Il viaggio della speranza, capitolo 28

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view post Posted on 20/5/2012, 22:18


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Feliciano Vargas

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Era trascorso un mese dal burrascoso incontro/scontro con Francis, e Arthur aveva avuto modo di incontrarlo solo in occasioni ufficiali. Per il restante tempo aveva trascorso le sue giornate in compagnia della fedele Sesel ed in costante attesa di "qualcosa". Aveva recuperato a poco a poco le forze e le cicatrici delle ferite più recenti erano sbiadite fino a lasciare solo un'ombra rossastra sulla pelle. Persino quella sul viso ora era meno evidente, ma, poichè si trattava comunque di un segno che gli deturpava la tempia e allo stesso tempo non aveva recuperato completamente l'uso dell'occhio, la copriva spesso con la benda tempestata di smeraldi. Era un modo per sentire che anche lei approvava quella sorta di ritorno alla vita.
Poi, finalmente, dopo innumerevoli giorni, era giunta la notizia che tutti aspettavano con trepidazione.
I bagagli erano stato fatti in fretta e furia, come se si stesse organizzando una fuga in gran segreto. Arthur non possedeva nulla a parte ciò che Francis gli aveva fornito durante il suo soggiorno alla residenza e non era legato a nessun oggetto in particolare. Chiese solo di poter tenere con sè il tagliacarte usato quel giorno, come monito per il futuro.
Dopodichè, in una fresca mattina cristallina, scese al porto in compagnia di Sesel che fremeva di gioia e aspettativa e finalmente lo vide: un grande vascello, più imponente dell'agile e veloce Albion, dalle vele candide e la fiancata dipinta di blu. Sarebbe stato il loro lasciapassare per la libertà.
 
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ikana
view post Posted on 21/5/2012, 13:41




:fran:

Alto sul ponte maggiore, Francis si lasciava spingere dalla fresca brezza del mattino: i suoi ordini risuonavano chiari e ben scanditi nell'aere, segno della sua costante presenza ed attenzione per tutti i preparativi di quel progetto; il vascello era stato costruito con grande maestria e velocità, grazie all'aiuto di molti uomini del villaggio, tra i quali era riuscito ad avere una ventina di uomini disposti a partire, giovani e di belle speranze, ma stanchi della tetra Europa.
Uno di questi gli consegnò le ultime carte da firmare per i rifornimenti del magazzino, i quali vennero siglati con uno svolazzo da parte sua: si era rimesso in forze in quell'ultimo mese ed anche le sue ferite erano ormai completamente rimarginate, anche se le due cicatrici pulsavano ancora se non faceva attenzione nei movimenti.
Più volte la vecchia Laverne gli aveva ripetuto quanto fosse affascinante quella mattina, forse grazie all'uniforme bianca con alamari e rifiniture dorata: aveva voluto stringere i capelli in un nodo alto, quasi femminile, ma il caldo di sottocoperta era stato estenuante; ora avrebbe dovuto solo accogliere gli ospiti d'onore con i loro bagagli, consegnargli la nuova bandiera e... E sì, salutarli.
Sarebbe tornato a Parigi, probabilmente l'avrebbero condannato per alto tradimento e per chissà quali altri atti, in fondo ne avevano da scriverci un registro di almeno trenta pagine: sospirò passandosi la mano sul collo, come a sentir già il filo della scure; sorrise, però, nel pensare a quegli ultimi dannatissimi mesi, al suo compleanno quasi imminente che avrebbe portato alla conclusione di tutto ciò che aveva amato.
Poi, incontrò solo il suo sguardo e quegli occhi verdi che avrebbe ritrovato nella morte.
 
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view post Posted on 21/5/2012, 21:53


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:sesel:
Il solo essere di nuovo sul punto di prendere il mare, riempiva il cuore di Sesel di gioia e aspettativa. In effetti il vascello che avevano di fronte era molto diverso dall'Albion, nave che per lei aveva sempre rappresentato molto di più che un mero strumento, ed era incredibile che fosse stato preparato in tempi tanto brevi, ma era assolutamente imponente e meraviglioso.
Così come assolutamente meraviglioso era colui che si stagliava sul ponte, con la brezza salmastra che gli scompigliava i capelli dorati.
Alzò un braccio e gli rivolse un saluto entusiasta: si era molto preoccupata per Francis, nell'ultimo periodo. Era vero che le ferite si erano rimarginate ma aveva l'impressione che ci fosse qualcosa di stonato nel suo atteggiamento, come se una qualche corda del suo animo si fosse spezzata. Solo vedendolo ora iniziava a pensare di essere stata forse troppo apprensiva.
Arthur, al suo fianco, sembrava soddisfatto e non si ritrasse quando lei lo prese per mano e lo condusse verso la passerella che li avrebbe portati a bordo.
- Stiamo tornando a casa. - mormorò con un sorriso estatico. - Non è fantastico? -
 
