Giorni inerti, giorni bui, capitolo 27

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view post Posted on 3/5/2012, 22:41


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Feliciano Vargas

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:sesel:
I giorni scorrevano lenti e avvolti da una sorta di cappa di tenebre nella villa del conte Bonnefoy. La diramazione del mandato di cattura da parte dellle truppe prussiane non aveva scalfitto minimamente la routine del palazzo, principalmente per il fatto che i prussiani in questione non avevano idea di dove sbattere la testa e dopo le prime minacce non erano più giunte notizie allarmanti.
Sesel si era presa come impegno personale quello di assistere sia il conte che il capitano fino alla loro completa guarigione, ma il compito stava dando tutt'altro che i suoi frutti. Se Francis si era ripreso abbastanza bene da cominciare a fare i primi passi per la stanza e successivamente le prima passeggiate in giardino, per Arthur non c'era modo di schiodarlo dalla sua stanza e l'impressione era che il capitano si stesse sempre di più lasciando andare, languendo nell'apatia e nella depressione. La notizia della morte della sua regina, ragione principale di quello stato, sembrava aver dato il colpo di grazia allo spirito di quello che era stato il Terrore dei Mari e Sesel non sapeva più cosa fare.
Quella mattina, mentre accompagnava Francis nella consueta passeggiata nel prato antistante la villa, si lasciò sfuggire un sospiro affranto.
- Arthur non ha voluto fare colazione neanche oggi, ultimamente ha perso un sacco di peso. - confidò al suo paziente nonchè ormai migliore amico. - Non so più che cosa fare, di questo passo finirà per lasciarsi morire e io non potrei mai perdonarmelo. -
 
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ikana
view post Posted on 4/5/2012, 21:48




:fran:

Francis attese l'ormai inseparabile compagna di giornate Sesel, al limitare del giardino e la prese sottobraccio, anche se ormai la sua guarigione poteva dirsi completata: si vedeva chiaramente come l'apprensione per il capitano l'angustiasse ogni giorno maggiormente, ma finalmente poteva restarle accanto come si conveniva ad un messere della sua levatura e tornare ad essere il suo principe dalla splendente armatura.
- Ma cherie, non ti preoccupare ulteriormente. - iniziò lui fermandosi di fronte ad uno splendido roseto di calde rose selvatiche rosse - Ormai ho deciso: andrò a parlargli; sicuramente non mi vorrà ascoltare e non oso immajinare come possa reagire alla mia presenza, mais! - concluse prendendole il volto - Sono ancora il conte, proprietario della casa che lo ospita, e se non vuole ascoltarmi sarò costretto ad entrare con la forza: ho io le chiavi. -
 
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view post Posted on 4/5/2012, 22:37


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:sesel:
La ragazza eccettò il braccio di Francis e si strofinò gli occhi che si stavano pericolosamente inumidendo.
- Sì, però fai attenzione. E' così strano ultimamente, temo che sia di umore abbastanza instabile e sai che diventa pericoloso quando è in preda a quegli scoppi d'ira. - mormorò angosciata. - Non voglio che ti faccia del male, sono certa che anche lui se ne pentirebbe dopo. Oh, Francis, se è vero che lo ami ancora, sono certa che anche lui prova qualcosa per te. Per favore, ti prego, aiutalo! -
Sapere di essere inutile in quel momento la faceva sentire male, ma del resto l'unica persona che avrebbe potuto davvero aiutare Arthur non camminava più sulla terra. Forse la forza di un sentimento reale lo avrebbe riscosso.
 
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ikana
view post Posted on 5/5/2012, 13:10




:fran:

Francis si congedò da Sesel con un elegante inchino promettendole che avrebbe fatto il possibile per riportare alla sanità mentale, nonchè fisica, il capitano, consigliandole di andare con Laverne al mercato del paese vicino, adeguatamente abbigliata da cameriera e del resto si sarebbe preoccupato lui: fu così che si avviò verso la stanza di Kirkland e ritrovatosi innanzi alla porta di questa si ritrovò a fare un lungo respiro profondo ed un breve esame di coscienza.
Aveva con sè tutto quello che gli serviva, frutto di lunghe ricerche e di ben più che qualche soldo venduto per averlo, inoltre gli serviva solo coraggio, fermezza e convinzione:
< Sarebbe tutto più facile se fossi un santo... Ah! > concluse con un sospiro prima di decidersi a bussare.
- Capitain... Posso entrare? -
 
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view post Posted on 6/5/2012, 21:26


