Sbarre di ferro, prigione per l'anima, capitolo 20

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ikana
view post Posted on 3/2/2012, 15:39




:fran:

Aveva passato una buona ora nella stanza della contessa (o meglio, da quello che aveva capito era quella del nostromo) e aveva potuto constatare il suo stato di salute e ricucire anche la ferita che le aveva inferto Arthur quella mattina: quando uscì dalla stanza era ormai il tramonto e stavano finalmente salpando dal porto dell'isola.
Tornato nella stanza del capitano, dove trovò Sesel che lo attendeva per raccontargli quello che era successo con l'ammiraglio, e cenò con lei ma ben presto si ritirarono a riposare e la ragazza si addormentò più o meno facilmente tra le lenzuola del grande letto matrimoniale: seduto sulla poltrona della larga scrivania, Francis stava leggendo alcune carte, ma non appena si rese conto del sonno profondo della compagna, si alzò e, con passo furtivo, si recò verso le carceri di quel vascello: doveva vederlo, anche a costo di restare nascosto nell'ombra delle scale, ma voleva assicurarsi di quali fossero le sue condizioni.
 
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view post Posted on 3/2/2012, 21:28


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Feliciano Vargas

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Arthur giaceva appoggiato alla parete umida della stiva, gli occhi chiusi e la testa china. I marinai non gli avevano riservato alcun trattamento di favore in base al suo rango, anzi avevano infierito il più possibile per sfogare la sete di violenza che non erano riusciti ad appagare sull'isola. Uno addirittura, nel gesto di tagliargli per scherno una ciocca dei lunghi capelli biondi malamente legati, aveva finito per colpirlo con una lama a poca distanza dall'occhio destro, accecandolo sia a causa del dolore che per il sangue che era sgorgato dalla ferita.
Scarventato nella cella della stiva, aveva dovuto arrangiarsi con le mani incatenate a strappare una striscia di stoffa dalla sua camicia e legarsela come poteva attorno alla testa in una sorta di rozza benda. Benda che, ora, era inzuppata del sangue che aveva iniziato ad imbrattare anche la frangia bionda, mentre i polsi serrati dalle pesanti manette, le cui palme erano ancora incrostate del sangue sgorgato dalle ferite, giacevano abbandonati in grembo.
Quello che fino al giorno prima era stato il terrore dei mari, non mostrò di accorgersi minimamente dell'avvicinarsi di un'altra persona alle sbarre che lo dividevano dal mondo.
 
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ikana
view post Posted on 3/2/2012, 21:43




:fran:

Francis era sceso sfiorando i muri stretti della stiva della nave e arrivato al livello delle carceri si era appiattito nell'ombra d'angolo che dava sullo stretto corridoio: la guardia sembrava stranamente assente, ma dalle risate e volgari parole che aveva percepito provenire dal ponte, mentre scendeva, poteva immaginare il perchè non vi fosse nessuno.
Lo spettacolo che si aprì davanti ai suoi occhi, però, fu terrificante e prima di lasciarsi scappare un urlo, portò le mani alle labbra e, se possibile, si appiattì ancor più alla parete di legno facendo risuonare un pianto disperato dentro il suo cuore: cos'era tutto quel sangue? Cosa gli avevano fatto quei dannati barbari dall'anima nera!?
Ma lui, nella sua condizione, cosa poteva fare? La vendetta lo avrebbe solo portato ad una morte certa, così come cercare di liberarlo: no, doveva pazientare, per lui e per Sesel. Doveva farsi forza e far proseguire il suo dannato piano: arrivati in Spagna, sarebbe stato tutto più semplice.
 