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ikana
view post Posted on 22/5/2012, 10:29




:fran:

Il francese rispose al saluto della fanciulla con un lieve sorriso e completò gli ordini dati ai suoi uomini - Vous! Faites attention à la cour de l'arc! Serrer que ces pics! Alè, vitè! Nous devons être prêts à quitter par le soleil levant, ou nous allons trop plein de visages! - esclamò a pieni polmoni Francis mentre l'ennesimo mozzo gli portava altre carte da firmare; quando entrambi furuno a bordo si avvinò lentamente ad entrambi tendendo all'inglese l'involucro con la bandiera da issare non appena sarebbero stati al largo.
- Lieto che siate giunti così presto: come promesso, una nave per riportarvi a casa; certo non è perfetta e gli uomini sono giovani, ma potete fidarvi. - iniziò con voce atona, cercando dentro di sè le parole più tranquille possibili. Il suo corpo iniziava a risentire delle lunghe ore di attesa e delle levatacce di quel mese, ma ormai il suo ruolo era giunto al termine:
- Questa nave è vostra ed al vostro completo servizio, ultimo dono da un umile servo. - concluse con un inchino profondo e accennando ad uno dei giovani valletti di andare a preparare la sua carrozza.
 
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view post Posted on 22/5/2012, 23:26


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:sesel:
Sesel seguì un po' a fatica lo scambio di battute tra Francis e i marinai, trovando molto più comprensibile la lingua con la quale si rivolse successivamente a lei e Arthur.
La nave stava per salpare ma c'era qualcosa, nell'atteggiamento del loro ospite, che la lasciava perplessa. Realizzò di cosa si trattasse quando lo vide dare disposizioni per una carrozza.
Una carrozza?
Significava che non sarebbe rimasto con loro sulla nave? Che non sarebbe tornato ad Avalon?
Colta da un terribile presentimento (aveva detto anche "ultimo dono", non era possibile!), si aggrappò al braccio di Arthur nel tentativo di attirare la sua attenzione su quel particolare.
- Arthur...! Arthur, ti prego, non puoi lasciarlo andare! - bisbigliò concitata una volta che Francis li ebbe superati. - Non puoi permettere che finisca così, non è giusto! -

:art:
In tutta sincerità Arthur aveva intuito le intenzioni di Francis molto primo che questi le mettesse in atto, il giorno stesso in cui aveva ricevuto quella burrascosa visita forse. Per tutti quei giorni non aveva fatto altro che ripetersi che non era affar suo, che non aveva il diritto di intromettersi in decisioni personali che non lo riguardavano e che se Francis desiderava rimanere in patria lui doveva rispettare questa legittima decisione.
O almeno così aveva pensato fin a quando Francis non aveva distolto lo sguardo spento da loro e gli occhi lucidi di Sesel non avevano cercato i suoi con espressione angosciata.
No, decisamente così non andava.
Non ne poteva più di essere fissato in quel modo dalla sua principessa, l'aveva fatta preoccupare fin troppo in quel lasso di tempo e le aveva procurato troppi dolori non necessari. Inoltre trovava assolutamente intollerabile che quel subdolo francese si permettesse di metterlo da parte in quel modo.
Credeva di poter far fuori in quel modo Arthur Kirkland? Si sbagliava di grosso.
Oh, certo, lui non aveva nessun diritto di contestare le altrui decisioni, ma da quando si preoccupava dei diritti di qualcuno? Arthur Kirkland si prendeva semplicemente quello che voleva e ora voleva il subdolo francese.
- La nave è mia, dici? Molto bene. -
Si rivolse quindi ai marinai che attendevano ordini accanto alla battagliola.
- Fermate quell'uomo, vi ordino di impedirgli di lasciare la nave. E' mio espresso desiderio che lo tratteniate finchè saremo in mare aperto. -
Il suo sguardo smeraldino saettò dalle espressioni perplesse dei marinai agli occhi di Francis che si era voltato a guardarlo.
- Sei mio. - diceva chiaramente quello sguardo affilato.
 