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Da giorni ormai non aveva più una concezione esatta di cosa succedesse al di fuori della sua stanza. Sapeva, perchè Sesel si era premurata di informarlo, che Francis si era ripreso e che, in un modo o nell'altro, la vita stava continuando anche se lui non intendeva più prendervi parte.
In realtà non aveva più nemmeno senso che lo facesse, preferiva rimanere in quella camera in penombra a ripercorrere con la mente i tempi passati. Era l'unico modo che gli era rimasto per poter incontrare ancora quella parte del suo cuore che se n'era andata con lei, nell'attesa di poterla finalmente riabbracciare in via definitiva. I fasti del passato, le glorie, le scorribande per i mari che l'avevano reso il corsaro più temuto dei Caraibi e il più rispettato a corte, le ricchezze, l'ebbrezza del vento tra i capelli, il profumo della sua isola, il legno solido della sua nave, nulla aveva più senso, tutto ciò che aveva avuto nelle sue mani era andato perduto. Non restava che attendere la fine.
Il bussare alla porta lo indusse a levare appena il capo, che teneva posato sulle ginocchia, nel canuccio sul pavimento dov'era seduto.
- Come ti pare. - borbottò.
 
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ikana
view post Posted on 7/5/2012, 18:34




:fran:

Francis non sentendo, o immaginandosi la risposta, entrò comunque nella stanza con capo alto, illuminando la stanza per quel breve momento, quasi fosse lui stesso portatore di luce in quella triste e malinconica penombra:
- Capitain, perchè non volete mangiare? Lo sapete che vi state deperendo? - disse incedendo nella camera e sollevando i coperchi sotto i quali si trovavano le vivande preparate quella mattina per il suo ospite - Di sherto il dottore non sarà felice nel sapere che non gradite la cucina francese... - concluse prima di donargli un sorriso, ma di certo l'apatia aveva ormai preso completamente quell'uomo, se ancora di questo si poteva parlare.
Celando il dolore che ancora gli provocava camminare, dovuto alle ferite ben nascoste sotto strati di bende ed abiti, il francese si avvicinò a lui, restando in piedi e scrutandolo con i profondi occhi blu:
- Monsieur, così non farete altro che far preoccupare mademoiselle Sesel... - disse tendendogli la mano - E moi aussi. Vi prego alzatevi, abbiamo molto di cui parlare. -
 
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view post Posted on 7/5/2012, 21:54


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La voce che gli giunse alle orecchie fu per Arthur oltremodo fastidiosa e lo spinse quasi a raggomitolarsi ancora di più su sè stesso per non essere costretto ad ascoltarla. Non gli importava nulla nè di mangiare, nè della cucina francese, nè di offendere qualcuno. Il fatto che Sesel si stesse preoccupando lo dispiaceva un poco, ma in fondo presto non avrebbe più avuto motivo di darsi pensiero.
- Un morto non ha bisogno di cibo. - dichiarò con voce lugubre. - E Sesel ha già trovato qualcuno che si occupi di lei, non ha bisogno d'altro. -
Di cosa voleva parlare ancora quell'uomo irritante, la cui sola vista offendeva i suoi occhi (o meglio, il suo unico occhio) e faceva montare l'ira bruciante e l'umiliazione del tradimento, vero o presunto che fosse.
Gli aveva aperto la sua casa e il suo cuore, arrivando persino a concedersi a lui nel gesto più folle che avesse mai compiuto, ed era stato venduto al nemico. Qualunque fosse la verità, era impossibile da accettare a cuor leggero.
 
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ikana
view post Posted on 8/5/2012, 20:38




:fran:

Oh no, non poteva decisamente farsi trascinare da quella figura fatta di depressione mista a chissà quanto vino delle sue cantine e a ben altri dolori, non poteva vederlo ridotto in quello stato pietoso e drammatico.
Doveva fare qualcosa.
A qualunque costo.
- Ma sherto, potete continuare a piagnucolare lì nel vostro angolo, mentre la vostra dama approfondisce i piaceri della buona terra europea e dall'altro capo della terra il vostro petit Alfred cresce diventando, probabilmente, un banale pescatore di porto... - continuò Francis ritraendo la mano e dando le spalle a quel "leone ferito" - ... Ma in fondo non potevo certo aspettarmi nulla di più da un uomo che non solo si fa liberare da un suo nemico, ma anche non porta rispetto alle volontà della sua regina, continuando a combattere. Immagino che sarebbe molto, molto delusa di voi, capitain. - concluse come ad andarsene.
 
