del quale si era impegnato a circondarsi, gli fece smorzare la risata sulle labbra.
- Nel mio regno non mancano certo gli svaghi. - sentenziò piegando le labbra in una smorfia ironica che si trasformò in una di dolore quando accennò ad alzarsi con un movimento troppo avventato.
- Lily, my dear, raggiungi Nor. - disse. - Lo spettacolo che mi appresto a mettere in scena non è adatto a sensibili occhi femminili. -
Uno scampanellio seccato gli rispose.
- No, tranquilla, Den sarà da qualche parte con qualche donna del posto. Che significa che ne dubiti? Oh, via, in ogni caso non ti infastidirà. -
Allontanata l'amica fata, si rivolse alla ragazza del bagno.
- Rose, anche tu sei pregata di andare appena hai finito. -
Neanche mezzo minuto e la ragazza era già fuori dalla porta con espressione intimorita.
- Molto bene. - continuò Arthur soddisfatto dalla realizzazione dei suoi ordini in modo tanto celere.
Si rivole quindi a Francis, di fronte a lui e con un rapido guizzo del pugnale che teneva sempre alla cintura, tagliò le corde che gli legavano le mani.
- Intendo avere a che fare solo con gente pulita, quindi siete pregato di darvi una sistemata. - disse indicando la porta del bagno, non una singola inflessione della voce a tradire quello che provava realmente.
 
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ikana
view post Posted on 7/6/2011, 21:51




:fran:

Il francese assisté piacevolmente stupito da quella scena che l'inglese sembrò instaurare come un'abitudine: che avesse allucinazione di qualche sorta dovuta a droghe?
Non se ne sarebbe dovuto stupire dato l'ambiente che frequentava , ma furono le seguenti parole a insospettirlo: non osava immaginare che cosa ci poteva essere dietro quella porta, ma lo stesso vi entrò sorpreso di trovare una elegantissima vasca da bagno, ricolma di acqua calda e cosparsa di rose.
Attorno brillavano le luci di decine di candele di più colori e forme e Francis si fece attrarre: si chinò in ginocchio carezzando l'acqua calda e socchiudendo gli occhi lasciando che le mani poi portassero quell'acqua al volto, deliziandosi del suo profumo.
Si convinse a togliersi la camicia ormai lurida di sangue e la lasciò a terra, bagnandosi poi le braccia ed il collo, sciogliendo i morbidi capelli e si rialzò, tutto questo quando sentì appena dei passi accennati alle sue spalle e rimase per un momento stupito quando lo stesso inglese, in tutta la sua bellezza barbara entrò nella vasca dove lui aveva appena assaggiato l'acqua.
Restò in piedi ancora per un momento fissando l'uomo e soffermandosi sulle innumerevoli cicatrici che attraversavano quel corpo, ma ancora decise di non dire nulla, si limitò a rimettersi in ginocchio al suo fianco ed attendere il fatidico "ordine".
 
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view post Posted on 7/6/2011, 22:26


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Non gli sfuggì l'occhiata che il francese gli rivolse, come minimo stava pensando che fosse vittima di allucinazioni da oppio o qualcosa del genere. Ci era abituato ma a volte lo trovava ancora fastidioso.
Sempre con lo sguardo puntato sulle sue spalle, sulla camicia che ricadeva a terra frusciando e sui capelli che si scioglievano, iniziò a spogliarsi a sua volta. Abbandonò la propria camicia, i pantaloni e la cintura con appeso il pugnale su una poltroncina in un angolo e in un paio di passi raggiunse la vasca. Il suo sguardo non potè fare a mendo di indugiare sul torace del suo prigioniero, non segnato quanto il suo ma comunque degno di nota, in tutti i sensi. Mantenendo lo sguardo fisso davanti a sè, finse la più totale indifferenza e scavalcò il bordo della vasca, nonostante il dolore alla ferita che quel movimento gli provocava.
- Beh, che state facendo? - chiese, rivolto a Francis inginocchiato lì accanto. - Intendete rimanere sul pavimento? O farvi il bagno vestito? Non voglio quegli stracci nella mia vasca. -
Così dicendo si allungò nell'acqua, concedendosi un attimo di assoluto relax e socchiudendo gli occhi. Chissà perchè era convinto che quel tipo non gli avrebbe fatto del male? Anche se il suo pugnale era ad un passo di distanza. Anche se sarebbe bastato un nulla per afferrarlo e colpirlo.
 
