Un incontro del destino, capitolo 11

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view post Posted on 2/8/2011, 23:07


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Feliciano Vargas

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:tonio:
Non erano trascorsi molto giorni da quando erano giunti sull'isola chiamata Camelot, le riparazioni dell'Albion erano state ultimate e ci si apprestava alla partenza su uno scafo rimesso a nuovo. Lo stesso non si poteva dire della ferita di Antonio, che tardava a guarire a causa della profondità e delle condizioni in cui lo spagnolo era costretto a passare la convalescenza. Infatti aveva trascorso l'intera durata del soggiorno nella piccola e umida cella a ridosso della sfarzosa villa del capitano, lanciando di tanto in tanto occhiate disgustate verso l'imponente edificio. La sua unica consolazione era Lovino, a cui era stato permesso di stargli accanto ed assiterlo, e così era stato anche quando finalmente era stata decisa la partenza. Ritrovata la sua precedente cella, Antonio si era visto coinvolto in un viaggio di cui non conosceva la destinazione, ma almeno il suo amore era accanto a lui. Quella poteva essere un'occasione: anche se non conoscevano la meta non sarebbero stati in Inghilterra quindi, che lui ne fosse in grado o meno, era il momento migliore per attuare il loro piano.
Allungò una mano dal giaciglio su cui era sdraiato e fece cenno al ragazzo di avvicinarsi.
- Lovinito, ascoltami bene. - iniziò. - Quando sbarcheremo e tutti saranno occupati, dovrai approfittarne. Non saremo in Inghilterra, quindi sarà più semplice. Che io sia in grado di seguirti o no, devi scappare. -
In questo modo era certo che almeno lui si sarebbe salvato.
 
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ikana
view post Posted on 5/8/2011, 20:39




:lovi:

Romano era rimasto per tutto il tempo accanto ad An... Al suo capitano, per tutto il tempo che gli avevano concesso di restare, prima nella cella delle prigioni di Camelot e poi, o meglio nuovamente, in quelle dell'Albion: già, il vascello si era rimesso in mare aperto e volgeva verso coste sconosciute e ben lontane dall'Inghilterra, terra del capitano di quella nave e corona sotto il quale tutti i pirati di quella imbarcazione erano stati marchiati.
- Co...! -
Ascoltò quasi impietrito le parole che gli stava rivolgendo lo spagnolo e con quella faccia da schiaffi che: sciaff!!
La mano si mosse da sola, senza freni e senza remore, e il segno evidente lasciato sulla guancia dell'ispanico serviva a comprendere con quanta rabbia avesse dato quello schiaffo:
- Ma cosa stai dicendo, razza d'idiota!? Com-come credi che possa lasciarti in mano a quest... -
Le parole risultarono sempre più rotte e spezzate da accenni di italiano, la sua lingua natale, e soprattutto da singhiozzi: era da tempo che non sentiva le lacrime rigargli il volto e piangere di fronte ad Antonio non era una cosa comune.
Quelle lacrime non erano per l'abbandono del padre che lo aveva accolto e cresciuto nella sua casa, non erano nemmeno per il fratello che gli aveva insegnato a difendersi e gli aveva mostrato il mondo, no. Sapeva che quelle lacrime erano per l'amore, per colui che gli aveva rubato il cuore.
 
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view post Posted on 5/8/2011, 21:18


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:tonio:
La reazione di Lovino lasciò Antonio basito, immobile e con la mano sulla guancia offesa, dove già si era disegnata la sagoma rossa delle cinque dita. Che il ragazzo si arrabbiasse era normale e se lo poteva aspettare, ma che piangesse davanti a lui era qualcosa di assolutamente fuori dal mondo. Non lo vedeva piangere da... Probabilmente non lo aveva mai visto piangere.
Questo poteva significare solo una cosa, cioè che nemmeno Lovi avrebbe tollerato la separazione che lui in primis tanto temeva. Che il sentimento che provava era altrettanto forte.
Antonio si sentì stringere il cuore e, allo stesso tempo, si sentì l'uomo più stupido del pianeta per aver detto una cosa che aveva fatto soffrire tanto la persona più importante della sua vita.
Si alzò a sedere sul giaciglio nonostante i punti tirassero ancora e si sentisse debole. Allungò una mano e gli carezzò la guancia umida.
- Non piangere, mi amor. - mormorò. - Mi si spezza il cuore a vederti così. -
 
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ikana
view post Posted on 5/8/2011, 21:36




:lovi:

Il ragazzo allontanò la mano che gli accarezzava la guancia, anche se in realtà avrebbe voluto che quella carezza non finisse mai: portò le proprie mani strette in pugni al volto, sfregando con foga gli occhi che sembravano però ormai riversare cataratte di amarezza e tristezza.
- Stupidi occhi! E' tutta colpa tua ecco! Se-sei un bastardo! -
Nuovamente non si premurò delle condizioni dell'ispanico sotto di lui e gli affondò il volto nella spalla, anche perchè questi non potesse vedere in che condizioni versava il proprio viso, ormai completamente rosso e rigato da perle salate:
- Un idiota, stupido, incompetente... - non avrebbe smesso di offenderlo, non avrebbe smesso di picchiare i pugni su quel petto ferito.
Non avrebbe smesso di restargli accanto.
 
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view post Posted on 5/8/2011, 21:47


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:tonio:
Quando Lovino allontanò così bruscamente la sua mano, Antonio non potè far altro che circondargli le spalle con le braccia e attirarlo a sè. I colpi che riceveva gli facevano male, ma era il prezzo da pagare per poterlo tenere così vicino, per poterlo stringere e lasciare che lo insultasse finchè voleva.
- Hai ragione, è tutta colpa mia, sono uno stupido, - mormorò tra i suoi capelli, accarezzando lentamnete quelle spalle sussultanti. - Volevo fare qualcosa per il tuo bene, ma mi rendo conto che ho ottenuto l'effetto contrario. Io non vorrei mai, mai lasciarti, ma se non posso garantire la tua incolumità sono inutile. -
Gli sollevò un poco il volto e gli posò un bacio sulla fronte.
- Preferisco saperti lontano da me che in pericolo per colpa mia. -
Lovino aveva già sofferto troppo a causa sua, sarebbe stato egoista pretendere che rimanesse, anche se così facendo andava contro la sua stessa volontà.
 
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ikana
view post Posted on 6/8/2011, 12:04




:lovi:

L'italiano pian piano calmò i singhiozzi e le lacrime si fermarono agli angoli degli occhi, indecise se scendere assieme alle altre che le avevano precedute, oppure se tornare indietro, spinte dall'orgoglio che urlava dentro il ragazzo:
- Ma-ma... - no, non doveva balbettare!
Puntò i pugni sulle proprie ginocchia, sollevandosi da Antonio e con il capo abbassato ascoltò quelle ultime parole che l'ispanico gli rivolgeva, ma ormai aveva deciso e neanche lui avrebbe potuto fermarlo:
- Tu... - concluse rialzando gli occhi di giada su quelli smeraldo di Antonio - Tu non sei e non sarai mai il mio padrone! Non puoi decidere per me, chiaro!? -
Gli aveva già fatto una sfuriata del genere, diversi anni prima, quando per la prima volta, lui piccolo orfano abbandonato in uno dei peggiori mercati di schiavi di Siviglia, aveva incontrato quel fiero comandante spagnolo in groppa al suo purosangue: lo aveva pensato già allora e non si era stupito quando gli indigeni glielo raccontarono. Uno spagnolo in sella al suo cavallo era davvero un dio.
 
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view post Posted on 6/8/2011, 15:16


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*inizio flash back*



:tonio:
Era stato mandato al mercato per reclutare mozzi per la prossima partenza. Antonio Fernandez Carriedo all'epoca era solo un sottoufficiale nella Marina di Sua Maestà, ma trovarsi in mezzo alla folla abbigliato in uniforme e con il purosangue che suo padre gli aveva regalato da poco, lo faceva sentire fiero e orgoglioso come se avesse avuto il grado di capitano.
Il piano iniziale era stato semplicemente quello di leggere un proclama di reclutamento per la prossima spedizione commerciale e, solo se non avesse avuto successo, soffermarsi nell'angolo dove si svolgeva la compravendita di schiavi stranieri e acquistarne un paio che gli sembrassero abbastanza in forze. Piano che andò prontamente in fumo quando si rese conto di quello che stava effettivamente avvenendo su quel palco. Il banditore stava mettendo all'asta un bambino.
Antonio non era un tipo impressionabile, seguendo il padre per mare ne aveva viste di tutti i colori, battaglie, spargimenti di sangue, crudeltà e tradimenti, ma se c'era qualcosa che non tollerava era la violenza sugli innocenti. Un cuore tenero? Forse. Fatto sta che l'espressione di quel piccolo, che tentava fieramente di trattenere le lacrime mostrandosi combattivo anche con il tipaccio che lo strattonava, lo colpì in modo indelebile.
Facendosi largo senza smontare da cavallo tra la folla che si aprì in due ali al suo passaggio, puntò un dito minaccioso contro il banditore.
- Togligli le mani di dosso. Lo prendo. - intimò.
Senza preoccuparsi di chiedere il prezzo. Pessima mossa.
 