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view post Posted on 8/5/2012, 21:27


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Sebbene fosse stato convinto che più nulla avrebbe potuto smuovere il suo interesse, le parole di Francis finirono per provocare in Arthur prima una sottile irritazione poi via via una sempre più montante ira. I riferimenti a Sesel e Alfred gli fecero provare un morso allo stomaco che lo portò a serrare i pugni attorno alla stoffa liscia della camicia, ma la goccia che fece traboccare il vaso furono le parole riferite a lei. In preda ad un improvviso scatto di violenza, balzò in piedi e afferrò il francese per il colletto della giacca, impedendogli di arretrare ulteriormente.
- Non osare mai più parlare di lei! Dovresti sciacquarti la bocca per mille anni prima di poterlo fare! Tu, miserevole traditore, nemico di chi ti si era affidato, sporco cane dei prussiani! - sputò con astio rafforzando la presa e spingendolo contro la porta ancora chiusa.
 
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ikana
view post Posted on 9/5/2012, 18:42




:fran:

Francis trattenne in un leggero singulto il dolore che gli attraversò il corpo non appena si sentì schiacciato contro la porta della stanza, e molto in fondo a sè si dovette pentire di aver scelto quella via per poter smuovere quel dannato inglese:
- Vedo che la testardaggine e la rozzezza non vi mancano, capitain! - iniziò lui quasi non badando agli insulti che nuovamente gli venivano rivolti contro, ma afferrò con forza i polsi che lo trattenevano - Quante volte vi devo dire che non vi ho mai, mai tradito! Damnè, come avrei potuto anche solo avvisarli!? Voi negate l'evidenza che vi aspetta ancora un futuro per cieco odio e rancore, rifiutando l'amore! Resterete sempre uno stolto e siete voi a non essere degno di ricordare la regina Elisabetta! - concluse con forza mentre per l'ennesima volta il suo amore sarebbe stato rifiutato da quel maledetto corsaro.
 
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view post Posted on 9/5/2012, 21:37


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Parole, inutili, vane parole che si rincorrevano senza che la sua mente seguisse il loro preciso significato. Se l'avesse fatto già sapeva che avrebbero riaperto una ferita mai davvero rimarginata e che avrebbe ripreso facilmente a sanguinare nel modo più doloroso. Meglio ignorare e lasciare che una luce insana e folle si accendesse nei suoi occhi al solo sentir nominare la sua regina.
- Mai! - ringhiò fissandolo dritto in quelle iridi cerulee. - Mai un solo briciolo del mio essere ha messo in dubbio la mia fedeltà a lei e la mia devozione! E mai lei si è mostrata scontenta o mi ha indicato come scarsamente degno. Tu non sei nessuno per fare questo genere di illazioni! -
L'ira lo sopraffece, mentre la sfogava nell'unico modo che gli era consentito in quel momento, non avendo a portata nessuna arma tagliente con cui trapassare il nemico: allontanò Francis dalla porta e lo spinse brutalmente sulla scrivania che si trovava al centro della stanza. Per mesi aveva sognato e immaginato tra sè e sè quel momento e non poteva negare che oltre alla rabbia stesse crescendo dentro di lui anche una sorta di distorto e violento desiderio.
- Ecco cosa penso dell'amore! - sibilò al suo orecchio con voce grondante fiele, mentre gli bloccava le braccia sopra la testa e forzava un ginocchio tra le sue gambe.
 
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ikana
view post Posted on 10/5/2012, 16:26




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Francis digrignò i denti non appena si sentì letteralmente scaraventato sopra la propria splendida scrivania di ciliegio pregiato e sentì una delle numerose boccette d'inchiostro infrangersi al suolo, andando sicuramente a macchiare irrimediabilmente il suo prezioso tappeto: come immaginava quel dannato diavolo dei mari aveva perso la voglia di vivere, ma non quella di torturare i poveri feriti, e lui, da gran signore, osava dirgli di no?
- Oh ma certo! Fate pure! Se mi rovinate la scrivania nuova, ve la farò ripagare pezzo dopo pezzo...! - iniziò prima di sentirsi schiudere le gambe con violenza, concedendosi così l'ennesimo sorriso sprezzante - Ah, ho come un deja-vu, capitain, peccato che non siate armato questa volt-! - concluse prima di stringere il labbro tra i denti.
Dannazione, il fianco iniziava a dolergli violentemente: certo non sarebbe stata una scusante e poi, chi le voleva certi tipi di scusanti? In fondo erano diversi mesi che aspettava quel momento...
 