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ikana
view post Posted on 23/5/2012, 10:42




:fran:

Francis si voltò sorpreso non appena l'ordine uscì dalle labbra del capitano Kirkland: cosa stava facendo? Perchè voleva trattenerlo dopo, dopo tutto quello che era successo tra loro?
Ma da come i marinai si permisero di stringergli le braccia nella loro morsa e condurlo in ginocchio da lui, riuscì solo ad intuire che forse lo attendeva una punizione ben peggiore di quelle già sperimentate: non gli bastava avergli distrutto l'anima, averlo fatto innamorare perdutamente di qualcuno che non poteva e non voleva essere amato?
Rialzò lo sguardo dal ponte su di lui e gli occhi di smeraldo lo trafissero nuovamente, come ormai sembrava essere accaduto troppo tempo fa: ghignò appena socchiudendo gli occhi blu e poi li rialzò sprezzante su di lui.
- Vedo che amate troppo spesso farmi rivivere certi deja-vu capitain... - iniziò lentamente mentre i marinai intimoriti dalla sua postura ritta e perfetta anche in quell'atteggiamento di sottomissione - E vedo che avete trovato degli uomini fedeli. - concluse rialzandosi senza evitare lo sguardo del capitano e di Sesel - Cosa volete ancora da me? Vi aspetta casa vostra, il vostro destino ancora aperto ed il mio segnato: perchè procrastinate il mio ultimo giudizio? Anche arrivando alla vostra isola sarò imputato della vostra rovina non? - terminò passandosi la mano nei capelli biondi con fare tragico, il viso troppo serio nella sua espressione.
Ormai lui vedeva solo il buio della morte: il trono di luce che tanto aveva agognato era destinato ad altri, per lui restavano solo le tenebre e lo stridore di denti.
 
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view post Posted on 23/5/2012, 14:37


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Lo sguardo rimase fisso e fiero, non una nube attraversò le iridi smeraldine, specchio di un animo che aveva faticosamente recuperato la forza del passato al prezzo di personali sacrifici. Scandagliò l'espressione di Francis e quello che vide non gli piacque affatto. Quella rassegnazione, quasi parallela alla sua di poco tempo prima, gettava un'ombra sull'imminente partenza che avrebbe dovuto essere solo motivo di gioia.
Tornare a casa, sì, come diceva Sesel. Ma tornare a casa significava tornare tutti, altrimenti se ne perdeva il senso e il quadro sarebbe stato fastidiosamente incompleto.
- Il passato serve agli uomini per imparare dalla propria storia. - sentenziò. - Se ciò che è accaduto in passato ti è stato d'insegnamento, dovresti sapere che non tollero che mi sia sottratta una mia proprietà, qualunque essa sia. -
Non si sarebbe abbassato a domandare, si sarebbe limitato ad imporre la propria volontà, come sempre, certo che, se davvero Francis avesse detestato quella soluzione, non avrebbe posto indugi nel trovare il modo di liberarsene.
Detto questo, voltò le spalle al gruppetto si diresse al castelletto di prua, dove si trovava la cabina del capitano in cui intendeva prendere alloggio.

:sesel:
Sentendo quelle parole e vedendo la luce che brillava negli occhi di Arthur, la ragazza non potè fare a meno di sorridere e, non appena questi si fu allontanato, fece cenno agli uomini di allentare la presa.
- Oh, andiamo, lasciatelo. E' il vostro padrone, no? Arthur non diceva sul serio. -
E quando li vide tornare perplessi al loro lavoro, si fece più vicino a Francis.
- Credo sia il suo modo per chiederti di restare. - disse con uno sguardo carico di speranza. - Lui vuole che rimani con noi, ne sono certa. E anch'io lo desidero dal profondo del cuore. Sei l'unico in grado di curare il suo dolore. Ti prego, torna ad Avalon con noi, nessuno oserà dire nulla contro di te se sarai al nostro fianco. -
 
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ikana
view post Posted on 23/5/2012, 22:25




:fran:

Francis accompagnò con lo sguardo la figura del capitano Kirkland sparire nella cabina destinata al capitano, mentre al suo orecchio la voce di Sesel appariva come fuori campo, allo stesso modo perfetta per aiutarlo a comprendere che forse avrebbe scampato un'altra volta la compagna Nera:
- Vai a riposarti ora, Sesel. - le intimò lui serio, mentre riprese a gran voce - Mollate gli ormeggi!! Alzate il fiocco centrale! Virare alle cordinate assegnate! Forza!!! - concluse abbandonandola per rintanarsi verso prua, rifiutandosi di scendere sotto coperta, ma di lavorare al fianco di quegli uomini che aveva scelto, per espiare ancora le colpe che sentiva di aver commesso.
La notte sarebbe scesa calda su di loro, ormai a largo delle coste del continente e diretti verso porti più sicuri: con le ultime luci del tramonto ed una piacevole, quanto lenta navigazione serale, il biondo francese si era privato della giacca e ora sedeva poggiato con la schiena al sartiame di cocca; lo sguardo si perdeva nell'orizzione infinito d'acqua, cercando il famoso "baleno verde" del crepuscolo, quel verde che sopiva nel suo cuore simile ai suoi occhi.
Cupo e ancora demoralizzato si ritrovò a sospirare chiedendo dentro di sè solo una cosa: un'altra possibilità, perchè no, non riusciva a dimenticare tutto quello che c'era stato tra loro.
 
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view post Posted on 24/5/2012, 16:09


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Era rimasto nella sua cabina per buona parte del pomeriggio, riordinando le poche cose che possedeva e soprattutto le idee. Aveva affermato che il corsaro Kirkland era morto eppure ora stava facendo ritorno sulla sua isola dove sarebbe sicuramente stato accolto in trionfo e dove, in seguito, avrebbe dovuto trovare il modo di prendersi cura della popolazione senza contare sul bottino delle scorribande. Sembrava un problema da poco, ma Avalon dipendeva in tutto e per tutto dall'Albion, che forse ora non esisteva neanche più. Avrebbe dovuto letteralmente ricominciare una vita da zero, riorganizzare un paese e trovare nuove fonti di sostentamento. Dopotutto era questo che ci si aspettava da un capitano.
Al calar del sole lasciò l'alloggio, sentendo l'estrema necessità della carezza della brezza salmastra sulla pelle, troppo a lungo negatagli e, quasi istintivamente, si ritrovò a dirigere i suoi passi verso la figura solitaria seduta in un angolo.
Senza dire una parola, si accomodò accanto a lui e la sua mano, distrattamente, finì per posarsi sopra quella di Francis.
Nessuna malizia in quel gesto, nessuna spiegazione. Ne seguì solo il silenzio.
 
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ikana
view post Posted on 24/5/2012, 18:12




:fran:

Francis avvertì quel leggero tocco posarsi sulla sua mano, lasciando però il suo sguardo indugiare sui flutti del mare, ora più lenti per il calare dell'intensità del vento in quell'approccio ormai di sera: era calato il silenzio tra loro, eppure sembrava non servire alcun altra parola, nessun gesto se non le loro mani unite.
Fu solo a causa dello sguaiato riso dei marinai in sottocoperta che Francis sembrò ridestarsi da quel momento di pace, lasciandosi scappare un leggero sospiro:
- Era tutto troppo perfetto... - disse lasciandosi scappare un dolce sorriso e concedendo all'inglese un primo sguardo dal suo profilo serioso e concentrato nel trovare le parole giuste da rivolgergli, ma che alla fine non riuscì a trovare in nessun angolo della propria mente, affidandosi invece a carezzare con il pollice la mano calda dell'altro.
 
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view post Posted on 24/5/2012, 23:35


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La brezza della sera gli carezzava la pelle e gli scompigliava i capelli, ora innaturalmente corti, mentre le iridi verdi vagavano lungo l'orizzonte alla ricerca dell'ultimo raggio di sole morente. Il crepuscolo dal ponte di una nave, non immaginava che gli sarebbe mancato così tanto.
- Fa parte della vita di bordo. - commentò le parole di Francis con un sorriso obliquo.
In fondo, su una nave, la vera intimità non esisteva, quindi era tanto inutile tentare di cercarla.
- Ne ho sentito la mancanza e non credevo che sarei tornato a viverla di nuovo. - ammise mantenendo lo sguardo fisso di fronte a sè. - Se non sto penzolando da una forca, se non mi sono ancora sparato con la prima pistola disponibile, se sono in viaggio verso casa, lo devo a te. Detesto ammetterlo, ma ho un debito di riconoscenza nei tuoi confronti e non dimenticherò di onorarlo. -
Sfilò la mano dalla presa gentile di Francis e si alzò in piedi.
- Da domani navigheremo in mare aperto, le nottate non saranno più così tranquille. Nella mia cabina ho trovato una bottiglia di vino, un'ottima annata, ma suppongo tu lo sappia. -
Gli lanciò un'occhiata intensa, come invito a seguirlo, e s'incamminò verso prua.
 
