Francis era tornato di sopra sul ponte facendo i gradini a due per due e si gettò nell'aria salmastra felice di poter notare come la bonaccia li avesse costretti ad ancorarsi: il ponte era deserto a parte due o tre marinai troppo ubriachi per darsi peso di lui.
Si lanciò verso prua arrestando il proprio corpo con violenza e cadde vergognosamente in ginocchio, sentendo il cuore e l'anima lacerarsi completamente dentro di sè: le emozioni esplosero in un unico grido di rabbia, frustrazione, dolore e odio, lacrime di pura ira e vendetta gli solcarono le guance ruvide, mentre i pugni sferravano colpi pesanti alle doghe del ponte.
Distrutto, era stato distrutto dal suo essere, da quelle parole, dalla vista dell'uomo che amava: aveva perso, sì perchè quante possibilità aveva di ristabilire un sentimento puro? Avrebbe dovuto giocarsi seriamente la sua vita.
Rialzò gli occhi al cielo e lei, la luna, era lì a fissarlo indifferente nella sua pienezza di astro e quando sembrò brillare maggiormente, capì che se voleva rivedere quella luna avrebbe dovuto combattere, mentire e morire: morire per lui, morire per Amore.
La morte più sciocca. La morte più forte.