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view post Posted on 10/5/2012, 21:18


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Quel dannato francese stava per passare le pene dell'inferno e blaterava di scrivanie. Incoscienza, menefreghismo o puro...
- Masochismo? - borbottò. - Che vuoi che me ne importi della scrivania? Se è questo il valore del tuo tanto decantato amore, me ne frego! -
Tutta quella situazione lo stava irritando oltremisura e sapeva che ben presto avrebbe perso il controllo scatenando quella violenza che l'aveva reso il corsaro più temuto dei sette mari. Non era certo solo della sua spada che i marinai avevano paura e non aveva nemmeno bisogno di quell'arma per sopraffare qualcuno che lo aveva appena insultato e aveva osato fare commenti sulla sua regina.
Il suo sguardo cadde casualmente sul tagliacarte posato sulla scrivania lì accanto e che, nella confusione, era finito quasi sotto la sua mano. Non esitò ad afferrarlo e a puntarlo alla gola di Francis.
- Così va meglio, sono più fedele al deja-vu? - sibilò lasciando scorrere la lama senza filo sulla pelle chiara. Non tagliava, vero, ma era molto appuntita.
L'eccitazione stava aumentando come poteva succedere alla vista del sangue durante una battaglia e l'adrenalina scorreva nelle vene come fuoco liquido. Premette il ginocchio contro l'inguine del francese, scoprendolo a sua volta piuttosto rigonfio e, mentre si chinava in avanti strofinandosi a dovere contro il suo fondoschiena, ringhiò con voce roca e carica d'ira a stento trattenuta: - Eccola qui la sgualdrina di porto! Da quanti prussiani ti sei fatta sbattere nel frattempo, eh? -
Perchè aveva stabilito che quella era una sua proprietà e la sola idea di averne perso l'esclusiva lo faceva impazzire.

Edited by Yuki Delleran - 17/5/2012, 22:35
 
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ikana
view post Posted on 10/5/2012, 21:34




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Come faceva anche solo a trattenersi, Dio solo lo sapeva: avrebbe potuto ribellarsi, piantargli il tacco nello stomaco e allontanarlo da lui, respingerlo con parole dure ed offensive quanto le sue, chiamare aiuto, maledirlo, ferirlo con qualsiasi cosa e con qualunque parola gli attraversava ora la mente... Eppure non vi riuscì.
La sensazione che tutto quello fosse giusto nei confronti di un peccatore come lui era più che sufficiente a convincerlo a non reagire: era dalla parte del torto, sempre e comunque, qualsiasi altro nesso logico gli si presentasse, ecco che i sentimenti lo affievolivano, lo piegavano e gli facevano dire di sì a quel dannato masochismo che l'aveva condotto fino a quel punto.
L'agonia lenta, il dolore, la paura portavano tutte ad un'unica sensazione: il piacere. Non poteva negare quell'emozione, non poteva rifiutarsi a quelle crude e violente attenzioni, perchè era solo questo che voleva. Che lui lo guardasse. Che i suoi occhi si posassero nuovamente sulla sua persona, che lo violentassero con la loro ira, scoprendo le sue ferite, lacerando la sua anima fino a farlo gridare nella dannazione.
- Maudit... Credete che mi venda per così poco? - pronunciò stringendo i polsi e cercando almeno di rilassarsi e di non pensare a quello che sicuramente sarebbe accaduto da lì a poco - Quei cani non sono degni di una preda così... Forse un leone è più adeguato, vero batàrd? - concluse gelando una risata nel profondo della sua stessa gola.

Edited by ikana - 10/5/2012, 22:50
 
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view post Posted on 10/5/2012, 22:12


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Feliciano Vargas

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- Non è stato così? Oh, quale bizzarra anomalia considerando che fin dal nostro primo incontro non esitasti a vendere te stesso in cambio di favori. - continuò glissando sul fatto che in passato ne era andata della stessa vita di Francis e del fratello, altro che favori. Ma tant'era, ora la rabbia sovrastava tutti gli altri pensieri.
Basta, ne aveva abbastanza di sterirli recriminazioni e inutili giri di parole, non sarebbe servito a nulla rimanere lì, sdraiato addosso a quel dannato, stringendo tanto forte il tagliacarte al punto da farsi sbiancare le nocche nel disperato tentativo di non piantarlo dritto in quella carne fremente e farla finita una volta per tutte. Se si fosse macchiato per l'ennesima volta le mani di sangue forse sarebbe tornato in sè. O forse sarebbe bastato macchiarle di qualcos'altro...
- Immensamente più adeguato. - confermò afferrando la fascia che gli stringeva la vita e strappandola via con uno strattone, prima di afferrare l'orlo dei pantaloni di Francis e abbassarlo bruscamente esponendo la pelle pallida.
Non aveva bisogno di coltelli, in fondo...
 
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40 replies since 3/5/2012, 22:41   380 views
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