The spirit of Albion is calling you home, capitolo 12

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view post Posted on 8/8/2011, 12:21


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Feliciano Vargas

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:art:
La navigazione era durata settimane, settimane durante le quali l'equipaggio aveva iniziato a diventare irrequieto e a scalpitare sotto il suo pugno di ferro. Capitan Kirkland sapeva bene come tenere a freno i suoi uomini ma dopo giorni e giorni durante i quali la vista spaziava solo sulla distesa infinita del mare, capiva che avevano bisogno di distrazioni. Aveva anche autorizzato l'assalto di un galeone di passaggio, su insistenza del fido Den che più di ogni altro conosceva gli umori dell'equipaggio, senza preoccuparsi di quale nazionalità fosse. Ne avevano ricavato un ottimo bottino, dobloni, stoffe preziose, armi e gioielli quanto bastava per assicurare agli uomini qualunque tipo di sfizio una volta a terra.
Fortunatamente, per tutta la durata della traverdata, i prigionieri non erano stati un problema. Lo spagnolo si stava riprendendo, sempre sotto la vigile assistenza del suo mozzo, che passave nella cella ogni minuto libero dal lavoro nelle cucine. Il francese invece era insolitamente tranquillo, nonostante lo avesse convocato nella sua cabina solamente un paio di volte e con esiti più blandi del previsto.
Ora, appoggiato alla balaustra di prua, Arthur lasciava spaziare lo sguardo sull'oceano interrotto in lontananza da un'esplosione di verde rigoglioso che annunciava l'imminente arrivo alla meta tanto desiderata. Camelot era il suo regno ma Avalon era la casa del suo cuore e solo quando si trovava nelle sue vicinanze sentiva scendere su di sè una pace che nessun altro luogo era in grado di donargli. Presto avrebbe rivisto Sesel e Alfred. Sarebbe stata una sorpresa per loro o si sarebbero aspettati il suo arrivo? Sesel lo avrebbe sgridato di nuovo perchè sapeva di sangue? E Alfred avrebbe riso delle sue giustificazioni incoerenti?
Sorridendo tra sè si rese conto che stava indulgendo un po' troppo in quelle riflessioni "sentimentali". Era tempo di dare ordini alla ciurma.
- Ammainate la vela maestra! - esclamò voltandosi verso il ponte. - Den, al timone! Tutto l'equipaggio si prepari allo sbarco! -
 
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ikana
view post Posted on 8/8/2011, 22:04




:den:

- Subito capitano!! Avete capito razza di caproni di mare!? Muovetevi! Tirate quei fiocchi! Sciogliete gli ammaini dell'albero maestro!! -
Mathias scostò velocemente il suo subordinato e afferrò saldamente il timone tra le mani conducendo le prime manovre: una nebbiolina sottile e bassa pian piano stava avvolgendo il vascello del capitano Kirkland.
Erano davvero vicini alla meta e alcuni dei nuovi reclutati agli approdi passati sembrano agitarsi alla vista del nulla e di probabili, anzi certi, pericoli che potevano trovarsi sulla loro rotta:
- Zitti ignoranti e sudici mozzi!! State fermi ai vostri posti!! -
 
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view post Posted on 8/8/2011, 22:22


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:nor:
Lukas aveva sentito il capitano dare ordini da prua e Mathias ribadirli agli uomini con la consueta voce stentorea. Quando la leggera nebbiolina che avvolgeva l'isola di Avalon aveva iniziato a salire lungo lo scafo della nave e la magia che la pervadeva aveva iniziato a farsi palpabile, non era più riuscito a starsene isolato nella sua cabina ed era uscito sul ponte quasi attirato da una forza invisibile.
Raggiunta finalmente l'aria aperta, aveva ignorato ogni marinaio che si muoveva accanto a lui o che aveva tentato di richiamare la sua attenzione, finchè non aveva raggiunto il parapetto accanto al quale si trovava il timone. Non degnando nemmeno Mathias di uno sguardo, si era sporto dalla balaustra respirando a pieni polmoni l'aria satura di potere.
Quello era un luogo incantato e ogni volta il suo spirito gioiva nel raggiungerlo.
 
