ikana |
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| Il francese era ancora in piedi con le mani legate dietro alla schiena che fissava lontano verso il mare nero dietro alle tende di pesante velluto: chissà in quale remota regione si trovavano e soprattutto chissà quanto erano lontani dalla sua amata patria e dal suo Feliciano... La risata sguaiata di un inglese a lui ormai noto, risuonò nuovamente nella sua testa come se il giorno in cui era stato preso sul vascello di quell'uomo non si fosse mai allontanato: dannato. Piegò appena il capo rivolgendo a lui e alla sua nazione una preghiera che sperava fosse ricambiata almeno dal fratellino: dei passi risuonarono nella stanza ed una ragazza dagli accennati tratti caraibici gli rivolse un gesto del capo, invitandolo a seguirla per portarlo nella stanza del "lord": ed era un vero Lord quello che gli si presentava sdraiato su un divanetto barocco e con mollevole ambiente fatto di oli e profumi forti. - Vedo che vi divertite anche sensa di me, mon capitàin... -
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