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view post Posted on 3/2/2012, 22:08


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Probabilmente fu il leggero scalpiccio a destarlo dal torpore in cui era sprofondato, estraniando la sua anima da tutto ciò che lo circondava e dall'angoscia per quello che si lasciava alle spalle.
Arthur alzò appena la testa, mentre lo sguardo appannato dalla sofferenza e dalla stanchezza si schiariva e si puntava sulla figura oltre le sbarre.
Non poteva credere a quello che vedeva, probabilmente si trattava di un'allucinazione dovuta alla debolezza a causa della perdita di sangue. Eppure era cosciente, ne era certo.
Gli occhi verdi si fecero improvvisamente vigili mentre, abbandonata l'incredulità, una nuova durezza li attraversava.
- Sei venuto a reclamare la tua vittoria? - chiese freddamente.
 
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ikana
view post Posted on 3/2/2012, 22:13




:fran:

Francis incedette lentamente verso la cella in cui era rinchiuso Arthur e seppure si fosse ripromesso di restare saldo nella sua convinzione e nel suo progetto, vederlo in quello stato lo faceva dannatamente soffrire:
- Come fai a pensare che sia venuto per un motivo così... Crudele. - iniziò lui andando a stringere quelle sbarre che lo dividevano dal suo unico amore, tendendo il corpo in uno spasmo di orrore. - Cosa ti hanno fatto? P-perchè? - ma interruppe velocemente la frase, sentendo la voce spezzarsi nella sua stessa gola.
 
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view post Posted on 3/2/2012, 22:24


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L'intero corpo di Arthur s'irrigidì e le mani si chiusero a pugno, ignorando il dolore delle ferite.
Come si permetteva quell'infame traditore di presentarsi davanti a lui? Aveva davvero un bel coraggio a mostrare quell'aria innocente, come se non fosse stato lui ad attirare quella gentaglia sulla sua isola.
- Perchè era quello che meditavi e desideravi fin dall'inizio, no? - sbottò riversando in quella frase tutto il veleno e l'astio accumulato nelle ultime ore. - Volevi la mia distruzione e la vendetta per la sorte di tuo fratello e del tuo vascello. L'hai avuta, ma è stata una vigliaccata coinvolgere anche Alfred e Sesel. Non ti bastava la mia umiliazione, il mio sangue... il mio occhio...? -
La sua voce stava salendo pericolosamente di tono.
- Non ti bastava la mia vita, volevi anche la loro? -
 
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ikana
view post Posted on 3/2/2012, 22:32




:fran:

No, era tutto sbagliato.
Non sarebbe mai dovuta andare così: loro sarebbero dovuti restare là, su quell'isola felice, vivere in pace, lontani da quel mondo crudele che ostinava a chiamarsi realtà.
L'avrebbe convinto a restare con lui, a governare l'isola e vivere come gli uomini di Marguerita, di pesca e al massimo di scambi con le isole vicine.
Non doveva essere così.
Ma ora, tutto era finito e se, se voleva salvarlo, se voleva ridonargli quello che lui credeva di aver perso, poteva fare solo una cosa: recitare.
- Oh, solo dici? - iniziò lui rialzando la propria figura e assottigliando gli occhi a due fessure - E i miei uomini? Il mio tempo? La mia dignità!? - continuò sovrastando la voce dell'inglese - La mia... Anima. - concluse abbassandola di colpo e sulle sue labbra apparve il ghigno del vero demonio, quello cresciuto nelle corti nobili e spietate, quello scampato agli avvelenamenti di una matrigna gelosa della sua beltà:
- Non mi basta. E presto, mi prenderò qualcosa di ben più alto come prezzo della tua miserabile libertà, molto molto di più. - e si voltò per nascondere un tremito delle labbra, unico segno della sua paura e del dolore che provava a distruggere colui che davvero gli aveva rubato l'anima.
 
