Alfred finalmente riuscì a farsi strada tra la folla e con i grandi occhioni azzurro cielo spalancati si fiondò in una corsa scalcinata sulle assi del molo:
- Fratellooooooooooooooooooooooneeeeeeeeeeeee!!! -
Bastava la sua vocetta acuta e i ciuffi biondo grano che venivano scompigliati dal vento, la sua risata sonora e tutto il corpo che si slanciava in un salto e abbraccio al collo del capitano Kirkland, al collo di suo fratello:
- Sei tornato sei tornato!!! Che cosa mi hai portato!? Eh!?!? Un tesoro?? Una spada?? Dai che cosa!! -
Il danese, fatto approdare il capitano scese dall'imbarcazione dirigendosi verso la spiaggia dove stavano arrivando tutti i suoi uomini e soprattutto il carico più "pericoloso" quello dei prigionieri: assolutamente questa volta doveva mantenere il controllo di almeno due dei tre presenti, anche perchè la puttanella francese sembrava quasi "domata", anche se il suo sguardo così maledettamente fiero e spavaldo, gli faceva voglia di spaccargli la faccia ogni volta che gli si rivolgeva.
- Forza!! In piedi sottospecie di cani! - disse mentre strattonava lo spagnolo e il francese, senza staccare gli occhi dall'italiano, ora anche lui legato in quella catena umana:
- Sarete ospiti delle celle di Avalon! Un grande onore per dei miserabili come voi! Avanti! Camminate!! -
In fondo, assieme all'enorme tesoro trovato nel galeone spagnolo e nella quantità innumerevoli di merci e stoffe del vascello francese, quel trio di perfetti schiavi da rivendere, forse facevano il loro effetto in sfilata sul porto dove la gente poteva ammirare le conquiste del capitano.