Lukas sopirò pesantemente: ora era più chiaro come si fossero svolti i fatti, anche se il dubbio sulle reali intenzioni del francese permaneva ancora in lui.
- Io l'avevo detto che non c'era da fidarsi. - brontolò. - Me lo sentivo che avrebbe portato guai. Troppo attaccato al capitano, troppo! -
Ora come ora però era inutile recriminare, meglio rimboccarsi le maniche e salvare il salvabile, come da una nave che affonda.
- Voi, smettetela di piangere! - esclamò rivolto alle donne. - Pensate di essere di una qualche utilità in questo modo? Alzatevi e tornate al vostro lavoro, il capitano deve trovare una villa splendente al suo ritorno! -
Subito dopo si voltò verso Alfred, in braccio a Mathias. - Adesso ci siamo noi, ci occuperemo di te quindi non hai motivo di avere paura. -
Cercò di fare mente locale su un qualunque gesto gentile da rivolgere al bambino, ma alla sua mente non si affacciò nessun suggerimento: nessuno ne aveva rivolti a lui da piccolo, di conseguenza non aveva mai imparato a donarne. Si limitò a picchiettare sulla sua spalla sentendosi molto stupido e a disagio.
- Quanto a te. - continuò passando a Mathias. - Sei il quartiermastro, il che significa che in assenza del capitano hai il comando. Ritengo che la priorità sia da dare in assoluto alla nave. Hai obiezioni? -
Anche se aveva affermato che il comando era nella mani di Mathias, senza rendersene conto aveva appena dato ordini a chiunque.