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ikana
view post Posted on 6/8/2011, 19:39




:lovi:

Aveva solo sette anni. O forse otto?
Non lo ricordava, ma se era per quello non sapeva nemmeno quando era nato: suo padre, un decerebrato ubriacone (forse), aveva abbandonato la madre non appena l'aveva saputa incinta e questa... Beh questa forse era anche più decerebrata dato che l'aveva tenuto con sè per quel breve tempo ed ora, per pagare i debiti, lo aveva messo in mano ad un venditore di schiavi.
In piedi sul palco di legnaccio marcio, Romano ora si dimenava dalle mani di alcuni possibili "offerenti" che cercavano di accaparrarsi qualche mozzo per le loro navi in procinto ad imbarcarsi per mare ed anche se era un bambino, Romano sapeva perfettamente che sorte l'avrebbe atteso su una di quelle galere.
-Lasciatemi! Lasciatemi brutti bastardi!! - inveò aspramente, quando davanti al palco si presentò un uomo, o meglio. No, non era un uomo.
Romano rialzò il capo e soffermando le lacrime, squadrò aspramente lo spagnolo di fronte a lui: era brunito di carnagione e dalla ricchezza dei bardamenti del cavallo e suoi (sembrava vagamente un albero della cuccagna con tutti quegli ori) doveva essere uno importante.
< Oh senor, questo ragazzino è una perla rara! Un corpo nuovo ed intoccato! Innocente e docile... Argh! >
- Docile un cazzo! Mollami! - Romano aveva appena morso il banditore e liberatosi dalla sua presa ma non quella delle corde avanzò verso il cavaliere spagnolo.
 
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view post Posted on 6/8/2011, 20:58


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:tonio:
Il ragazzino aveva carattere, niente da dire. Certo, forse sarebbe stato difficile convincerlo a fidarsi di lui visti i maltrattamenti che aveva subito e la figura che doveva fare lui agghindato in quel modo, ma poteva tentare.
- Ti ho detto di lasciarlo! Gli stai facendo male, ovvio che reagisca così. - disse assumendo un'aria minacciosa. - E sarà meglio per te che sia intoccato o ne subirai le conseguenze! -
Smontò da cavallo e si chinò verso il bambino, appoggiandogli una mano sulla testa. Antonio non era certo un adulto ma poteva capire di apparire tale agli occhi del piccolo e come tale doveva atteggiarsi anche con il venditore o non sarebbe mai stato preso sul serio. Dopotutto era figlio di un capitano di Marina, doveva essere in grado di farsi rispettare.
Mentre rifletteva su queste cose, sorrise al bambino.
- Ti va di venire con me? - chiese. - Mi chiamo Antonio, tu chi sei? -
 
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ikana
view post Posted on 6/8/2011, 21:06




:lovi:

Il ragazzino si ritrovò dinnanzi al signore spagnolo, ora smontato da cavallo e di fronte a lui che gli carezzava il capo: istintivamente mosse un passo indietro, ma piuttosto che finire nuovamente nelle mani del banditore, Romano decise di rimanere immobile così.
- Non ti deve fregare un cazzo chi sono! E non voglio venire con te! Voglio tornare da mia madre! -
< Oh lo scusi... Ma in fondo è ancora un bambino, non-sa-quello-che-dice...! >
Il banditore strattonò la corda che teneva legati i polsi di Romano e lo tirò indietro, per poi avvicinarsi invece al cavaliere spagnolo:
< Allora senor, fanno 3000 pesetas, so so che il prezzo è alto, ma capite no? Intoccato, e... Sapete cosa significa intoccato vero? Sembrate così giovane, comunque! Il ragazzo è vergine e scommetto che lo troverete molto soddisfacente nella vostra cabina... >
Tese la mano magra e nodosa però pronta a ricevere il sacchetto di monete e un sorriso si dipinse sul suo volto, un sorriso approfittatore e terrificante.
 