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view post Posted on 3/2/2012, 22:48


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Questo era troppo, decisamente troppo per essere sopportato in silenzio e nella posizione prostrata in cui si trovava. Arthur balzò in piedi nonostante la debolezza per la copiosa perdita di sangue ed afferrò le sbarre stringendole al punto da farsi sbiancare le nocche.
- La tua dignità? Un infame spergiuro non ha il diritto di parlare di dignità nè può affermare di averne mai posseduta una! -
Ormai aveva alzato la voce anche troppo, tanto valeva gridargli tutto quello che sentiva finchè ne aveva il tempo, anche se alla sola idea si sntiva lacerare il cuore dalla sofferenza e dalla furia distruttrice.
- Quella donna, quel demonio con gli occhi verdi! Quanto godevi pensando a lei mentre mi possedevi? Come potevi anche solo sfiorarmi con negli occhi la sua immagine? Tu, maledetto... non avrai più nulla da me, nessun prezzo verrà pagato, non a te e non finchè non penzolerò dalla forca! -
 
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ikana
view post Posted on 3/2/2012, 22:59




:fran:

Francis strinse i pugni ricacciando ogni buon sentimento, che avrebbe voluto esprimere, nel fondo del suo cuore e si voltò lentamente verso l'inglese, con sempre quella maschera sadica sul proprio volto, una maschera che odiava ma che cresceva pian piano, ogni qual volta le parole di Arthur gli ferivano il cuore:
- Come potevo? Semplice, negli occhi non avevo la contessa, non le sue generose curve, no. - disse avvicinandosi alle sbarre e stringendo le mani di lui sotto le proprie, non più calde come un tempo, ma gelide come dovevano essere quelle del demonio:
- Io volevo te: distruggere ed umilare il Re dei Mari. Ed era molto più appagante vederti ogni mattina nella mia stanza che la notte sotto il mio peso. - disse quasi ruggendo, tanto la voce era roca - La forca è per i pirati, tu sei solo un cane della regina o no sbaglio... Del re. - concluse finendo per sentire il proprio cuore rompersi. Non avrebbe voluto rivelarglielo, non ora, non così... Ma era tempo di lasciare ogni remora e mostrare a quell'inglese cosa vuol dire essere un bastardo di Francia.
 
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view post Posted on 3/2/2012, 23:10


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Mentre la rabbia cresceva al punto da fargli desiderare ardentemente anche un solo piccolo pugnale per ferire quella pelle lattea, o di poter colpire quel volto che credeva di aver amato fino a rimepirlo di sangue, rimase per un istante interdetto dinnanzi alle ultime parole pronunciate.
- Non osare nominare il suo sacro nome con la tua bocca fedifraga! - sbottò sottraendo le proprie mani alla stretta e lasciando segni rossastri sulle sbarre ruvide. - Io non servo nessun re, la mia anima è votata solamente a lei quindi non insinuare falsità senza fondamento! -
Nonostante le parole sicure, il gelo del sospetto si insinuò in lui, facendolo tremare leggermente: di che diavolo stava parlando, quel traditore?
 
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ikana
view post Posted on 3/2/2012, 23:15




:fran:

Rise gutturalmente carezzando con l'indice il profilo di Arthur e suggendo un'unica lacrima di sangue che gli rigava la guancia: - Nessuna falsità: ufficialmente servite re Giacomo I, successore della fu regina Elisabetta, deceduta alcune notti fa. - concluse mentre si lasciava andare all'ennesima recitazione - Oh cher... Cos'è quella paura nei vostri occhi? Giacomo I è una persona ragionevole e ama il tribunale... Ma ancora di più la ghigliottina. - concluse carezzandosi il collo avoreo e alla fine inchinandosi all'inglese decise di ritirarsi, pronto a sfogarsi con qualcuno che l'avrebbe ascoltato. La luna.
 