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ikana
view post Posted on 25/5/2012, 14:10




:fran:

Francis ascoltò quel ringraziamento con espressione stupita e decise di celarlo per sempre nel profondo del proprio animo assieme al pacato sorriso che aveva rivolto al tramonto e, voleva sperare nel suo animo, anche a loro due:
- Non dovete ringraziarmi: ho fatto una promessa e avrei dovuto mantenerla ad ogni costo, avessi dovuto rimetterci la mia stessa vita. - concluse prima di alzarsi, recuperata la sua giacca, e concedersi una leggera risata - Un piccolo dono: credevo fosse perfetto per brindare a qualcosa di speciale. -
La stanza del capitano costruita per quel veliero era ben più sobria rispetto a quella dell'Albion, ovviamente, ma non per questo meno rifinita nell'arredamento o nei tessuti così fini e preziosi: un vassoio d'argento con due semplici calici di cristallo posativi sopra, assieme alla bottiglia di prezioso vino delle vigne, di cui un tempo ormai poteva dirsi proprietario.
- Allora, a cosa brindiamo mon capitain? - terminò posando la giacca di velluto su di una sedia nell'angolo.
 
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view post Posted on 26/5/2012, 13:07


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Tornato nella cabina, Arthur si lasciò cadere sulla poltrona posta accanto alla scrivania, senza invitare Francis a fare altrettanto, certo che l'invito sottinteso sarebbe stato colto. Sospirò sprofondando tra i cuscini, assaporando una sensazione che fino a pochi mesi prima aveva dato per scontata ma che scontata non lo era affatto. Erano successe tante cose, forse troppe, e non aveva mai permesso a sè stesso di rilassarsi. Solo ora aveva l'impressione di riuscirci davvero e non solo grazie al vino. Era l'aria salmastra, era il dondolio della nave, era l'incertezza del futuro, ma non quell'incertezza angosciosa che precedeva la fine di tutto, bensì un'incertezza carica di nuove aspettative.
Finalmente si decise a sporgersi verso il ripiano del tavolo e versò nei due bicchieri il liquido rosso rubino e dolcemente fruttato.
- Alla libertà. - disse alzandone uno e concedendosi finalmente una sorta di sorriso. - Perduta e ritrovata. E al futuro. -
 
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ikana
view post Posted on 26/5/2012, 16:48




:fran:

Francis si lasciò servire il bicchiere di vino e decise di lasciarsi sprofondare nella poltroncina di fronte al capitano, dando le spalle all'ampia vetrata del veliero, reso decisamente più scuro dall'ormai calato sole e quella rara quanto fiebile luce di lanterna che pervadeva la stanza:
- Al futuro: nella speranza che sia sempre più roseo - concluse prima di prendere un sorso della dolce bevanda e concedere un dolce sorriso di rimando all'inglese - E se posso permettermi, capitain, vi trovo dannatamente più bello come siete ora. - terminò maledicendosi poi per essere uscito con un'affermazione del genere, con un complimento di quel genere... Ma cosa poteva farci?
Aveva un debole per i bei predatori corsari che compivano gesti folli come quello di tagliarsi i capelli scompostamente con una lama di sua proprietà.
 
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view post Posted on 26/5/2012, 20:33


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L'inatteso complimento colse Arthur completamente di sorpresa, portandolo a spalancare per un attimo gli occhi verdi e a dischiudere le labbra in un accenno di replica che giunse mai. Del resto come avrebbe potuto contestare una tale affermazione se, di fatto, non si era mai curato del proprio aspetto in quel senso?
Abbassò lo sguardo e accarezzò furtivamente la benda che gli copriva l'occhio mentre la sua espressione si distendeva.
- Saranno molto più pratici. - borbottò. - In ogni caso ricresceranno presto. -
Sorseggiò il suo vino e lasciò indugiare la mano sul piano del tavolo, accarezzando la lama che vi era posata.
Si trattava dello stesso tagliacarte che aveva utilizzato a casa di Francis e che era diventato una sorta di simbolo di quella rinascita.
La scena era incredibilmente simile a quella svoltasi alla villa: un tavolo, un coltello e loro due. Solo l'atmosfera era completamenmte diversa e a scorrere era il vino e non il sangue.
 
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80 replies since 20/5/2012, 22:18   627 views
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