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ikana
view post Posted on 9/8/2011, 10:10




:den:

Il danese a poppa reggeva il timone compiendo manovre pericolosissime con una abilità e una tranquillità straordinaria: bisognava evitare le secche, gli scogli nascosti, i mulinelli vorticosi e ovviamente mantenere la rotta verso l'approdo dell'isola o chissà dove avrebbero sbattuto la polena!
Quando vide arrivare sul ponte accanto a sè anche il norvegese capì perfettamente che erano davvero vicini a "casa", così con la consueta delicatezza da pirata danese quale era, senza staccare le robuste braccia dalla tensione di navigazione, Mathias apostrofò Lukas:
- Guarda chi è uscito dalla tana! Lukas ti trovo già in ottima forma...! -
 
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view post Posted on 10/8/2011, 10:57


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:nor:
Dedicò appena uno sguardo a Mathias che si rivolgeva a lui in quel modo sottilmente provocatorio. Del resto lui non poteva capire l'aura di magia che avvolgeva quel luogo, non poteva sentirlo e questo a Lukas un po' dispiaceva. Avrebbe voluto poter condividere quelle sensazioni con qualcuno (qualcuno che non fosse il capitano, con cui non poteva azzardare un legame più che "lavorativo").
- Sì, sto bene. Ogni volta che posso respirare quest'aria mi sento rinascere. - rispose con aria vagamente sognante, gli occhi persi lungo le distese cristalline che circondavano l'isola.
Le ferite sue e di Mathias erano guarite nel corso della navigazione e ora che il corpo era risanato, quel luogo avrebbe permesso loro di ritemprare anche lo spirito.

:art:
Quando la prua della nave raggiunse il punto adatto all'attracco, Arthur scese con un balzo i pochi scalini che lo separavano dal ponte principale, ordinò di gettare l'ancora e di calare le scialuppe. Una intera sarebbe stata caricata con i tesori che intendeva portare a terra, dando un posto particolare ai doni per Sesel e Alfred. Un'altra l'avrebbero occupata i prigionieri. Lui sarebbe sbarcato trionfalmente seguito da Den e Nor, suscitando come ogni volta l'ammirazione della popolazione, sguardi incantati e ammirati.
- Ai remi! - ordinò mentre si manteneva in equilibrio precario all'estremità della scialuppa.
Indossava il nuovo cappello piumato e la giacca verde smeraldo commissionata al sarto di Camelot. Le rifiniture d'oro brillavano nel sole del mattino.
King Arthur era tornato a casa.
 
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ikana
view post Posted on 10/8/2011, 14:16




:den:

Il danese sorrise nel vedere Lukas così felice di essere nuovamente a casa e stringendo le mani sul timone cercò di imprimere nella propria mente quegli occhi viola che si perdevano nelle coste dell'isola:
- Già... Siamo a casa. -
La nave approdò vicino alla costa e la scialuppa carica di preziosi venne spinta con forza dagli uomini più fidati della nave, mentre lui, il capitano e Lukas, occupavano un posto d'onore su una scialuppa a parte che sembrava capitanare tutte le altre: davanti a prua "the King" si stagliava nell'aria pura di quell'isola e lui messo ai remi spingeva con vigore nelle braccia finalmente guarite e nel corpo rinato.
Il popolino li attendeva e i pirati potevano tornare ciscuno alle sue famiglie, alle proprie case e anche lui poteva tornare alla sua pace: posò appena lo sguardo sul norvegese seduto di fronte a lui e poi scostandolo arrossì appena sulle gote.

 
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view post Posted on 12/8/2011, 10:38


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:sesel:
La folla si stava radunando con un gran vociare lungo le strade del piccolo porto ma sulle prime la ragazza non vi prestò molta attenzione. I pescatori erano di facili entusiasmi da quelle parti e magari avevano solo avvistato qualche delfino, richiamando i ragazzini che si erano messi a schiamazzare. Solo quando alle sue orecchie giunse la parola "nave" abbandonò di scatto il lavoro che stava facendo, quasi lanciando sul tavolo il gioiello di conchiglie che stava assemblando, e si precipitò all'aperto. Il cuore aveva iniziato a battere più velocemente nel suo petto mentre un senso di euforia la pervadeva. Nessuna nave attaraccava su quelle spiagge, mai. Nessun veliero era in grado di oltrepasare la coltre di nebbia fatata che pervadeva l'isola. Nessuno, tranne...
- Alfred! Alfred, dove sei? - chiamò facendosi largo tra la folla trepidante, il leggero abito celeste che ondeggiava nella brezza marina.
La bandiera inglese svettava fiera sul pennone del veliero all'imboccatura del porto e le scialuppe già si stavano avvicinando. Sulla prima della fila una figura si stagliava nitida e inconfondibile sullo sfondo del cielo terso e Sesel si portò le mani al petto con un sospiro emozionato: era lui, era tornato.
Imponendosi la calma, avanzò lungo il pontile mentre la folla si divideva al suo passaggio, lasciandole l'onore di accogliere il re di ritorno da tente battaglie.
 