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ikana
view post Posted on 8/6/2011, 14:31




:fran:

Il francese sembrò arrossire appena a quell'incitamento, che normalmente lo avrebbe fatto sorridere se non addirittura divertire, ma ora come ora sentiva solo correre un brivido sulla pelle liberata anche dai pantaloni di tela.
Ringraziò il cielo che la vasca era notevolmente ampia rispetto alle classiche tinozze che si trovavano in diversi bordelli, ma anche case, di oltre oceano e si immerse, trattenendo il busto dal scivolare reggendosi al bordo di ceramica: il capitano inglese sembrava rilassato e quasi a suo agio, ma forse aveva ragione a non sentirsi in pericolo con lui, in fondo aveva fatto una promessa.
Strinse appena i pugni piegando indietro il capo e lasciando che la maggiore delle cicatrici sul suo corpo, all'altezza del cuore, si evidenziasse grazie ai muscoli espansi:
- Quelle folièe... -
Disse solo a bassa voce aspettandosi chissà quali ordini da quel così particolare personaggio.
 
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view post Posted on 8/6/2011, 20:50


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Socchiuse gli occhi, soffermandosi appena sulla grande cicatrice sul petto del suo prigioniero: probabilmente anche la sua ferita ne avrebbe lasciata una analoga.
L'acqua calda e profumata di certo non era d'aiuto alla riflessione, ma induceva piuttosto all'abbandonarsi ai sensi mentre la luce delle candele danzava sulle pareti disegnando bizzarre forme con le loro ombre.
- Come ve la siete procurata quella? - chiese senza indicare ma limitandosi ad uno sguardo fugace. - Duellando con qualcuno che odiavate più di me? -
Arthur si ritrovò a ringraziare che la vasca fosse abbastanza ampia da non causare un forzato contatto ravvicinato. Si rendeva conto infatti che la temperatura stava iniziando a salire e realizzava, infastidito, quanto labile fosse il confine tra odio mortale e passione travolgente. Ma la sua non era altro che ingordigia, la stessa brama di possesso che lo portava ad assaltare galeoni stranieri e a raziarne i tesori. Ne era consapevole, com'era consapevole che una volta conquistatone uno non l'avrebbe ceduto facilmente a nessuno.
 
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ikana
view post Posted on 8/6/2011, 21:28




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Il francese sfiorò con il proprio piede appena la coscia dell'inglese, ma a distrarlo dal brivido che aveva ricevuto e dalla strana sensazione che la temperatura si stesse continuando ad alzare, ci pensò la domanda rivoltagli dal capitano in una maniera così sfuggente:
- Questa? -
Disse carezzando lentamente la grande cicatrice all'altezza del cuore:
- Ah non è stato proprio un duellò... Diciamo che mi sono fidato di qualcuno che forse non la meritava... -
Le parole fluivano lente dalle sue labbra mentre i ricordi continuavano a riemergere dalla propria memoria, ricordi fatti di lotte, amori e tante corse e viaggi: parlò di Parigi, la sua vera amante, parlò di quello che era successo con la donna che l'aveva colpito al cuore mentre era indifeso e senza nessuna speranza.
- ... Tutto qui. Mais absolument, le vostre avranno di più da raccontare... Come questa. -
Concluse afferrando appena il polso destro dell'inglese, una strana cicatrice circolare brillava e la carezzò con delicatezza e curiosità.
 
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view post Posted on 8/6/2011, 21:54


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Fingendo di ignorare quello sfioramento occasionale, Arthur rimase in ascolto del racconto al quale il francese si era straordinariamente lasciato andare. Certo, un nobile come lui poteva permettersi quelle storie di intrighi, passioni e tradimenti, non doveva certo lottare per sopravvivere un giorno sì e l'altro no.
Si lasciò sfuggire un sospiro seccato che ben presto si trasformò in un moto di sorpresa quando si sentì afferrare il braccio. Il primo istinto fu quello di ritrarsi, non amava che qualcuno toccasse quella cicatrice, l'unica di cui non andava orgoglioso, ma si rese conto che un gesto del genere lo avrebbe scoperto ancora di più.
- Oh, questa? - fece fingendo noncuranza. - E' il segno di quanto la mia libertà sia solo una realtà fittizia. Il marchio indelebile e la catena che mi lega al vero sovrano di queste terre. -
Voltò lo sguardo verso la parete in modo da non dover incontrare neanche per sbaglio gli occhi del francese.
- E' solo uno in più che mi vuole morto. Come voi, dopotutto, no? -
 
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ikana
view post Posted on 8/6/2011, 22:04




:fran:

Il francese ascoltò l'inglese e abbassando appena gli occhi capì allora cosa dovesse essere: il famoso marchio che i re di tutte le nazioni conquistatrici, imponevano ai loro uomini più spietati per sottometterli al loro volere.
In fondo capiva, il capitano Kirkland era un corsaro, spietato come un pirata d'altri tempi, ma pur sempre incatenato a delle leggi inderogabili e ferree: fu solo la domanda successiva a lasciarlo spiazzato, la stessa domanda, forse capovolta, che gli aveva posto il compagno di cella.
- Perchè dovrei volervi morto...? -
Francis si riportò contro lo schienale della vasca e spostò lo sguardo sull'acqua, carezzando un petalo di rosa catturato dalle sue dita:
- Vous-avèz rispettato le vostre promesse, io le mie. Siete uomo d'onore, in un sherto senso.
Non voglio vedervi... Mort. -
 
