Lovino era furibondo, Antonio non se la sentiva di dargli torto, ma urlargli contro nel bel mezzo del corridoio non era una buona idea. Fortunatamente in quel momento non era presente che una domestica, che li stava scortando alle stanze loro assegnate (perchè
ovviamente avrebbero soggiornato a palazzo, e come poteva essere altrimenti?).
Senza dargli il tempo di aggiungere altro, lo afferrò per un braccio e lo trascinò nella camera, ringraziando la domestica con un cenno del capo e facendole segno di andarsene.
Quando finalmente furono di nuovo soli, tornò a voltarsi verso le iridi d'oro fiammeggiante di Lovino.
- No es mi culpa. - iniziò. - Non lo ricordavo nemmeno più. E' stato deciso anni fa, prima ancora che mi imbarcassi come marinaio, ed era più che altro un accordo tra le nostre famiglie. Non potevo certo immaginare che intendessero rivendicarlo in questo modo. -
Tentò di avvicinarsi a lui, non senza una certa esitazione.
- Non ti avrei mai, mai mentito. Sabes que te quiero. -