Di nuovo sulla terraferma, capitolo 22

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Yuki Delleran
view post Posted on 12/2/2012, 19:37 by: Yuki Delleran


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:tonio:
La traversata dai Caraibi alla costa spagnola era durata quasi tre mesi ma con grande disappunto di Antonio non era quella la meta del galeone sassone. Puntando a nord e circumnavigando la penisola, attraccò in un porto prussiano in modo che i passeggeri fossero scortati presso le terre del conte di Sassonia-Coburgo. Antonio, dal canto suo, non ne poteva più di essere guardato a vista e limitato nei movimenti. Su una nave, per quanto grande, l'intimità era pari a zero quindi era stato costretto per forza di cose a ridurre al minimo i contatti con Lovino, innervosendosi e innervosendo quest'ultimo a causa della situazione precaria. Inoltre nella cella viaggiava il maledetto inglese che aveva assaltato la sua nave e traformato la sua vita in un totale disastro. Ogni giorno doveva lottare con sè stesso per convincersi che non aveva il diritto di scendere sottocoperta e farsi giustizia da solo come un marinaio da quattro soldi. Quel criminale sarebbe stato giudicato dalla corte spagnola, doveva solo avere pazienza.
Ma la pazienza, si sa, in uno spazio ristretto e per così lungo tempo, era decisamente difficile da esercitare.
A complicare il tutto si univano l'ammiraglio prussiano, che passava il suo tempo a corteggiare la sgualdrina di Kirkland (d'accordo, era carina, ed era una vittima come lui, ma per essere sopravvissuta al pirata non poteva essere altro), e la contessina sassone che dava ordini a destra e a manca con un tale piglio che gli faceva temere un ammutinamento da un momento all'altro (se lui avesse avuto un capitano del genere si sarebbe ammutinato dopo due giorni). L'unico che sembrava costantemente perso in un mondo a parte era Francis: spesso Antonio si era chiesto se fosse malato o se semplicemente non riuscisse a credere di essere di nuovo libero. Nonostante quello che gli aveva raccontato mesi prima, era certo che anche lui fosse soddisfatto della cattura di Kirkland, e ne aveva anche più ragioni di lui.
Antonio si era augurato che, una volta sbarcati, avrebbe avuto un po' di tempo da trascorrere in santa pace con Lovino, dopo quel periodo di prigionia da incubo, e invece no. Appena messo piede a terra, una delegazione aveva accolto la contessina e intimato a lui e a Francis di recarsi immediatamente presso il conte a fare rapporto sul periodo trascorso in reclusione.
Non c'era mai pace.
 
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