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view post Posted on 8/6/2011, 22:17


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Il capitano Kirkland odiava la commiserazione e se aveva anche solo il sospetto di averla provocata con le sue stesse parole era pronto a tutto pur di cancellare quell'onta. Non era certo che Francis provasse pietà per lui - perchè avrebbe dovuto? - eppure la sola ipotesi lo irritava terribilmente.
Si alzò e si mosse in avanti, approfittando della distrazione dell'altro per sovrastarlo e spingerlo contro il bordo della vasca.
- Perchè, dite? - ringhiò fissandolo dritto negli occhi mentre le sue iridi smeraldine brillavano alla luce incerta delle candele. - Perchè ho fatto strage del vostro equipaggio, ho minacciato di morte vostro fratello, ho dato alle fiamme la vostra bandiera e vi ho privato della libertà e della dignità. Dovreste odiarmi! Sarebbe il sentimento più naturale. -
Mentre ancora stringeva le spalle di Francis fino a conficccare le unghie nella pelle, scese con le labbra sul suo collo ma non si accontentò di un bacio, bensì morse forse con foga eccessiva la pelle calda del francese.
- Odiatemi! - ansimò mentre il suo fiato bollente gli solleticava la nuca.
 
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ikana
view post Posted on 9/6/2011, 12:32




:fran:

Il francese rimase interdetto e quasi sorpreso di quella reazione violenta e istintiva del capitano inglese: ad ogni affermazione riguardo il suo destino e alla stretta sempre più salda sulle sue spalle, il sangue sembra scaldarsi e bollire nelle vene, lasciando in bocca a Francis un sapore disgustoso, quello del suo stesso sangue, che ora l'inglese sembrava voler assaporare con quel morso e con le parole così dure che gli rivolgeva.
Il biondo sollevò con forza il mento dell'inglese spingendolo a baciarlo: un bacio per zittirlo di tutte le idiozie che stava dicendo e che voleva anche sentirsi dire.
Non aveva bisogno di aggiungere altro, Francis, le sue iridi blu riuscivano ad esprimire benissimo cosa provava in quel momento e perchè lo odiasse, ma:
- Sapete perchè la jente vi odia? Parce que sapete e siete lurido di sang... La vostra immagine è sporca. -
Le sue mani scesero a carezzargli il collo e la schiena, tornando poi sul petto:
- Mais con un po' d'eau voi uscite pulito e splendido: con la mia persona non vale.
Qui mi ama, mi ama per la mia immagine pulita, ma qui mi odia sa che io sono sporco dentro... -
Raccolse appena i capelli, scomposti sul volto acuto e pallido:
- Et il n'y a rien que je puisse me laver les péchés* -

*: E non esiste niente che possa lavare i miei peccati
 
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view post Posted on 9/6/2011, 21:13


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Quel bacio improvviso e piuttosto rude rispose in pieno alle sue aspettative. Non vi leggeva dolcezza, solo un tipo di desiderio che rispecchiava in pieno il suo. Tuttavia le carezze che ne seguirono furono più delicate di quanto pensasse.
Quando si allontanò un poco dalla bocca di Francis per prendere fiato, lesse nei suoi occhi lo stesso sentimento che aveva appena invocato, eppure le parole che seguirono furono del tutto diverse.
- La mia esistenza gronda sangue. - confermò. - Per quanta acqua possa usare, non esite nulla che possa ripulirla. Voi forse ora mi vedete così, ma è molto più probabile che questa intesa nasca dalla similitudine. Siamo entrambi persone sporche e peccaminose. L'odio, l'omicidio, la strage, il sangue... Forse sono stati impressi a fuoco dal destino nelle nostre esistenze. -
Non aveva mai parlato in quel modo a nessuno e quando scese a riappropriarsi delle labbra del francese si chiese da dove provenisse il senso di affinità così forte che sentiva.
 
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ikana
view post Posted on 9/6/2011, 21:25




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Il francese ascoltò pazientemente quelle parole, incantandosi a fissare quel delicato volto che sapeva far trasparire sentimenti così contrastanti; amava quelle labbra che parlavano di sangue e di sangue come fosse acqua, amava quegli occhi così verdi e profondi che sembravano volersi perdere in onirici percorsi fatti di deliri e di passioni.
- Similitudine... Peut-ètre. -
Si piegò lentamente sotto il bacio desiderato e chiamato dell'altro socchiudendo gli occhi e reclinando il capo verso l'acqua: sentiva i muscoli della schiena e delle spalle tesi sotto le sue mani, ma ad ogni secondo, ogni momento che passava sembravano volersi rilassare e lo carezzò lentamente.
Aveva ragione, forse era per quello che non riusciva a fare a meno di lui: così come amava la sua stessa immagine di bellezza, come Narcismo, amava anche lui che sembrava ora così fragile e piccolo, ma invece emanava forza e testardaggine unica.
 
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