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view post Posted on 6/8/2011, 21:39


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Feliciano Vargas

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:tonio:
Antonio avrebbe voluto rispondere con parole rassicuranti, come che, se voleva, potevano cercarla insieme sua madre, ma il banditore aveva strattonato bruscamente il bambino e questo lo aveva irritato.
- Certo che sa quello che dice! Non sembra affatto uno stupido. E smettila di fargli male! -
Avrebbe potuto continuare con i suoi rimproveri ancora per un bel po' se la cifra pronunciata dall'uomo non lo avesse gelato sul posto. 3000 pesetas. Era una somma enorme, più o meno corrispondente all'intero ammontare che aveva con sè e che avrebbe dovuto bastare per il reclutamento di due mozzi adulti. Inoltre...
Nel sentire le seguenti parole del venditore, prima sbiancò, poi arrossì furiosamente.
- Io...! So benissimo cosa significa! E-e non ho la minima intenzione di fare una cosa così... così... disgustosa! - esclamò alzando la voce senza rendersene conto. - Come puoi dire certe oscenità davanti ad un bambino? -
Si tolse dalla tasca l'intera sacca con le monete, la gettò all'uomo e gli strappò di mano la corda che legava il ragazzino, sollevandolo di peso e issandolo sul suo cavallo.
Doveva avere il volto del colore dei pomodori, dannazione! Aveva finito per fare la figura dell'ingenuo un'altra volta!
 
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ikana
view post Posted on 6/8/2011, 21:48




:lovi:

Il ragazzino si stupì nel vedere quel "tizio" arrossire a quello che aveva detto il banditore, ma di cosa si preoccupava? Oltre ad essere un riccone doveva pure essere un po' tonto per non sapere che nelle stradacce la prima cosa che ti insegnano è di camminare stretto ai muri e le prime parole vanno da "bordello" a "prostituta".
Si sentì sollevare e issare sopra il cavallo, ma restando pur sempre legato:
- Ehi! Che cazzo fai!? Lasciami! Fammi scendere bastardo!! Dannazione fammi scendere!! -
Non era mai salito su un cavallo e dannatamente ora sapeva che ODIAVA i cavalli e qualsiasi posto fosse più in alto della sua altezza massima:
- Razza di pervertito! Fammi scendere! Fai ancora in tempo oppure giuro che ti uccido, te e la tua vergogna! -
 
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view post Posted on 6/8/2011, 22:02


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Ancora troppo sconvolto per rendersi effettivamente conto di quello che il ragazzino stava sbraitando, si issò alle sue spalle e fece voltare il cavallo, facendo bene attenzione a non incrociare neanche per sbaglio gli occhi del venditore. Che uomo viscido! Lo avrebbe denunciato alla corona, ecco!
Mentre attraversavano la piazza, senza pensare circondò con un braccio la vita del piccolo davanti a lui.
- Stai tranquillo, non ti succederà niente. - disse, ancora rosso in volto per il discorso di poco prima. - Non ti farò... nulla di quello che ha detto e, se vorrai, potremmo anche andare a cercare tua madre. -
Avrebbe dovuto giustificare molte cose per quell'acquisto inutile, ma se la sarebbe cavata. Inoltre capitan Carriedo era ancora per mare.
- Però prima è meglio fare tappa a casa mia. Ti va un bagno e qualcosa da mangiare? -
 
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ikana
view post Posted on 6/8/2011, 22:11




:lovi:

Il ragazzo si ritrasse non appena sentì la mano dell'ispanico sfiorarlo, ma purtroppo era esattamente dietro di lui e non fece altro che agevolare la stretta su quella specie di animale da corsa:
- Nulla di quello che ha detto?? Ma allora sei davvero un maniaco! Senti, lasciami andare okei? E dai sono solo un bambino! Lasciami qui bast... -
No.
Doveva resistere alla tentazione, il cibo non era una bella cosa! Il cibo era...
Il suo stomaco brontolò rumorosamente e Romano strinse le braccia al petto come a volerlo zittire: dannazione, da quanto non mangiava qualcosa di decente?
 
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view post Posted on 6/8/2011, 22:28


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Un maniaco?
Antonio fissò shockato il piccolo che si trovava tra le mani. Perchè? Cos'aveva detto di male? Voleva solo essere rassicurante e finiva per essere insultato. Forse aveva sbagliato approccio, forse il bambino ne aveva viste talmente tante da non fidarsi delle semplici parole.
Il sonoro brontolio di stomaco però mandò all'aria i suoi buoni propositi e Antonio finì per scoppiare a ridere.
- Va bene, va bene, sono certo che la cuoca ha già pronta una merenda strepitosa e stasera una bella cenetta non ce la toglie nessuno! - esclamò. - Ah, non voglio assolutamente niente in cambio. -
Meglio chiarire quel passaggio.
 
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39 replies since 2/8/2011, 23:07   302 views
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