Di nuovo sulla terraferma, capitolo 22

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ikana
view post Posted on 12/2/2012, 22:55 by: ikana




:fran:

Il viaggio era stato lungo, lunghissimo e se non avessero toccato terra quella mattina, avrebbe pensato che era anche interminabile: proprio come i sensi di colpa che gli avevano corrso l'anima giorno dopo giorno, ora dopo ora e che non riusciva a sfogare nemmeno nelle milioni di pagine che scriveva nella propria cabina, nè grazie allee parole di conforto di Sesel che lo rincuoravano riguardo il suo piano di seduzione di quello stupido e barbarico ammiraglio.
Aveva passato le giornate con lo sguardo assente, completamente immerso nei suoi pensieri, la fame si era velocemente volatilizzata e così anche il sonno tardava sempre ad arrivare: sentiva ancora la sua voce gridargli contro, il sangue carezzargli la pelle... Si odiava, sì perchè non era stato in grado di dirgli un'ultima volta "Ti amo".
Quando finalmente respirò l'odore della terra spagnola, si sentì già meglio, perchè sapeva che a pochi giorni di galoppo si trovava la sua villa privata dove lo attendeva la buona Laverne per viziarlo e sicuramente avrebbe viziato anche i suoi ospiti... Ma tutti i suoi piani andarono in fumo quando due eleganti carrozze nere a doppio cavallo si fermarono proprio allo sbarco del veliero prussiano: dalle effegi che recavano, dovevano essere messi del padre della contessina, il quale, detto poco dopo da un araldo, li scortava sentitamente al loro castello per avere notizie sulle condizioni di prigionia e chissà quali altre domande gli sarebbero state rivolte.
Teneva ancora il braccio teso per aiutare Sesel a scendere dagli ultimi gradini della rampa quando una voce ben conosciuta risuonò alle sue spalle.

:belbel:

Avrebbe voluto fare grandi salti di gioia alla vista della costa e del porto prussiano, ma il suo buon nome di contessina non glielo permetteva ed in quei mesi aveva dovuto tenere riguardata anche la sua spalla, ora severamente compromessa in bellezza da una lucida cicatrice bianca.
A causa di questo e del fatto che l'ammiraglio aveva avuto la splendida idea di affibiare al conte Bonnefoy e alla "principessa", la sua splendida stanza, andando così ad occupare quella del nostromo di bordo, durante tutto il viaggio le si era inacidito l'umore e aveva trattato più che despoticamente quei lazzaroni di prussiani: in compenso aveva potuto approfittare della piacevole compagnia del capitano Carriedo, soffermandosi ogni volta ad ammirarne il sorriso, la pelle dolcemente brunita dal sole, i capelli raccolti in coda secondo la moda francese e...
- Finalmente si torna a casa signori! Vi prego, salite, non vorrete far attendere il mio onorevole padre? - disse mentre scendeva dalla rampa di attracco del veliero per dirigersi alla carrozza in testa.
 
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