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ikana
view post Posted on 13/8/2011, 10:45




:al:

Come ogni mattina, Alfred si era fiondato al molo a giocare, e anche se i pescatori continuavano a lamentarsi delle sue mille domande e dei pasticci che combinava in giro ribaltando secchi e rubando loro le reti rotte per giocare, sapevano perfettamente che non potevano non amare quella piccola peste e alla fine alla costrizione d'amore si passava al vero affetto e così, il più delle volte, erano loro a dargli piccoli pesciolini da ributtare in mare o vecchi arnesi rotti con cui riempire la sua collezione di stranezze e invenzioni.
Quella mattina però, mentre stava correndo su e giù per la spiaggia con in mano una enorme conchiglia, gli capitò di sentire la vedetta del porto gridare "Nave in vista", così tornando sul molo si sporse anche lui e la vide:
- E' l'Albion!!!! E' tornato il fratellone!!!!! -
Ma ben presto non fu quasi in grado di muoversi accerchiato da sempre più persone e la voce di Sesel era malapena percettibile:
- Se...! Ses...!!! -
Doveva togliersi di lì, quindi riscese sulla spiaggia: avrebbe fatto un giro più lungo, ma almeno non sarebbe stato soffocato!
 
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view post Posted on 13/8/2011, 18:16


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:art:
Non appena la scialuppa toccò il legno del pontile, Arthur balzò a terra con un gesto fluido che fece ondeggiare la preziosa giacca verde smeraldo e quando alzò gli occhi, si trovò a fissare quelli di un caldo nocciola di una ragazza dalla pelle abbronzata dal sole e dai fluenti capelli neri. Una figlia del mare come lui, ma nata dall'altra parte del mondo. Resistendo al primo impulso, che gli gridava di gettarle le braccia al collo e stringerla a sè, gettò un'occhiata tutto attorno e non appena i suoi occhi si posarono sulla gente radunata, la vide inchinarsi rispettosamente, consapevole di essere al cospetto del loro signore.
Tornò quindi a concentrarsi sulla ragazza che, nel frattempo, aveva continuato a fissarlo in un silenzio carico di aspettativa, e si esibì a sua volta in una riverenza da perfetto gentiluomo.
- Porgo i miei omaggi alla custode del mio cuore. - disse togliendosi il tricorno piumato e posando un bacio delicato sul dorso della sua mano.

:sesel:
Sesel era rimasta immobile ad assistere allo sbarco dei marinai, lo sguardo contentrato solo ed esclusivamente sulla figura di Arthur che a poco a poco si faceva più apprensivo mentre vagava alla ricera di eventuali ferite, tentando di convincersi che saltargli in braccio non sarebbe stato un comportamento consono. Avrebbe dovuto dirgli qualcosa, dargli il benvenuto, ma era troppo emozionata per riuscire a trovare le parole adatte, che non fossero fuori luogo e che non la facessero sembrare una principessina indifesa che non aveva fatto altro che attendere il suo principe fin'ora. Oltretutto Alfred, che di solito rompeva il ghiaccio facendo un sacco di feste ad Arthur, sembrava sparito.
Quano il capitano le baciò la mano, Sesel arrossì e l'altra mano scattò in automatico schiaffeggiando quella dell'uomo che reggeva la sua.
- Sei il solito! Non avvicinarti a me, sai di sangue! - esclamò atteggiandosi a sdegnosa per non sprofondare nell'imbarazzo.
 
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ikana
view post Posted on 13/8/2011, 20:20




:al:

Alfred finalmente riuscì a farsi strada tra la folla e con i grandi occhioni azzurro cielo spalancati si fiondò in una corsa scalcinata sulle assi del molo:
- Fratellooooooooooooooooooooooneeeeeeeeeeeee!!! -
Bastava la sua vocetta acuta e i ciuffi biondo grano che venivano scompigliati dal vento, la sua risata sonora e tutto il corpo che si slanciava in un salto e abbraccio al collo del capitano Kirkland, al collo di suo fratello:
- Sei tornato sei tornato!!! Che cosa mi hai portato!? Eh!?!? Un tesoro?? Una spada?? Dai che cosa!! -

:den:

Il danese, fatto approdare il capitano scese dall'imbarcazione dirigendosi verso la spiaggia dove stavano arrivando tutti i suoi uomini e soprattutto il carico più "pericoloso" quello dei prigionieri: assolutamente questa volta doveva mantenere il controllo di almeno due dei tre presenti, anche perchè la puttanella francese sembrava quasi "domata", anche se il suo sguardo così maledettamente fiero e spavaldo, gli faceva voglia di spaccargli la faccia ogni volta che gli si rivolgeva.
- Forza!! In piedi sottospecie di cani! - disse mentre strattonava lo spagnolo e il francese, senza staccare gli occhi dall'italiano, ora anche lui legato in quella catena umana:
- Sarete ospiti delle celle di Avalon! Un grande onore per dei miserabili come voi! Avanti! Camminate!! -
In fondo, assieme all'enorme tesoro trovato nel galeone spagnolo e nella quantità innumerevoli di merci e stoffe del vascello francese, quel trio di perfetti schiavi da rivendere, forse facevano il loro effetto in sfilata sul porto dove la gente poteva ammirare le conquiste del capitano.
 