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view post Posted on 3/2/2012, 23:19


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Il gelo. Il gelo totale calò su di lui mentre le sue ginocchia cedevano e crollava a terra come una marionetta a cui erano stati recisi i fili. Era bastata quella rivelazione per annientarlo completamente. Non aveva paura della morte, oh, no, era consapevole che essa poteva giungere da un momento all'altro per mano di chiunque e non temeva certo un tribunale che lo avrebbe condannato senza appello. No. Avrebbe accettato tutto per lei.
Ma se ora lei non c'era più, se non esisteva più in questo mondo, allora il mondo stesso cessava di avere un qualunque significato ai suoi occhi e la sua stessa vita poteva essere recisa anche in quell'istante. Non gli sarebbe importato.
- Uccidimi ora. - mormorò a voce talmente bassa da risultare inudibile, mentre la porta si chiudeva celando alla sua vista quel tremendo aguzzino.
 
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ikana
view post Posted on 3/2/2012, 23:28




:fran:

Francis era tornato di sopra sul ponte facendo i gradini a due per due e si gettò nell'aria salmastra felice di poter notare come la bonaccia li avesse costretti ad ancorarsi: il ponte era deserto a parte due o tre marinai troppo ubriachi per darsi peso di lui.
Si lanciò verso prua arrestando il proprio corpo con violenza e cadde vergognosamente in ginocchio, sentendo il cuore e l'anima lacerarsi completamente dentro di sè: le emozioni esplosero in un unico grido di rabbia, frustrazione, dolore e odio, lacrime di pura ira e vendetta gli solcarono le guance ruvide, mentre i pugni sferravano colpi pesanti alle doghe del ponte.
Distrutto, era stato distrutto dal suo essere, da quelle parole, dalla vista dell'uomo che amava: aveva perso, sì perchè quante possibilità aveva di ristabilire un sentimento puro? Avrebbe dovuto giocarsi seriamente la sua vita.
Rialzò gli occhi al cielo e lei, la luna, era lì a fissarlo indifferente nella sua pienezza di astro e quando sembrò brillare maggiormente, capì che se voleva rivedere quella luna avrebbe dovuto combattere, mentire e morire: morire per lui, morire per Amore.
La morte più sciocca. La morte più forte.
 
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view post Posted on 3/2/2012, 23:49


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:sesel:
Sesel si era destata di soprassalto dopo un incubo angoscioso in cui aveva rivisto tutte le scene che si erano svolte alla villa di Avalon, come quel marinaio aveva afferrato Alfred, come l'altro aveva catturato lei, come la donna li aveva minacciati e poi imprigionato Arthur. Aprendo gli occhi di scatto, era balzata sedere con un'esclamazione spezzata e, mentre regolarizzava il respiro, si era resa conto, alla luce tremolante dell'unica candela, di essere sola nella cabina.
Mentre l'ansia si impossessava nuovamente di lei, allontanò il lenzuolo e si gettò sulle spalle la prima cosa che trovò, uno scialle lasciato probabilmente da una vecchia occupante della cabina, per poi uscire di corsa sul ponte.
Dov'era Francis? Era successo qualcosa?
Fu in quel momento che udì risuonare l'urlo straziato, che spezzò la quiete della notte, e la indusse a precipitarsi verso la prua della nave.
- Francis! Oh, mio Dio, Francis, cos'è successo? - chiese angosciata, gettandosi in ginocchio al suo fianco. - Sei ferito? Ti hanno fatto qualcosa? O... è Arthur...? -
Quella era l'ipotesi che più la terrorizzava.
 
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ikana
view post Posted on 3/2/2012, 23:56




:fran:
- Mi dispiace... Mi dispiace...! - continuava a litaniare e Francis non seppe dove aveva trovato il coraggio di alzare lo sguardo su Sesel, ora inginocchiata al suo fianco e quando riuscì a fermare le lacrime potè raccontarle, evitando gli scabrosi dettagli, che Arthur lo aveva trattato come l'unico e vero traditore di tutta la storia.
Non le accennò della sua cattiveria, non le accenno delle ferite e soprattutto le ribadì di non andare da lui e che neanche lui sarebbe più tornato a vederlo fino a che il piano non fosse stato completato.
 
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16 replies since 3/2/2012, 15:39   166 views
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