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view post Posted on 13/8/2011, 21:57


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:nor:
Lukas era sbarcato al seguito di Mathias e del capitano, badando però di tenersi alla larga dalla folla che tributava i giusti onori a quest'ultimo. Quello era il suo momento ed era giusto che se lo gustesse appieno senza che nessuno gli guastasse la gioia di ritrovare la famiglia. Non gli era mai stato chiaro il rapporto tra Arthur e la ragazza, presupposta moglie ma poi in fondo non del tutto, ma sapeva che il ragazzino era l'adorato fratello che avrebbe difeso con la vita se necessario.
A loro, semplici uomini d'equipaggio, spettava preoccuparsi dei prigionieri e fare in modo che non avvenissero incidenti, per questo si avviò al seguito di Mathias verso le prigioni.
Affiancandosi al francese stranamente silenzioso, non potè fare a meno di lasciar cadere una battuta apparentemente casuale.
- Le prigioni qui sono distanti dalla villa del capitano, non rappresenterete più un problema. Senza contare che ora avrà tempo solo per la sua famiglia, niente più lotte per un po'. -
Velenoso, sì, ma quel tipo non gli era mai piaciuto. Troppo influente.

:art:
Sotto l'assalto del piccolo Alfred ogni pervanza di dignità che si era sforzato di costruire crollò miseramente e Arthur abbracciò stretto il fratellino sorridendo come non faceva da mesi.
- Alfred! Come sei cresciuto! Vedrai, ho tantissime storie da raccontarti e ti ho portato un sacco di regali! Pensa, un vero cappello pirata spagnolo! Di un filibustiere che ho sconfitto con le mie mani! -
Lanciò solo una breve occhiata ai prigionieri che sfilavano sul pontile, consapevole che il suddetto filibustiere era giusto a pochi metri da lui, in catene e guardato a vista dal più fedele dei suoi uomini. Non avrebbe tentato un secondo colpo di testa.
 
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ikana
view post Posted on 13/8/2011, 22:21




:al:

- Daaaavvero?? Un filibustiere!!! Forte!! -
Ad Alfred si illuminarono gli occhi alla sola prospettiva di ricevere finalmente anche lui un vero cappello da pirata come quello del fratello e alla sola idea delle notti insonni che lo aspettavano per ascoltare tutte le storie:
- Oh sisi!! Dai inizia inizia! Voglio che me le racconti tutte! Subito!! Hai incontrato una sirena questa volta?? Eh l'hai vista?? Il vecchio Marlowe dice che si vedono solo di notte e vicino alle coste lontane! -
Concluse il ragazzino dando la mano ad Arthur e iniziando ad avviarsi verso la grande villa, loro dimora e rifugio anche dal caos cittadino.

:fran:

Finalmente erano arrivati.
E così quell'isolotto sperduto in mezzo all'oceano era la tanto fantomatica Avalon... Certo non era male come oasi di pace e da come la gente del porto si era accalcata intorno ai pirati e alle ricchezze che portavano, Francis capì che lì bene e male si miscelavano in una misura non esistente in alcun'altra parte del mondo.
Sospirò appena mentre veniva trascinato via verso le prigioni dell'isola e alla velenosa frecciata del cartografo del vascello rispose con un falso sorriso:
- Oh avete ragione. Ma non mi sembra di aver rappresentato un problema per voi mentre vi divertivate con il vostro "socio", n'est pas? -
Sì zittì successivamente, seguito da una risata sommessa di Antonio dietro di lui, con il sorriso sul volto, un sorriso però triste e gli occhi blu notte si persero nel terreno: già, sarebbe stato lontano da lui e dalla sua follia, dalla sua bramosia e dalle sue mani.
Cos'era quella morsa che gli stringeva il petto allora?
 
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view post Posted on 13/8/2011, 22:45


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:sesel:
La ragazza aveva seguito con lo sguardo la sfilata dei prigionieri, piuttosto preoccupata di un'eventuale rivolta. Non sarebbe stata la prima volta e, sebbene lei sapesse benissimo difendersi da sola, se ci fosse andato di mezzo Alfred, Arthur avrebbe perso la testa. Fortunatamente non accedde nulla del genere, anche se potè notare una certa ironia serpeggiare tra quelle fila e il cartografo lasciare il gruppo con l'aria di lesa dignità che sfoggiava quando qualcuno osava insinuare sconcezze su di lui. Aveva sempre trovato Lukas un tipo curioso, simile a lei sebbene diametralmente opposto. Chissà cosa gli avevano detto per indignarlo tanto?
Accantonando quella preoccupazione, tornò ad occuparsi del suo immediato.
- Oh, no, non iniziamo subito con i racconti. Niente sirene, per ora. Prima Arthur deve farsi un bagno o non gli farò nemmeno mettere piede in casa. -
Indugiò con lo sguardo sull'abbigliamento del pirata e dovette ammettere che questa volta, portando una giacca che non fosse scarlatta, aveva un'aria meno sanguinaria.
- Ti sta bene questo colore. - borbottò tra sè. - Ma questo non ti esime da bagno! -
 
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ikana
view post Posted on 14/8/2011, 22:08




:al:

La villa del Re Arthur, sorgeva lontana dalla piccola cittadina dell'isola di Avalon, completamente immersa nel verde rigoglioso della natura e nei colori più cangianti che la flora caraibica sapeva donare a quelle terre bianche e alle rocce di graniti preziosi.
La struttura della villa era simile a quella di un piccolo castello, ma senza i fronzoli e merli delle belle strutture medievali che si potevano trovare nel Vecchio Continente: potendo usare un aggettivo un po' spartano, la villa era squadrata nella sua pietra grigio perla, finemente abbellita da pietre di gesso bianche candide, come le nuvole che solcavano lente i cieli di quell'isola.
Il giardino che circondava l'abitazione era immenso e si distendeva dal viale alberato di palme e arbusti simili ad esse, fino all'immenso roseto che troneggiava nel retro della casa: gli adenium di ogni colore, dagli scarlatti ai bianchi crema, punteggiavano il prato tagliato all'inglese e conducevano alle collezioni di rose del deserto, scarlatte, bianche e gialle, screziate o uniformi, un vero arcobaleno di petali e profumi intensi.
Alfred seduto beatamente sotto ad un grande albero di Pimeta, giocava con le foglie di questa ed impiastricciandosi le mani dell'olio profumato che queste secernevano: Arthur gli aveva promesso tanti regali e, prima di obbedire a Sesel, gli aveva chiesto di aspettarlo lì, e lui più o meno pazientemente stava aspettando il suo fratellone, o meglio le sue storie!
 
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view post Posted on 14/8/2011, 22:52


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:art:
Ovviamente Arthur aveva dovuto obbedire agli ordini di Sesel, per nulla stupito dal fatto che a casa il bagno fosse già pronto.
La villa non era cambiata molto dall'ultima volta che l'aveva vista, sempre splendente di bianco e grigio perla, con il meraviglioso giardino curato dalle abili mani degli abitanti del luogo, era una gioia per i suoi occhi innamorati. Perchè sì, Arthur poteva tranquillamente affermare di essere perdutamente innamorato dalla sua isola. La sua oasi. Il suo cuore.
Ora, fresco e ripulito e di nuovo con la sua amata giacca rossa, stava uscendo in giardino con il regalo per Alfred.
Il bambino lo stava aspettando seduto nel prato con le mani appiccicose di olio profumato proprio come faceva da piccolo, e Arthur si ritrovò a sorridere teneramente al solo guardarlo.
- Ehi, scricciolo! Lo sai che poi Sesel ti sgrida se ti sporchi i vestiti. -
Si accomodò sul prato accanto a lui, respirando a pieni polmoni la fragranza delle rose e desiderando abbandorasi al gentile abbraccio dell'erba fresca. Invece aveva un regalo da consegnare.
- Guarda un po' cos'ho qui! - disse sorridendo sornione e togliendo da dietro la schiena il tricorno sottratto allo spagnolo sconfitto.
Ricordava ancora quegli occhi verdi fiammeggianti che lo avevano fissato con ira, un'ira pericolosa, quando se n'era impossessato. Era un sentimento che somigliava troppo all'onore oltraggiato e che sperva si fosse un po' sopito.
Sorridendo, lo posò sul capo di Alfred, mentre le piume rosse, a differnza delle sue che erano candide, ricadevano leggermente sulla fronte e sul naso del bambino.
- Oh, sembri davvero un temibile pirata, così! - esclamò.
 
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22 replies since 8/8/2011, 12:21   218 views
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